Azienda per l'allevamento di polli da carne fino a un mese e mezzo di età broiler allevamento

Cosa succede negli allevamenti di polli? Dopo l’allarme lanciato dall’associazione Essere animali per la diffusione del white striping, le striature bianche sui petti di pollo, arrivano dal Regno Unito notizie sulle hock burns, i segni sui garretti dovuti a dermatiti da contatto provocate dallo stazionamento in lettiere inadeguate ed eccessivamente umide.

Questa volta è la BBC a segnalare i segni  scuri sulle zampe degli animali venduti nei supermercati britannici. “Il problema nasce dal contatto con lettiere inadeguate, ad esempio troppo umide e/o compatte perché non sufficientemente arieggiate”, spiega Monica Guarino Amato, ricercatrice del CREA Zootecnia e Acquacoltura.

hock burns dermatite sulle zampe dei polli broiler
I segni “hock burns” sui polli, dal meno al più grave

Come su formano le hock burns?

La lettiera, realizzata in truciolo di legno o altro materiale vegetale, è fatta apposta per contenere le deiezioni e per dare agli animali un ambiente favorevole per le loro attività naturali. Può essere periodicamente integrata con nuovo materiale ma è cambiata solo alla fine del ciclo di allevamento, perché prima non sarebbe possibile spostare gli animali. “La lettiera contiene escrementi il cui contenuto in azoto – derivante sia dalle deiezioni sia dalle proteine non digerite – viene trasformato in ammoniaca che si volatilizza nell’atmosfera”, prosegue Guarino Amato, “se non è adeguata, o se gli animali stanno molto fermi come tendono a fare le razze ad accrescimento rapido, il contatto prolungato con la superficie umida o troppo compatta provoca queste irritazioni, mentre se è in quantità sufficiente e ben tenuta rimane asciutta”.

Benessere animale e guadagno

I problemi derivano da una cattiva gestione degli allevamenti, e in alcuni casi dalle caratteristiche dei broiler ad accrescimento rapido. “È importante spiegare agli allevatori che il benessere degli animali va a loro vantaggio, bisogna convincerli, spiegare che allevando bene si evitano problemi e si guadagna di più”, sottolinea Guarino Amato. “Il benessere degli animali non si migliora con gli scandali, ma applicando correttamente le leggi: ci sono dei pessimi allevatori da sanzionare, ma soprattutto ci sono allevatori che cercano di fare bene e potrebbero migliorare ulteriormente se informati correttamente. In Italia  spesso sono le aziende più importanti che mandano continuamente i veterinari a controllare che gli allevamenti siano in regola ”.

In genere i broiler vengono macellati molto giovani, a quarantadue giorni di vita, quando arrivano intorno ai tre chili di peso, o anche prima se sono destinati alle rosticcerie, si tratta sostanzialmente di pulcinotti: “La vita adulta di un uccello comincia a 18/20 settimane di vita (126/140 giorni), quando si ossifica totalmente lo sterno: neanche le razze di polli a lento accrescimento vengono allevate fino a questa età”, ricorda la ricercatrice.

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Hock burns rinvenuti da Open Cages nei polli in vendita nel Regno Unito

Una selezione di polli non ottimale

Non tutti gli animali però hanno problemi come il white striping ,“che è causato da una miopatia, una necrosi delle fibre muscolari in cui si inseriscono tessuto connettivo e adiposo, o come il wooden breast, (così definito perché il petto dell’animale assume un’anomala consistenza legnosa) che è più raro”, ricorda Guarino Amato. Le linee genetiche di broiler a rapido accrescimento utilizzate nel mondo sono pochissime e hanno le stesse caratteristiche in tutti gli allevamenti, il problema è causato dalla selezione, “che per ottenere accrescimenti in pochissimo tempo si è portata dietro senza saperlo i geni che causano le white stripes e il wooden breast”, precisa la ricercatrice. “Purtroppo questo accade spesso nella selezione, ora bisognerebbe capire quali sono i geni che causano queste patologie per evitarle a monte”.

E i problemi non sono solo questi: “Ci sono gli ematomi sul petto, dovuti al fatto che gli animali stanno accucciati per la maggior parte del tempo”, spiega Guarino Amato.  I consumatori non si possono rendere conto dei problemi alle zampe o al petto, perché nella Grande Distribuzione i polli sono venduti porzionati e comunque senza zampe: “Questi problemi possono emergere al mercato o in qualche macelleria, ma soprattutto nei macelli, in seguito ai controlli dei veterinari che sono molti attenti”, spiega Guarino Amato.

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Un caso di lievi hock burns rilevato in un supermercato italiano nel marzo 2024

Declassificazione

E possono avere  conseguenze anche dal punto di vista commerciale: “se le anomalie del petto come white stripes, wooden breast ed ematomi sono gravi, le carni vengono declassate e destinate a produrre alimenti trasformati”, ricorda la ricercatrice. E nei casi più gravi si può arrivare anche a sanzionare o segnalare alla ASL l’allevamento da cui provengono gli animali. Per quanto riguarda i casi denunciati dal servizio della BBC, bisognerebbe avere maggiori dettagli sulla diffusione del fenomeno tenendo conto che in Inghilterra il tipo di allevamento è leggermente diverso al nostro, meno intensivo“, spiega Guarino Amato.

Senza dimenticare un altro elemento importante per il benessere degli animali, ossia la densità negli allevamenti. “In Italia è regolamentata – la legge prevede una densità massima di 33 Kg/m2, che  può arrivare in casi particolari a 39 o 42 Kg  – ma è comunque molto alta e non consente agli animali di esprimere appieno la loro attività di specie”, spiega la ricercatrice. “È difficile indurre gli allevatori a diminuirla volontariamente perché questo comporta un aumento dei costi e di conseguenza un innalzamento dei prezzi alla vendita”.

Bisognerebbe capire meglio se la diminuzione della densità, oltre che in un maggior benessere per gli animali, può tradursi in una maggiore efficienza di trasformazione dei mangimi in carne: “In questo modo i minori consumi potrebbero compensare i maggiori costi dovuti alla diminuzione della densità”, conclude Guarino Amato.  “Questi approfondimenti sono necessari, perché il pollo è una carne di alta qualità con prezzi accessibili a tutti”.

© Riproduzione riservata. Foto: Researchgate.net, Open Cages

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Simona
Simona
16 Marzo 2024 10:05

Basta allevamenti intensivi!! Si può mangiare carne, ma mantenendo una dignità di vita e soprattutto di morte per queste creature che ci donano la loro carne bisogna che diventi più importante il benessere animale

Lisa Tedeschi
Reply to  Simona
18 Marzo 2024 16:21

Nn credo siano tanto felici di donare la loro carne

Lisa Tedeschi
18 Marzo 2024 16:19

Sfortunate creature ,vita breve e anche dolorosa se solo la gente smettesse di mangiare carne sarebbe un mondo migliore

Danilo
Danilo
Reply to  Lisa Tedeschi
19 Marzo 2024 09:30

Parole sante! Tanti si comportano come se la carne fosse indispensabile. Niente di più falso!

Simonetta Galante
Simonetta Galante
Reply to  Lisa Tedeschi
24 Marzo 2024 11:54

Vero, è ormai appurato che la carne, specie se consumata quotidianamente, è deleteria per la salute umana. Non siamo tigri né leoni!

Stenella
Stenella
20 Marzo 2024 21:12

Già solo il fatto che la densità venga calcolata in kg/m2 e non in numero di capi per m2 la dice lunga sulla considerazione in cui sono tenuti gli animali…

Lucia
Lucia
23 Marzo 2024 09:27

Povere creature, per quanto mi riguarda, quando ero carnivora non ho mai mangiato alcun tipo di volatile, dal 1973 ho smesso di mangiare quelli che considero cadaveri sia di terra che di mare. Oggi ho 76 anni e sto bene.

Mottin Alessio
Mottin Alessio
25 Marzo 2024 16:06

Vorrei integrare l’articolo, in parte lacunoso.
Giusta la parte della lettiera che se ben gestita resta verosimilmente asciutta.
Non viene specificato però che l’allevatore ha tutto l’interesse a limitare al massimo problemi sanitari degli animali in quanto, essendo un semplice intermediario di filiera (praticamente la totalità degli allevatori ha contratti di soccida) al quale vengono affidati polli per l’ingrasso che di fatto già appartengono alla azienda che li macellerà e commercializzerà, in caso di non raggiungimento delle performance produttive richieste si vedrà decurtata una parte del compenso sotto forma di sanzione.
Di norma è tollerato uno scarto max del 3%, che comprende la mortalità e problemi di accrescimento/sanitari.
Inoltre bisogna sapere che presso ogni macello, in aggiunta ai tecnici e/o veterinari della azienda stessa, sono presenti i veterinari ASL che durante la macellazione e lavorazione dei polli valutano lo stato di salute e la presenza di problemi sanitari, ed in caso lo ritengano opportuno segnalano al servizio veterinario della ASL ove si trova l’ allevamento interessato, la presenza di animali danneggiati.
Di norma, alla terza segnalazione, se l’allevatore ha la deroga per produrre con una densità di 39kg/m2 la ASL competente gli imporrà la densità max di 33kg/m2.
Da segnalare che gli allevatori che non superano la densità di 33 kg/m2 non sono soggetti a particolari controlli tranne nel caso di evidenti violazioni del benessere animale riscontrate in macello o in sede di visita ASL.
E ancora ricordo, che spesso i trattamenti sanitari, molto esosi, sono a carico dell’allevatore che quindi non ha alcun interesse a vedere gli animali ammalarsi.
Per finire, la questione del miglioramento delle lettiere in relazione alla densità di allevamento:
Effettivamente, la riduzione dei capi allevati (che ripeto non è una scelta dell’allevatore ma della controparte contrattuale) gioca senza dubbio a favore del miglioramento delle condizioni di vita degli animali, anche se la densità di allevamento è solo una voce in un ambiente molto complesso qual’è un allevamento intensivo, dove giocano una parte fondamentale anche la corretta gestione delle attrezzature, dei flussi d’aria, del riscaldamento, del raffrescamento, della qualità dei mangimi ecc….
Noto sempre con dispiacere quanto spesso gli allevatori vengano considerati il male assoluto, responsabili di ogni nefandezza quando spesso, essi stessi sono schiavi delle dinamiche di mercato e dei contratti stipulati con le multinazionali di produzione e vendita.
Cordialità.
Mottin Alessio
Tecnico agrario.

Paola Cicerone
Paola Cicerone
Reply to  Mottin Alessio
28 Marzo 2024 11:45

Nell’articolo si parla delle diverse ( e comunque eccessive) densità negli allevamenti, del possibile intervento dei veterinari e dei diversi fattori che concorrono al benessere degli animali ( approfonditi anche in altri articoli pubblicati in questi giorni). Resta il fatto che gli allevamenti intensivi e le razze a rapido accrescimento compromettono, in modo più o meno rilevante, il benessere degli animali. E chi ha a cuore questo problema non può che esprimere una posizione critica.