Immagini shock denunciano i maltrattamenti subiti dai polli all’interno dell’allevamento di un fornitore di Lidl Italia in Emilia-Romagna. A diffonderle è Essere Animali, l’associazione animalista impegnata da due anni nella campagna internazionale #LidlChickenScandal con cui 20 organizzazioni chiedono al colosso tedesco di dimostrare un impegno concreto nel migliorare le condizioni di vita dei polli nella sua filiera.
I maltrattamenti negli allevamenti
I filmati mostrano infatti cosa significa per questi animali finire all’interno di un allevamento della filiera di approvvigionamento di Lidl. E questa volta non si tratta solo di condizioni igieniche inadeguate: i polli sono protagonisti di maltrattamenti durante tutte le fasi di vita. Le procedure illegali si susseguono infatti dallo scarico dei pulcini appena arrivati nell’allevamento, lanciati a terra dalle cassette da altezze superiori a un metro (vedi foto sotto), fino al trasporto dei polli verso il macello, quando gli operatori gettano gli animali nelle gabbie invece di depositarli.
La richiesta di eseguire tutte le operazioni a un’elevata velocità sembra essere la causa che si nasconde dietro a queste operazioni illecite. I ritmi di lavoro incessanti portano infatti gli operatori a non eseguire, ad esempio, la procedura di abbattimento dei polli in modo corretto e secondo le linee guida della Commissione europea, che prevedono di sostenere gli animali per le zampe con una mano e di tirare il collo con l’altra.
Gli impegni mancati di Lidl
Brenda Ferretti, responsabile campagne di Essere Animali, evidenzia come, a fronte di milioni di polli coinvolti nella filiera di Lidl Italia, da due anni la catena di supermercati ignori le richieste dell’associazione e si rifiuti di impegnarsi a sottoscrivere lo European Chicken Commitment, una garanzia per l’azienda stessa e per i consumatori di standard minimi più adeguati.
Ma al rifiuto si aggiunge la beffa se consideriamo che, in occasione della pubblicazione appena pochi giorni fa del loro impegno a raggiungere il net-zero entro il 2025, Lidl Italia ha affermato: “Agire con responsabilità è il nostro modo di rinnovare ogni giorno la nostra promessa di qualità: offrire ai clienti prodotti selezionati ad un prezzo conveniente, che siano però anche rispettosi dell’ambiente”.
Chiedersi come si possa conciliare l’obiettivo di questa dichiarazione con quanto evidenziato dalle immagini e dai filmati divulgati da Essere Animali è inevitabile se consideriamo anche altri due aspetti scaturiti da questa indagine: il grande numero di polli scartati a fine ciclo a causa di enormi problemi nello sviluppo e nella crescita, evidente conseguenza della selezione genetica delle razze a rapido accrescimento, e l’utilizzo di antibiotici, in questo caso l’amoxicillina, che non sono solo una delle principali cause di diffusione dell’antibiotico-resistenza negli allevamenti, ma anche una minaccia per la salute umana.
Il Fatto Alimentare segue da sempre, con campagne mirate, il benessere animale e i nostri articoli trattano tematiche non solo legate ai polli, ma a tutti gli animali allevati per uso alimentare. Nel 2018 abbiamo pubblicato il dossier “Benessere animale: la vita non è solo in gabbia”. Nel documento si fa il punto sugli allevamenti intensivi di polli, galline, conigli, maiali, agnelli, capretti e sulle norme relative al benessere animale previste in Europa.
© Riproduzione riservata Foto: Essere Animali
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Grazie per l’articolo è grazie a “Essere Animali ” che conduce inchieste molto importanti x i consumatori.
Queste immagini sono raccapriccianti, ci si chiede come possa esistere, e soprattutto xchè le autorità competenti permettono tutto questo(i veterinari?) ?
Certo bisogna proteggere il mercato con i suoi interessi economici, molto più importanti della salute dei cittadini e di quella di questi poveri animali!!
Per i consumatori che alternativa c’è, se non quella di seguire una dieta vegetariana o vegana!? Chiudendo gli occhi su quello che succede anche in agricoltura!
Siamo veramente in una brutta situazione!!!
Leggo: Lidl Italia ha affermato: “Agire con responsabilità è il nostro modo di rinnovare ogni giorno la nostra promessa di qualità…
Ma tra il dire ed il fare, si sa….
Esco dall’ambito alimentare, tuttavia mi è venuto in mente quel cliente che parla di Etica e Valori, ma poi, nei fatti…: https://wp.me/pjP1E-olS
Ed in ogni caso sono sempre di più i clienti, spesso grossi nomi, che pretendono che il fornitore rispetti il loro Codice Etico nel quale, però, ci si dimentica del tutto dei diritti dei fornitori.
Un bel paradosso, eh?
Questo è quello che succede quando il consumatore guarda solo al prezzo e chiede i polli a 5.99€ al Kg, o ancora peggio quando si trovano i polli arrosto della gastronomia a 3.99€.
Fino a quando i consumatori non impareranno il valore dei prodotti messi in commercio questo continuerà a succedere.
…polli, galline, conigli, maiali, agnelli, capretti ….condizioni raccapriccianti. Nell’elenco andrebbero inclusi anche i vitelli, separati dalla madre al momento della nascita, rinchiusi in un piccolo box di plastica (magari al sole), nutriti di latte da un secchio con biberon. C’è chi cerca di saltare, come ogni cucciolo, sbattendo contro le pareti del box…
Chiedo scusa se allargo un pochino il discorso.
Prima di tutto ringrazio di cuore voi e chi porta alla ribalta questi orrori.
Ma purtroppo la cosa non mi scandalizza affatto, perché basta sapere come vengono trattati molti esseri umani nel momento del bisogno e della fragilità. Quindi figuriamoci gli animali nei posti dove sono rinchiusi e molte volte nel disprezzo delle regole più elementari.
Vi prego continuate ad interessarvi e portate a conoscenza sempre più questa inciviltà, in modo che i consumatori possano scegliere secondo coscienza.
Gli interessi della filiera avicola e della grande distribuzione, indipendentemente dai marchi, sono legati dal valore aggiunto che ogni attore riesce ad ottenere ad ogni passaggio. Noi consumatori possiamo cambiare ciò’ con le scelte per riempire il carrello della spesa , ma potere d’acquisto e ancor di più conoscenza e spesso pigrizia ci allontanano da questi aspetti e le prese di posizione dei marchi che si sostituiscono nelle garanzie e nelle rassicurazione al posto dei produttori ci fa capire quanto sia grande questo sodalizio e quanto siano importanti gli interessi in campo.
Non hanno capito che la loro avidità, sarà la loro rovina! Questione di tempo… Spero vivamente si sviluppi sempre più una cultura vegana. Di cui non faccio parte per motivi di salute, ma che approvo in pieno!
Nella grande distribuzione non si hanno a cuore i valori dei propri dipendenti figuriamoci in quella dell’allevamento degli animali