Acqua di un fiume con schiuma; concept: inquinamento, pesticidi

Ci sono PFAS nei corsi d’acqua di 16 Regioni italiane, ma per le restanti quattro non abbiamo dati. È questo lo scenario allarmante descritto dal rapporto La contaminazione da PFAS in Italia, presentato il 28 maggio da Greenpeace, durante una conferenza stampa alla Camera dei Deputati. Nel corso dell’evento, l’associazione ambientalista e gli altri movimenti presenti hanno lanciato un appello per chiedere la messa al bando della produzione e dell’uso delle sostanze poli- perfluoroalchiliche in Italia, composti estremamente persistenti nell’ambiente e, in alcuni casi, cancerogeni per gli esseri umani.

Greenpeace ha analizzato i dati contenuti in un database dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). La banca dati in questione raccoglie gli esiti delle analisi effettuale dalle ARPA tra il 2019 e il 2022 nei corpi idrici italiani (fiumi, laghi e acque sotterranee).

Il rapporto di Greenpeace sugli PFAS

Secondo l’inchiesta di Greenpeace, sono presenti PFAS nei corsi d’acqua di tutte le Regioni che hanno effettuato controlli, sedici in totale. Le quattro Regioni per cui non abbiamo dati sono Calabria, Molise, Puglia e Sardegna. Il rapporto di Greenpeace rileva anche una forte disomogeneità nella distribuzione dei controlli: Veneto e Piemonte, interessate da casi ben noti di contaminazione ambientale, insieme a Lombardia e Friuli-Venezia Giulia hanno eseguito quasi il 70% di tutte le analisi. Le altre 12 regioni hanno effettuato il restante 30%.

I controlli degli enti preposti hanno rilevato la contaminazione da PFAS nel 17% dei campioni, per un totale di quasi 18 mila analisi positive. La presenza dei contaminanti varia di Regione in Regione: Basilicata (31%), Veneto (30%) e Liguria (30%) sono quelle con la più alta percentuale di positività, mentre Lombardia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Campania presentano un tasso superiore al 10% di campioni contaminati.

Greenpeace rapporto PFAS analisi per regione

In Veneto e Piemonte i livelli più elevati

Non sorprende scoprire che la Regione in cui si rilevano le più alte concentrazioni PFOS (acido perfluoroottandolfonico) e PFOA (acido perfluoroottanoico) è il Veneto. Le province di Vicenza, Verona e Padova, infatti, sono teatro di una delle più gravi contaminazioni da PFAS di tutta Europa e di recente uno studio ha accertato l’esistenza di un nesso causale tra la contaminazione ambientale nella zona e un aumento di mortalità (ne abbiamo parlato in questo articolo sugli PFAS in Veneto).

Anche in Piemonte sono presenti livelli elevati di PFOA e PFOS nei corpi idrici interessati dagli scarichi dell’azienda chimica Solvay (oggi diventata Syensqo), unica azienda produttrice di PFAS ancora attiva in Italia. Dopo Veneto e Piemonte, le più alte concentrazioni di PFOA sono state rilevate in Lombardia, seguita da Emilia-Romagna e Lazio.

Greenpeace rapporto PFAS risultati analisi
Le concentrazioni di PFAS nelle acque indicate nella grafica sono espresse in µg/l

La situazione descritta dal rapporto di Greenpeace è allarmante, ma potrebbe essere addirittura peggiore, vista la frammentarietà dei controlli eseguiti dagli enti preposti. Per questo motivo l’associazione chiede di adottare urgentemente limiti all’uso degli PFAS, come hanno già fatto gli Stati Uniti e diversi Paesi europei.

© Riproduzione riservata Foto: Fotolia, Greenpeace

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luigiR
luigiR
31 Maggio 2024 13:33

se in tutte le regioni indagate si sono trovate percentuali importanti degli inquinanti citati nell’articolo, è verosimile che anche le rimanenti regioni, non ancora indagate, presentino le stesse problematiche. ma perché, poi, non avrebbero provveduto a corrispondere tali dati all’ISPRA? forse per negligenza, per non creare ulteriori allarmi ambientali tra le popolazioni locali o per timore di apparire meno attrattivi agli occhi dei turisti? ciò espresso, spero vivamente che vietino la produzione di queste sostanze al più presto.

Roberto
Roberto
Reply to  luigiR
1 Giugno 2024 09:48

Ci stanno uccidendo in maniera silenziosa con Pfas, microplastiche, vari agenti tossici negli alimenti della grande distribuzione, ecc. Siamo impotenti e incapaci di una qualsiasi reazione. Manca una vera e totale informazione consapevole popolare e globale. Poi si dovrà reagire in qualche modo…

luigiR
luigiR
Reply to  Roberto
3 Giugno 2024 15:10

il problema è rappresentato dai nostri politici, che danno o non danno particolare risalto a tali questioni.

Roberto
Roberto
Reply to  luigiR
4 Giugno 2024 09:35

Certo, la colpa è sempre dei politici, mai nostra, mai dei cittadini.

Alzi la mano chi non ha in casa padelle antiaderenti e capi di abbigliamento impermeabili, oggetti per i quali si utilizzano i PFAS.

Basta non comprare più questi prodotti e l’industria smetterà di usarli.

luigiR
luigiR
Reply to  Roberto
4 Giugno 2024 14:07

il problema lo vedo in questi termini: finché la popolazione sarà totalmente resa edotta e cosciente del peso ambientale e sanitario dei propri acquisti, quanto tempo dovrà passare? i tempi potrebbero essere molto più brevi se chi, alla guida di una comunità, legifera in maniera tale che simili sostanze non siano più commercializzate.

Roberto
Roberto
Reply to  Roberto
4 Giugno 2024 09:33

Mamma mia quanto allarmismo!

“Ci stanno uccidendo in maniera silenziosa”…

Faccio sommessamente notare che alla data dell’Unità d’Italia (1861) la vita media degli Italiani non arrivava a 50 anni (era 49 e spiccioli), senza i PFAS.
Oggi la vita media in Ue è pari a 81,5 anni con l’Italia seconda tra tutti i paesi con 83,8 anni.

Sinceramente non ho la sensazione di una catastrofe demografica immininente.

luigiR
luigiR
Reply to  Roberto
4 Giugno 2024 14:22

immagino che lei sappia dei progressi scientifici realizzati nei 163 anni di unità d’Italia citati. è proprio a seguito di queste conoscenze che la vita media è potuta aumentare. ragion per cui, se oggi sappiamo come tali sostanze rappresentino un pericolo per la salute e per l’ambiente, vietando la produzione di tali materiali, potremmo compiere un altro passo significativo per migliorare ulteriormente le nostre condizioni di vita. cosa che potrebbe garbare anche a lei (sempre che non abbia interessi economici legati alla loro produzione, s’intende…).

Raffaele
Raffaele
Reply to  Roberto
4 Giugno 2024 19:09

Nel 1861 la vita media era di 50 anni ma senza Alzheimer e Parkinson.e sindrome metabolica. Adesso anche prima di 60 anni molte persone hanno disturbi mentali , metabolismo alterato e non sono autosufficienti e depressi.

Roberto
Roberto
Reply to  Raffaele
6 Giugno 2024 09:18

E quindi?
Meglio il tenore di vita del 1861?
Non capisco…

Raffaele
Raffaele
Reply to  Roberto
6 Giugno 2024 14:48

forse si dal punto di vista mentale,comportamentale, religioso e di benessere psicofisico generale

Paolo bagatoli
Paolo bagatoli
2 Giugno 2024 10:53

Continuate, per un mondo migliore per chi non può capire il significato di “mangiare naturale” perché nato in un periodo la sostenibilità non è prodotta in casa. E conoscono che le cose comprate sugli scaffali dei supermercati

Umberto
Umberto
3 Giugno 2024 12:56

Mi chiedo sempre se i prodotti delle zone rosse sono sicuri per il consumo; ad esempio nella zona rossa veronese c’è la produzione del radicchio e tanti altri ortaggi, ma anche allevamento intensivo di polli. Vengono fatte delle analisi?

Emilia
Emilia
4 Giugno 2024 11:16

Non ho le conoscenze per capire bene, ma mi è nato un allarme: Ma qual è la presenza nell’acqua del rubinetto? Grazie

Valeria Nardi
Reply to  Emilia
4 Giugno 2024 11:45

Gentilissima, deve verificare se il suo comune o il gestore dell’acqua potabile ha pubblicato le analisi al riguardo. Per esempio per Milano qui trova i risultati: https://www.ats-milano.it/ats/carta-servizi/guida-servizi/ambiente/acqua/mappatura-delle-sostanze-perfluoroalchiliche-pfas-nell-acqua-potabile

Donatella
Donatella
Reply to  Valeria Nardi
5 Giugno 2024 15:20

È possibile avere un link anche x le zone del Piemonte? Grazie
Saluti

Bea
Bea
4 Giugno 2024 14:10

il 1 grafico non è molto intuitivo… ho visto Veneto in Bianco e mi sono stupita… poi ho visto che in bianco sono le regioni messe peggio… forse i colori andavano invertiti per una più immediata comprensione…

Alberto Mantovani
4 Giugno 2024 16:28

Ricordiamo che incontrovertibilmente dai corpi idrici i PFAS passano alle filiere agroalimentari

Marina
Marina
8 Giugno 2024 09:45

Come fare per chiedere analisi anche nella regione dove non ne risulta nessuna, tipo la Calabria?

luigiR
luigiR
Reply to  Marina
10 Giugno 2024 14:31

perché non chiede a qualche associazione di consumatori lì presente?