pellicole per alimenti in cera d'api, beeopak: uso con cavolo, pane, oliveNatura e tecnologia si alleano nella lotta contro l’inquinamento da plastica e gli sprechi per dare vita a imballaggi innovativi ricavati da materie prime rinnovabili, prodotte in modo sostenibile e adatte al contatto con gli alimenti. L’ultima novità per conservare e trasportare i cibi sono gli involucri green, realizzati con materiali naturali, biodegradabili e plastic-free, destinati a sostituire quelli sintetici finora comunemente usati come il cellophane, l’alluminio, la carta paraffinata, i sacchetti di plastica. Le alternative ecologiche alla classica pellicola sono uno degli ambiti su cui si stanno concentrando diverse start up in tutto il mondo, con l’obiettivo di produrre involucri innovativi in grado di preservare l’integrità degli alimenti, ma al tempo stesso risultare sicuri per la salute e per l’ambiente.

La cera d’api si sta rivelando una delle materie prime più interessanti in quest’ambito. «Se opportunamente lavorato – spiega Francesca De Vecchi, tecnologa alimentare – questo materiale permette di ottenere imballaggi per alimenti funzionali e compostabili, che possono aiutare nella conservazione domestica dei cibi con un minore impatto sull’ambiente». Sul mercato si trova sotto forma di fogli di diverse fogge, misure e fantasie. «I fogli di cera – prosegue De Vecchi – sono facili da modellare perché, una volta scaldati con le mani, diventano morbidi e autosigillanti. Garantiscono tuttavia un certo grado di traspirazione, che li rende adatti a coprire i prodotti che temono la formazione di condensa». Quanto alla sicurezza: «Dipende dalla qualità degli ingredienti – spiega l’esperta – che per legge deve essere garantita dal produttore così come la loro idoneità al contatto alimentare».

cera d'api, nuovo materiale eco per avvolgere alimenti, azienda apepak
Le nuove pellicole uniscono la cera d’api con il cotone biologico, con una tramatura sviluppata per assorbire la miscela a base di cera, con resina di pino e olio vegetale

Apepak e Beeopak sono due prodotti innovativi made in Italy realizzati con cera d’api e cotone biologico certificato Gots (Global Organic Textile Standard) cioè derivante da coltivazioni che adottano metodi biologici e non impiegano pesticidi, oppure riciclato dagli avanzi dei laboratori tessili italiani. Hanno una tramatura sviluppata appositamente per assorbire la miscela a base di cera d’api proveniente da apicoltori locali, con l’aggiunta di resina di pino e olio vegetale, ma priva di sostanze chimiche dannose o estranee, come la paraffina e la stearina. Ecofriendly, biodegradabili al 100% e privi di sostanze nocive, entrambi gli involucri innovativi hanno ottenuto la certificazione ambientale Oeko-Tex e l’attestato Moca, che ne assicura l’idoneità per il contatto con gli alimenti. Secondo i produttori, il loro utilizzo (replicabile fino a 100 volte) farebbe risparmiare almeno un metro quadrato di plastica al giorno a famiglia, senza rinunciare all’efficace conservazione di cibi sia cotti che crudi, compresi pane, frutta e formaggi.

Le pellicole plastic free di Apepak, realizzate grazie alla collaborazione di Conapi e Mielizia, hanno debuttato lo scorso novembre nei negozi dell’area di Treviso aderenti al gruppo Fidia-Confcommercio, contribuendo non solo a portare una svolta ecologica in cucina, ma anche a promuovere l’inclusione sociale grazie al coinvolgimento della Cooperativa Sociale L’Incontro Industria 4.0, che ha come obiettivo l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con problematiche psico-sociali di diversa natura. Per riutilizzare gli incarti è sufficiente lavarli con una spugnetta, utilizzando acqua fredda (a temperatura inferiore ai 30°) e aceto o un po’ di detersivo neutro (o sapone tipo Marsiglia) per rimuovere anche gli eventuali odori assorbiti dal cibo con cui l’involucro è stato a contatto. Poi basta asciugarli con un panno morbido, ripiegarli e riporli in un luogo fresco e asciutto. Se invece sui fogli si formano delle crepe è sufficiente metterli in forno per un minuto a 50° per ammorbidire lo strato di cera e farne tornare uniforme la superficie. «Queste operazioni di manutenzione consigliate dagli stessi produttori sono necessarie per evitare l’accumulo di residui di cibo, che potrebbero favorire la proliferazione di batteri e muffe e la contaminazione degli alimenti», conclude De Vecchi.

Si tratta certamente di prodotti più costosi rispetto alle pellicole di plastica, ma sono anche lavabili e riutilizzabili fino a 100 volte e conservano al meglio molti alimenti

Lo svantaggio sta nel costo: gli involucri di cotone e cera d’api si possono acquistare online o in alcuni negozi specializzati e generalmente sono venduti in set contenenti fogli di diverse dimensioni e fantasie. I set, che contengono da uno a tre pezzi, costano tra i 12 e i 19 euro, a seconda delle dimensioni dei fogli. «Il prezzo è inevitabilmente più alto – prosegue De Vecchi – rispetto alle pellicole e agli incarti monouso più diffusi, ma la spesa iniziale tiene evidentemente conto della durata del prodotto e della consapevolezza di compiere un gesto positivo per l’ambiente. L’importante è assicurarsi di acquistare da canali ufficiali e affidabili e verificare che i rivenditori indichino in modo chiaro la denominazione, le caratteristiche del prodotto e le modalità di utilizzo, garantendo la sicurezza del materiale e la conformità a quanto previsto dalla legge».

Non tutti i cibi, però, sono idonei a essere conservati negli involucri di cera d’api. «Carne e pesce crudi – spiega De Vecchi – cibi molto oleosi e formaggi molli rilasciano succhi che tendono a intaccare la cera, riducendo la durata del materiale. Inoltre, come riportato sulle stesse confezioni, i fogli di questo materiale non possono essere usati nel forno, neppure nel microonde, o a contatto con i cibi ancora caldi. Possono invece essere inseriti nel freezer, ma garantiscono una durata dei cibi congelati di circa due settimane. Infine, l’utilizzo degli involucri di cera d’api è sconsigliato anche per il contatto con alimenti destinati ai bambini piccoli, ai soggetti immunodepressi o a coloro che hanno una manifesta allergia o ipersensibilità ai prodotti derivati dalle api o ad altri principi attivi che vengono generalmente utilizzati per la fabbricazione di questo materiale (oli vegetali, nocciole, resine, ecc)».

© Riproduzione riservata; Foto: Apepak, Beeopak

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Bernardo
Bernardo
3 Febbraio 2022 16:48

Immagino che ci sia qualcuno che utilizza 1 mq al giorno di pellicola, ma spero che non siano molti. A casa nostra un rotolino dura tra uno e tre anni. Sul serio qualcuno usa la pellicola per il pane? Riguardo a codesta pellicola a base di cera d’api mi pare sia poco meno impegnativa di un gatto, me l’hanno regalata, la riciclerò il prossimo Natale.

Roberto La Pira
Reply to  Bernardo
3 Febbraio 2022 18:13

Diciamo che in molte cucine la pellicola si usa con più frequenza