maiali, suini, allevamento

Il 2 novembre 2024 si è registrato l’ennesimo focolaio di Peste suina africana in un allevamento suinicolo di Frassineto Po, in Provincia di Alessandria. È il primo focolaio in questa provincia dopo che nei mesi scorsi, in Piemonte le autorità avevano registrato altri 8 casi, di cui 7 in Provincia di Novara e uno vicino Vercelli. La mappa diffusa dal Bollettino epidemiologico nazionale (vedi sotto) qui di seguito indica il luogo in cui si è verificato il focolaio, a poche centinaia di metri di distanza dal Po.

Si tratta di una pessima notizia per gli allevatori e gli operatori della filiera suinicola. Il riscontro del virus della Peste suina in questo allevamento composto da 2.435 capi comporta infatti l’abbattimento di tutti i maiali. Oltre a ciò l’altro elemento da considerare è che Frassineto Po è un comune situato nella zona II indicata con il colore rosa chiaro sulla mappa. Il colore rosa indica una zona dove la malattia sino ad ora è stata riscontrata solo tra i cinghiali selvatici.

Peste suina Alessandria Frassino novembre 2024
Il 2 novembre a Fassineto Po le autorità hanno rilevato l’ultimo focolaio di Peste suina in allevamenti

La peste suina continua anche in autunno

D’ora in poi il comune e le aree limitrofe rientreranno nell’area dove dovranno essere applicate misure più restrittive per quanto riguarda la movimentazione degli animali e le carni. Il nuovo focolaio registrato a distanza di oltre due mesi dai precedenti verificatisi in Piemonte, ha destato perplessità fra gli operatori e i veterinari che considerano l’autunno un periodo di “letargo” per il virus della peste suina.

Con l’abbassamento delle temperature e l’arrivo dei primi freddi il rischio di nuovi focolai fra i cinghiali selvatici è infatti ritenuta improbabile. Le pochissime positività di carcasse di cinghiali trovate nei boschi negli ultimi quattro mesi sembravano confermare questa teoria.

Il nuovo focolaio contrasta clamorosamente con l’annuncio fatto un paio di mesi fa da parte della Regione Piemonte, che con toni trionfalistici aveva annunciato la riduzione di alcune restrizioni in diversi territori regionali. Fino ad or  non ci sono comunicazioni ufficiali su questo nuovo focolaio, che però conferma il dato di una situazione non proprio sotto controllo. Vi terremo aggiornati

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos

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Daniela Sacchi
Daniela Sacchi
5 Novembre 2024 14:04

Forse ci sarebbero meno malattie e epidemie se gli animali fossero tenuti in allevamenti puliti e con spazi sufficienti perché possano vivere. Bisognerebbe impedire con leggi appositi gli allevamenti intensivi che sono dei veri lager ricettacolo di qualsiasi malattia.

Pinuccio
Pinuccio
Reply to  Daniela Sacchi
5 Novembre 2024 17:13

Ma basta con questi luoghi comuni!
Gli allevamenti intensivi in Italia non sono lager!
Non c’è nessun interesse per gli allevatori che gli animali si ammalino (di “qualsiasi malattia”) perché ciò va a discapito del valore: se gli animali si ammalano e muoiono sono una perdita in conto capitale, perché non possono essere venduti e la qualità delle carni ne risente e viene deprezzata. E comunque ci sono i controlli veterinari ad evitare che questo accada.
Se ci sono allevatori disonesti – e quando ne esistono, sono una percentuale pur fortuna molto ma molto piccola rispetto a quelli che hanno a cuore l’allevamento – è giusto che siano denunciati e perseguitati, ma non si può fare di ogni erba un fascio.

ChristineI
ChristineI
Reply to  Pinuccio
18 Novembre 2024 14:03

Ha mai visto i documentari in tv su Report? certo non saranno di suo gradimento, ma sono stati filmati allevamenti “dell’orrore “; esistono eccome questi tipi di allevamenti; d’altronde le norme stesse acconsentono a spazi super ridotti!

Azul98
5 Novembre 2024 16:45

Affinché si fa di tutto per incrementarli le amare conseguenze sono queste.

Patrizia
Patrizia
5 Novembre 2024 17:04

Con il cambiamento climatico in atto e il caldo delle scorse settimane come si fa a dire che d’inverno il virus diminuisce di intensità? Dove vivono questi esperti?

Roberto La Pira
Reply to  Patrizia
5 Novembre 2024 17:50

Il senso è che con l’abbassamento delle temperature il virus per motivi non ancora chiariti perde virulenza e l’epidemia registra una battuta d’arresto. Certo il clima cambia, ma in ottobre non sono state registrate le temperature di luglio e agosto.

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