Lidl Italia ha diffidato Essere Animali, dopo la diffusione di immagini di maltrattamenti in allevamenti che riforniscono la catena. La catena di discount ha infatti chiesto formalmente all’associazione animalista di condividere i dati identificativi degli allevamenti coinvolti per svolgere controlli. In caso contrario, Lidl Italia si riserva il diritto di tutelare i propri interessi per via legale e chiedere un risarcimento danni.
Le immagini diffuse da Essere Animali
Negli scorsi mesi, Essere Animali aveva divulgato alcuni video di maltrattamenti provenienti da due allevamenti che riforniscono la catena di discount di carne di pollo e maiale, già segnalati alle autorità competenti. Secondo l’associazione, le immagini documenterebbero politiche di benessere animale ancora carenti all’interno della filiera Lidl. Per esempio, l’insegna in Italia non ha ancora aderito agli standard dello European Chicken Commitment (ECC), nonostante i due anni di campagna delle oltre 80 associazioni della Open Wing Alliance.
“Noi siamo sempre stati in possesso delle prove che collegano gli allevamenti da cui provengono le immagini che abbiamo diffuso ai fornitori di prodotti a marchio Lidl Italia e li avremmo volentieri condivisi in una riunione programmatica, se ce ne avessero dato la possibilità, – spiega Simone Montuschi, presidente di Essere Animali, – il motivo per cui finora non abbiamo pubblicato queste informazioni è perché non vogliamo rischiare che la discussione si sposti dalle responsabilità di Lidl nei confronti dei suoi fornitori al circoscrivere la questione a singoli episodi”.
Il benessere animale nella filiera Lidl
Lidl Italia infatti sostiene che Essere Animali avrebbe dovuto rivolgersi direttamente agli allevatori e non alla catena. Tuttavia i problemi denunciati dai video sono intrinseci all’allevamento intensivo e sono causa di sofferenza per gli animali. Queste problematiche potrebbero essere affrontate e mitigate da Lidl aderendo all’ECC. L’associazione ha comunque deciso di rispondere alle richieste di Lidl e ha condiviso le prove che legano le immagini pubblicate tra settembre e novembre con alcuni degli allevamenti che riforniscono un loro fornitore: il Gruppo Martini.
In cambio, però, Essere Animali lancia una ‘sfida’ a Lidl: andare insieme in un punto vendita della catena per valutare l’incidenza del white striping, le strisce bianche che si formano sul petto dei polli a crescita rapida, e collaborare per migliorare il benessere degli animali. Il Fatto Alimentare è già andato in diversi punti vendita della catena, dove a trovato petti di pollo con le strisce bianche, ma anche cosce con segni di ustioni del garretto (hock burns), che si formano per un insufficiente ricambio della lettiera e per la scarsa mobilità dei polli (vedi foto).
© Riproduzione riservata Foto: Essere Animali, Il Fatto Alimentare
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.