Nelle ultime settimane ho fatto la spesa in diversi supermercati di Milano per capire meglio la questione delle strisce bianche (white striping) sui petti di pollo che voi avete evidenziato. Prima di leggere gli articoli non avevo notato nulla. Adesso ho effettivamente riscontrato le strisce bianche anche nei petti di pollo Aia che compro di solito. Ho controllato diverse confezioni di petto di pollo Aia nei vari punti vendita e ho notato che alcuni supermercati applicano sconti in etichetta del 20-30%, mentre in altri i petti di pollo sono venduti a prezzo pieno (14,99 €/kg).
Alla fine ho deciso di non comprarli e ho preferito i petti di pollo Esselunga Top che sono etichettati come prodotti provenienti da polli a crescita lenta, anche se costano di più. Nei banchi frigo ci sono anche petti di pollo venduti a minor prezzo (9-10 €/kg), ma anche loro hanno le strisce bianche. Ma allora qual è la differenza?
Angela
Le risposte di UnaItalia
Abbiamo inviato la lettera della lettrice ad Aia che, pur essendo il più grande allevatore di polli in Italia non ha risposto. In compenso abbiamo ricevuto una nota dell’associazione di categoria dei produttori UnaItalia che a nome del suo associato (Aia) e di altri come Amadori, Fileni, Martini e Galletto Vallespluga precisa: “Le strisce bianche sono una caratteristica visiva presente sulla superficie dei filetti di pollo che origina dall’accumulo di grasso intra-muscolare fra i fasci di fibre muscolari. Non si tratta, dunque, di una malattia né di uno stato patologico e la sua presenza non compromette in alcun modo la piena salubrità e la sicurezza alimentare dei prodotti”.
Non è così. Le strisce bianche non sono una “caratteristica visiva” come riporta la nota degli allevatori di polli, ma sono, secondo il mondo scientifico e i veterinari, una miopatia, ovvero una patologia come indicano le parole che terminano con ‘-ia’ (distrofia, cardiopatia, mialgia…). D’altro canto la definizione su Wikipedia è chiara: Il termine miopatia raccoglie qualsiasi sindrome o malattia il cui contesto clinico è dominato da alterazioni in senso anatomo-patologico, fisiologico o biochimico delle cellule o del tessuto interstiziale che compongono il muscolo volontario. In altre parole non si sa ancora se il pollo con le strisce bianche sia sofferente e comunque non è ancora dimostrato che il problema interferisca con l’attività metabolica, anche perchè gli animali vengono macellati dopo 1-2 mesi.
I petti di pollo con white striping
L’associazione degli allevatori prosegue dicendo che: “I petti di pollo che presentano ‘white striping’, conservano intatte, al momento del consumo, le caratteristiche organolettiche e possiedono proprietà nutrizionali analoghe alle carni prive di striature bianche”.
Anche questa tesi è errata, in quanto le ricerche scientifiche indicano che i petti di pollo con striature hanno più grasso e tessuto connettivo, come riportato da numerose ricerche scientifiche e dal test della rivista Il Salvagente pubblicato nel mese di marzo 2024 (ne abbiamo parlato in questo articolo con il commento di Enzo Spisni).
UnaItalia prosegue dicendo che “I fattori individuati dalla ricerca non pongono in correlazione il white striping con il benessere animale”. Anche questa affermazione non risponde al vero, in quanto molte ricerche evidenziano una diretta correlazione fra le strisce bianche e uno scarso indice di benessere animale.
I controlli
E infine UnaItalia scrive: “Tutti i prodotti avicoli sono sottoposti giornalmente ai numerosi e rigidi controlli effettuati dagli operatori del settore e dai servizi veterinari pubblici: la caratteristica del white striping non rientra fra gli indicatori oggetto di ispezione veterinaria, in quanto non pregiudica l’igiene e la sicurezza alimentare dei prodotti avicoli.”
È vero quello che scrive l’associazione degli allevatori, tutti i polli vengono sottoposti a controlli veterinari, ma dimentica di dire che le procedure non prevedono neanche di prendere in considerazione la percentuale di polli con ustioni alle zampe e al garretto. Nulla dice sulla problematica della carne legnosa e dei muscoli ‘a spaghetti’ che si riscontrano in molti animali a crescita rapida proprio perché si tratta di animali squilibrati, di pulcinotti che mangiano in modo disperato e non riescono a muoversi per il troppo peso del petto non sostenuto da uno scheletro ancora in formazione. Certo questi polli passano la visita veterinaria anche se sono malati e sono ormai diventati “macchine da carne”.
© Riproduzione riservata Foto: Il Fatto Alimentare
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Il consumatore attento e sveglio ha una unica possibilità in casi simili a questo: BOICOTTAGGIO TOTALE!
Lo faccio da sempre, ma siamo mosche bianche ormai
Qualcosa avevo intuito, sulla presenza di strisce bianche sui petti di pollo, ma non sono in grado di capre se occorre evitarli o meno. Visto che non esistono controindicazioni ufficiali, continuerò ad acquistarli, con o senza sconti.
Se trova le strisce bianche vuole dire che il pollo è stato macellato dopo 6-7 settimane quando è ancora un pulcinotto, quando non ha uno scheletro strutturato. Un animale cresciuto in modo esagerato con un petto pesante che gli limita fortemente gli spostamenti e probabilmente ha vistose ustioni alle zampe.
Massimo Giustini, non si tratta di controindicazioni per rischio salute, ma la loro presenza dimostra che quel pollo è stato allevato e alimentato in modo errato per farlo crescere in fretta con conseguenze di malessere x l’animale.
Io non voglio mangiare polli che hanno sofferto, meglio “simil petti” vegetali,molto buoni!
Grazie per l informazione
Riporto testuale: “pulcinotti di uno/due mesi” selezionati dall’industria per essere vere e proprie “macchine da carne” che “mangiano disperatamente” con programmata fame insaziabile allo scopo di poter essere macellati prima possibile, fornendo peraltro in questi casi carne di qualità mediocre venduta sui banchi a ben quindici euro al chilogrammo. Traduzione: massimizzare la velocità e il profitto laddove un maggior benessere animale e un accrescimento più lento (anche solo un mese o due in più di vita sicuramente gioverebbero) non sono presi in minima considerazione. Buon appetito.
Ho sempre mangiato carne di pollo e sempre la mangerò. Troppo buona.
Secondo me, una volta era buona, forse 30 o 40 anni fa, oppure se allevato da un piccolo produttore; oggi è difficile perché si sa in che condizioni sono allevati, le loro sofferenze e la qualità dei mangimi, che carne può essere? A me turba molto.
Buongiorno,
i petti di pollo con il marchio Top Esselunga sono attualmente venduti a 24,40 €/kg. Sarà anche vero che si tratta di carne proveniente da polli a crescita lenta, che diventano pronti per la macellazione dopo 10/12 settimane, e che quindi richiedono costi di allevamento superiori a quelli dei polli a crescita rapida, che raggiungono il peso richiesto dopo sole 5/8 settimane ma che soffrono del problema delle strisce bianche.
Tuttavia, a me sembra che il prezzo di 24,40 €/kg sia assurdo!
Stiamo parlando di carne di pollo, non di carne bovina di razza chianina!
Il Fatto Alimentare potrebbe fare un’indagine per capire come questo prezzo sia calcolato?
In pratica mi sembra che il vecchio ‘Pollo del Contadino’ sia ormai diventato il ‘Pollo del Gioielliere’ !!!
Grazie e cordiali saluti.
Salve, rispondo come professionista che lavora nel settore carni da circa 20 anni. (Quindi con una certa cognizione di causa)
Il prezzo da Lei indicato (circa 25 euro/kg) è totalmente giustificato per un petto di pollo di buona qualità.
Il problema è proprio questo: ora sono tutti indignati a guardare le striscette bianche sul petto di pollo, ma nessuno si rende conto che il vero problema è la ricerca del prezzo basso nel settore alimentare.
La informo, che un pollo “del contadino” come dice lei (che poi sia del contadino non è indice di salubrità ma vabbè), ha un prezzo corretto di circa 30 euro per un pollo intero di circa 2 kg.
Gli indignati delle strisce bianche saranno mica i soliti che vogliono il prosciutto crudo a 20-30 euro/kg (“mi raccomando magro”), il prosciutto cotto “senza polifosfati ma quello in offerta”, o “la bresaola in offerta tanto è igp, sarà sicuramente italiana”.???
Penso ci sia molta ignoranza riguardo a quello che compriamo e a quanto lo paghiamo.
I prezzi dei petti di pollo a crescita lenta negli altri paesi però non raggiungono questi livelli di prezzo . Ma ritorneremo sull’argomento
“crescita lenta” comporta anche degli standard qualitativi paragonabili a “pollo del contadino”?
Penso che per un pollo ruspante allevato come Dio comanda il prezzo che ho indicato sia corretto. (15 euro/kg al pubblico per un busto intero)
Ripeto, ormai trattiamo il cibo quotidiano come la spesa da analizzare e tagliare più possibile. Salvo magari andare al ristorante e spendere 50 euro a persona per un pasto.
La crescita lenta evita la formazione di strisce bianche e dovrebbe essere abbinata a maggiore spazio a disposizione a una gestione della lettiera corretta e a migliori situazioni ambientali . Tutto ciò dovrebbe evitare di allevare macchine da carne e avvinare i polli a una vita migliore. È un po’ come concedere alle galline ovaiole di non vivere più in gabbia
Infatti è un miglioramento auspicabile rispetto alle condizioni attuali, ma non porta all’ equivalenza di “pollo allevato come da un contadino”.
Per quanto riguarda il fenomeno “strisce bianche”, invece, vorrei fare una precisazione: una leggera striatura bianca è spesso presente anche naturalmente, mentre nel caso patologico, oltre alla striatura, è presente un’alterazione importante della consistenza della carne, notabile soprattutto nel petto di pollo intero: al tatto, si ha come la sensazione di un muscolo contratto, con differenza di consistenza in corrispondenza delle striature.
Da qui forse la risposta che avete ricevuto dall’ industria alimentare.
(Detto questo sono passibile di correzione da tecnici veterinari o simili, parlo solo per esperienza professionale, le mie competenze sono più sul versante economico)
Sarebbe possibile avere la giustificazione per questo prezzo? Quali sono i costi che incidono sul prezzo di 1kg di petto di pollo? E per quale percentuale? Perché sinceramente io non ce la faccio a pagare quel prezzo. E come me tanti altri. E no, non ce ne andiamo al ristorante a pagare 50 euro per una bistecca. E anche se fosse, una cosa è pagare 50 o anche 100 euro o anche 200 ogni 6 mesi e un’altra pagarli una volta a settimana per far mangiare una famiglia di quattro persone.
Quindi, mi dispiace, ma finché il benessere animale non diventerà almeno un po’ più a buon mercato, continuerò a pensare al benessere MIO e della mia famiglia.
E nessuno mi toglierà dalla testa che simili prezzi sono gonfiati alla fine della filiera da chi specula proprio sul “bio” e sul “benessere animale”, ovvero i grandi marchi che hanno la loro linea bio oppure la GDO.
io posso cercare di capire che lei parli di benessere economico, non di benessere inteso in senso sanitario (l’alimentazione è la prima cura che una persona attua per sé stessa). non c’è dubbio che i malintenzionati siano presenti ovunque, quindi su qualunque filiera. ma, se cerchiamo di essere più obiettivi, dobbiamo tener conto dei valori medi che ogni filiera, nel nostro caso del settore alimentare, esprime: il bio ha una presenza sul mercato percentualmente molto inferiore al convenzionale, ragion per cui deve avere un costo più alto, anche perché necessita di maggior lavoro manuale. se poi, ragionando, potessimo arrivare alla conclusione di tale confronto, le differenze sui costi, li potremmo vedere ampiamente recuperate da una salute migliore e da un maggior rispetto verso animali allevati e ambiente.
Concordo su tutto! Il proverbio” la salute non si compra!” Non è sempre vera x definizione, dacché il cibo si trasforma in cellule, e noi, ivi compresi gli animali, siamo ciò di cui ci nutriamo.
Stiamo attenti il prezzo fa la differenza sia x il benessere dell’animale che sulla sua salute! Non è una carne salubre così pompata
E poi quanto si spende x un insalata pronta, lavata in busta? 15€ al kg!,, idem x verdure e frutta pronte al consumo! E le bibite? E le caramelle? ecc……
Riflettiamo e scegliamo.
Purtroppo, tranne voi, nessuno parla di queste cose e non oso pensare come vengono allevati i polli, trattate le galline per le uova e tutti gli animali allevati e poi macellati.
Il problema è da sempre complesso e forse negli ultimi anni addirittura peggiorato per un fatto economico.
A noi consumatori non ci resta che fare, nel limite del possibile, scelte le più oculate possibile e non acquistare ad occhi chiusi.
Ci sono stati molti documentari anche su Rai 3 a Report o Chi viene a cena; documentari difficili da guardare tanto erano situazioni orribili!
Dobbiamo informarci su quello che mangiamo!!
Infatti! Impariamo ad usare anche i neuroni e non soltanto la bocca.
occorre stare molto attenti a ciò che si acquista, solo in questo modo possiamo ostacolare gli allevamenti che sfruttando gli animali pensano solo al proprio guadano.
Bravissima, purtroppo per molti, l’importanza è rivolta alla bontà del prodotto : fregandosene totalmente del benessere degli animali !!!
Queste strisce bianche, equivalgono al trattamento rivolto nei loro confronti : ovvero. la sicurezza che abbiano sofferto; prova ne sia che un gruppo di animalisti hanno fatto ricerche su questo tema, chiedendo alla LIDL di avere più sensibilità e “rispetto”!!!
Tutto verosimilmente vero! Mi dispiace confermare ciò che ho letto, e che sapevo nei dettagli, dacché; gli allarmi sugli allevamenti intensivi, sono frequenti e ben documentati. (Il pollo top! Una vera delizia!) Al momento non trovo nulla di meglio, sugli scaffali.