Il 2 novembre 2024 si è registrato l’ennesimo focolaio di Peste suina africana in un allevamento suinicolo di Frassineto Po, in Provincia di Alessandria. È il primo focolaio in questa provincia dopo che nei mesi scorsi, in Piemonte le autorità avevano registrato altri 8 casi, di cui 7 in Provincia di Novara e uno vicino Vercelli. La mappa diffusa dal Bollettino epidemiologico nazionale (vedi sotto) qui di seguito indica il luogo in cui si è verificato il focolaio, a poche centinaia di metri di distanza dal Po.
Si tratta di una pessima notizia per gli allevatori e gli operatori della filiera suinicola. Il riscontro del virus della Peste suina in questo allevamento composto da 2.435 capi comporta infatti l’abbattimento di tutti i maiali. Oltre a ciò l’altro elemento da considerare è che Frassineto Po è un comune situato nella zona II indicata con il colore rosa chiaro sulla mappa. Il colore rosa indica una zona dove la malattia sino ad ora è stata riscontrata solo tra i cinghiali selvatici.
La peste suina continua anche in autunno
D’ora in poi il comune e le aree limitrofe rientreranno nell’area dove dovranno essere applicate misure più restrittive per quanto riguarda la movimentazione degli animali e le carni. Il nuovo focolaio registrato a distanza di oltre due mesi dai precedenti verificatisi in Piemonte, ha destato perplessità fra gli operatori e i veterinari che considerano l’autunno un periodo di “letargo” per il virus della peste suina.
Con l’abbassamento delle temperature e l’arrivo dei primi freddi il rischio di nuovi focolai fra i cinghiali selvatici è infatti ritenuta improbabile. Le pochissime positività di carcasse di cinghiali trovate nei boschi negli ultimi quattro mesi sembravano confermare questa teoria.
Il nuovo focolaio contrasta clamorosamente con l’annuncio fatto un paio di mesi fa da parte della Regione Piemonte, che con toni trionfalistici aveva annunciato la riduzione di alcune restrizioni in diversi territori regionali. Fino ad or non ci sono comunicazioni ufficiali su questo nuovo focolaio, che però conferma il dato di una situazione non proprio sotto controllo. Vi terremo aggiornati
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare