Close up di pasta integrale tipo fusilli

Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino, nel 2024, quattro prodotti venduti su 100 riportavano dichiarazioni che facevano riferimento alla ricchezza proteica e nel complesso questi hanno rappresentato il 5,3% del fatturato del settore alimentare. La ‘moda’ degli alimenti proteici è ormai affermata e, anche se nello scorso anno la crescita è rallentata e i volumi di vendita sono rimasti stabili rispetto al 2023, si tratta di una categoria ricca e articolata.

In generale, chi sceglie di consumare molte proteine sacrifica i carboidrati, rinunciando prima di tutto al pane e alla pasta, alimento costituito per il 70% carboidrati e il 12-13% da proteine. Questa rinuncia può essere evitata consumando pasta ‘arricchita’ in proteine. La prima in Italia è stata la pasta a marchio Felicia, prodotta a partire dal 2009 con farina di piselli, di ceci o di lenticchie. In questi anni però il mercato si è arricchito così oggi marchi come Barilla, De Cecco e Sgambaro propongono pasta ricca in proteine, e non mancano nemmeno prodotti con i marchi delle catene.

La pasta proteica che troviamo al supermercato è di solito realizzata con farine di legumi, in alcuni casi però fra gli ingredienti possiamo trovare proteine isolate di soia, piselli o albume d’uovo, oppure glutine, ingredienti che aumentano la percentuale proteica.

Come abbiamo detto, 100 g di una ‘normale’ pasta bianca (cruda) contengono circa 13 g di proteine e 73 di carboidrati. La pasta di grano integrale contiene la stessa quantità di proteine, mentre i carboidrati sono il 65% circa, e l’apporto di fibra passa dall’1,7% nella pasta bianca al 7% in quella integrale (dati CREA). Nella versione ‘arricchita’, il contenuto di proteine arriva invece al 20-30%, mentre i carboidrati sono il 40-60%.

Ciotole di pasta di legumi, accanto ai legumi da cui è prodotta: piselli, ceci, fagioli lenticchie rosse
La maggior parte della pasta proteica che troviamo al supermercato è realizzata con farine di legumi

Il confronto tra marchi di pasta proteica

Abbiamo confrontato vari tipi di pasta proteica a marchio Felicia, De Cecco, Sgambaro, La Molisana, Barilla, Coop, Conad e Dalla Costa (venduta da Aldi).

La pasta Felicia, quella di Conad (prodotta, come il marchio Felicia, dall’azienda pugliese Andriani) e l’analoga Barilla, sono realizzate esclusivamente con farina di legumi: lenticchie, piselli o ceci. La pasta De Cecco è a base di semola di grano duro arricchita con farina di lenticchie, farina di fave, glutine di frumento e farina di piselli. La Molisana è a base di semola di grano e farina di lupini, quella a marchio Sgambaro è fatta con sfarinato di farro, farina di lenticchie, farina di quinoa e proteine isolate di piselli. La pasta proteica Coop e la pasta Dalla Costa, venduta nei punti vendita Aldi, vedono come ingredienti semola di grano duro (integrale nel prodotto Coop) e proteine di piselli.

La quota proteica dei prodotti a marchio Sgambaro, La Molisana e Barilla arriva al 20% circa, mentre le paste Felicia e quelle a marchio Conad hanno un contenuto proteico pari al 20-26% a seconda dei legumi utilizzati. La pasta Coop e quella venduta all’Aldi, arricchite con proteine isolate di piselli, arrivano al 30%, così come il prodotto De Cecco, ‘potenziato’ con glutine di grano.

Anche i prezzi sono, naturalmente, ‘potenziati’: se la pasta Barilla ‘normale’ costa circa 2 €/kg, per i prodotti che abbiamo visto si spendono da 6 a 12 €/kg.

Dal punto di vista nutrizionale, la pasta proteica è consigliabile? L’abbiamo chiesto ad Antonio Pratesi, medico dietologo

“Questi prodotti rientrano nella tendenza che privilegia le proteine a discapito dei ‘temibili carboidrati’. – Dichiara Pratesi – In realtà gli unici carboidrati da temere sono gli zuccheri liberi aggiunti agli alimenti, mentre i carboidrati complessi in alimenti poco processati, meglio se integrali, sono alla base di un’alimentazione salutare. Possiamo dire subito che le paste proteiche non sono necessarie per la popolazione generale, ma potrebbero essere usate in casi particolari di malnutrizione calorico-proteica in anziani o in pazienti affetti da qualche patologia.”

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La pasta proteica potrebbe essere utile in casi particolari di malnutrizione calorico-proteica in anziani o in pazienti affetti da qualche patologia

Qual è il ruolo delle proteine dell’alimentazione umana? E il fabbisogno giornaliero?

“Le proteine sono formate da 21 amminoacidi di cui nove essenziali, che devono essere introdotti con il cibo. – Spiega l’esperto – Per questo motivo possiamo dire che le proteine rivestono un ruolo nella dieta più importante dei carboidrati e dei grassi. Il fabbisogno medio giornaliero per un adulto sedentario è fissato dai LARN 2024 (livelli di assunzione raccomandati) in circa 0,9 g per chilo di peso corporeo, quindi circa 63 g per un maschio di 70 kg, e circa 50 g per una donna di 55 kg. È maggiore nei bambini rispetto agli adulti, ed è aumentato anche durante la gravidanza (per lo più nel terzo trimestre), nell’allattamento e negli anziani.”

“Nelle nazioni industrializzate spesso l’assunzione di proteine è più elevata del necessario e non di rado arriva al doppio, – continua Pratesi – e l’eccesso può avere effetti negativi per la salute. Anche se non è ancora stabilito un valore soglia al di sopra del quale le proteine in eccesso vengono considerate dannose, si è visto che un’alimentazione troppo ricca di proteine, in particolare di origine animale, favorisce l’aumento di IGF-1, ormone che nei bambini e negli adolescenti promuove sia la crescita in altezza che l’aumento della massa grassa, quindi favorisce l’obesità. In età adulta, inoltre, uno stimolo continuo dell’IGF-1 aumenta il rischio di alcuni tipi di cancro come quello al colon retto, alla mammella e alla prostata, inoltre favorisce la formazione di metastasi.” 

Quali categorie di persone potrebbero aver bisogno di un’integrazione proteica?

“La malnutrizione da carenza di proteine e calorie in Italia è rara – spiega Pratesi – e riguarda per lo più persone affette da patologie: esiti di interventi chirurgici,  traumatismi, ustionati, anziani in case di riposo, ospedalizzati, pazienti con scompenso cardiaco o con broncopneumopatia ostruttiva. Negli anziani si consiglia un apporto proteico giornaliero superiore, cioè di 1,1 g per chilo di peso corporeo, ed è suggerito di assumere almeno 25-30 gr di proteine per ogni pasto. Quindi i malati e alcuni anziani potrebbero essere gli unici a beneficiare di queste paste iperproteiche.”

E gli sportivi?

“Uno sportivo ha un fabbisogno proteico più elevato, ma assume più calorie di una persona sedentaria e se mangia in maniera equilibrata assume di conseguenza più proteine senza la necessità di integratori o alimenti modificati. – Afferma l’esperto – Ricordiamo che le proteine da sole non sono in grado di aumentare la massa muscolare in persone sedentarie ma è necessario un adeguato programma di esercizi muscolari. In conclusione, i dati a disposizione indicano che la maggior parte delle persone dovrebbe ridurre la quota di proteine giornaliere e non aumentarla, quindi è preferibile evitare le paste proteiche se non in caso di malnutrizione.”

Tabella pasta proteica 1 Felicia De Cecco SgambaroTabella pasta proteica 2 La Molisana Barilla CoopTabella pasta proteica 3 Conad Aldi

* Prezzi rilevati sulle principali piattaforme di vendita online e in alcuni supermercati di Ferrara

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, AdobeStock

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Erika
Erika
20 Giugno 2025 15:38

Condivido il parere del nutrizionista. L’introduzione della pasta proteica risponde in parte a un trend di mercato legato all’aumento del consumo proteico, spesso non giustificato da reali esigenze nutrizionali nella popolazione generale. I carboidrati, soprattutto quelli complessi come nella pasta tradizionale, rappresentano una fonte energetica essenziale. La chiave resta nella personalizzazione dell’apporto di macronutrienti in base a fabbisogni individuali (età, composizione corporea, livello di attività fisica, eventuali condizioni cliniche). L’equilibrio complessivo della dieta è più rilevante del singolo alimento “arricchito”.

Umberto
Umberto
20 Giugno 2025 20:51

La pasta con farina di legumi è un’ottima risorsa per vegani e vegetariani

Massimo
Massimo
Reply to  Umberto
24 Giugno 2025 11:10

Esatto, volevo scrivere proprio questo. Nell’articolo non si parla di vegani o vegetariani, che devono mantenere un apporto proteico quotidiano con una minore scelta di alimenti. In questo senso le paste proteiche sono di aiuto.

Alessandro
Alessandro
Reply to  Umberto
25 Giugno 2025 17:44

Mah…a quel prezzo? Molto meglio mangiare legumi combinati con la pasta ed avrai lo stesso risultato spendendo molto meno

Giovanni
Giovanni
20 Giugno 2025 22:48

Ritengo che l’so di pasta di legumi non va demonizzata quando inserita in un piano alimentare variato ed equilibrato.
Penso sia un prodotto sano ed equilibrato che permette di creare piatti unici completi sotto il punto di vista nutrizionale e del rapporto dei Macro-nutrienti. Proprio oggi a pranzo ho mangiato un piatto di pasta con farina di piselli con zucchine.
A fine giornata la mia percentuale di proteine assunte è il 19%.
La trovo al pari delle zuppe di legumi che mangio principalmente di inverno.
Il costo non è indifferente ma è se consideriamo il costo complessivo del pasto è assolutamente economico se confrontato ad un pranzo in cui sono inserite proteine di origine animale.

Claudio
Claudio
24 Giugno 2025 09:28

Aggiungo all’elenco dei tipi di pasta con maggior contenuto proteico anche:

Garofalo – Strapasta
Ingredienti: Semola di grano duro, germe disoleato di grano duro
Valori 100g:
Kcal: 335
Grassi: 2,5g
Carboidrati: 53g
Proteine: 19g
Fibre: 12g
Prezzo: 3,98/kg

La Pasta di Camerino – Hammurabi
Ingredienti: Farina integrale di grano monococco Hammurabi.
Valori 100g:
Kcal: 350
Grassi: 1,7g
Carboidrati: 60g
Proteine: 19g
Fibre: 6,8g
Prezzo: 6,00/kg

FiberPasta – PastaPro
Ingredienti: Semola di grano duro integrale, proteine isolate di pisello, glutine di grano, inulina.
Valori 100g:
Kcal: 351
Grassi: 3,8g
Carboidrati: 46g
Proteine: 30g
Fibre: 9g
Prezzo: 14,02/kg

Francesco Vignola
Francesco Vignola
24 Giugno 2025 11:43

Posso solo dirvi che siete bravi e coraggiosi, molto coraggiosi! Circa l’articolo queste paste sono nate per i celiaci, poi, visto che i legumi sono ricchi di proteine, i produttori si sono abbandonati a sottolineare il contenuto proteico che è trendy. Se una persona è celiaca va bene la pasta senza glutine ma hanno poco senso, per me, le paste di grano duro con legumi per aumentarne il contenuto proteico. L’alimentazione è qualche cosa di simile al detto ” moglie e buoi dei paesi tuoi”, varrebbe la pena di ritornare all’alimentazione semplice, povera e buona dei nostri nonni. Cordiali saluti, Francesco

Giorgio Massa
Giorgio Massa
24 Giugno 2025 12:20

Come ha chiarito giustamente il collega Pratesi, la vexata quaestio del ruolo delle proteine nell’alimentazione umana va contestualizzata nel quadro completo dei macro- e micro- nutrienti. Se, infatti, le quantità di carboidrati e di grassi può essere, a seconda delle circostanze, variata, per es. diminuendoli, la quantità di proteine richiede il rispetto degli standard quantitativi riportati nell’articolo e non deve essere mai né aumentata (con l’eccezione ad es. di malnutrizione o di sarcopenia degli anziani) pena danni metabolici (danni renali, gotta ecc.), né diminuita: le proteine provvedono alla costruzione e riparazione dei tessuti, alla produzione di ormoni, enzimi e molecole immunitarie. La pasta proteica, in questo quadro, smuove perciò un altro tema: la differenza del valore biologico fra proteine di origine animale e vegetale. Ora, posto che le proteine animali, avendo in dotazione tutti gli aminoacidi essenziali, quelli cioè che l’organismo non è in grado di produrre da solo richiedendo quindi l’integrazione alimentare, acquisendo il titolo di proteine nobili, le proteine di origine vegetale non hanno invece questa proprietà. Tuttavia, come gli esperti di nutrizione insegnano, una opportuna sapiente combinazione di determinate proteine di origine vegetale può ovviare a questo limite. Considerando allora che le paste proteiche utilizzano principalmente proteine di origine vegetale, si comprende quindi che la denominazione di “pasta proteica” ha carattere di genericità lessicale, mentre acquista senso e valore nutrizionale quando la composizione del singolo prodotto commerciale offerto realizza o meno la dotazione di completezza nella composizione di aminoacidi, eguagliando quella delle proteine animali (necessaria nei vegetariani e vegani) e andrebbe opportunamente riportata in etichetta. Altrimenti si resta solo nelle dimensioni della moda e della speculazione commerciale, senza vera utilità alimentare. Maneggiare le proteine non è cosa semplice e richiede la direzione di “coach” esperti, anche quando si tratta di “mangiare pasta”.

Azul98
24 Giugno 2025 12:59

Quello che ho letto è giusto riguardo a persone affette da patologie anche gravi, che ne conoscevo uno che purtroppo era malato dalla nascita, e doveva mangiare solo pasta proteica perché il suo metabolismo era seriamente compromesso, fino che se ne è andato e giovane, e atleti che vogliono aumentare la loro performance,a parte che si può farlo anche con un alimentazione sana e integratori che vengono presi prima o dopo lo sforzo fisico ma solo a chi fa veramente sport ad alti livelli, o professionistico,chi lo fa per tenersi in forma sono solamente in più, come le paste proteiche.

gianni
gianni
24 Giugno 2025 13:43

Ma mi spiegate in maniera sintetica perchè dovremmo assumere tutti gli amminoacidi da un unico ceppo quando la dieta comune comprende decine di alimenti diversi mescolati?
Chi è colui che assume tutto da una unica fonte?
È il totale che da il risultato e non il singolo alimento e non serve nemmeno la contemporaneità in un unico pasto.

Daniela
Daniela
24 Giugno 2025 15:01

Buongiorno ,grazie dell’articolo chiarificatore, vorrei però sapere se per ragazzi che scelgono una dieta vegana, queste paste possono essere utili.
Ringraziando, cordiali saluti Daniela

Valeria Balboni
Valeria Balboni
Reply to  Daniela
24 Giugno 2025 16:10

Gentile Daniela, chi sceglie un’alimentazione vegana rischia di andare incontro a carenze proteiche, quindi questa pasta può essere utile. Bisogna considerare però che solo le proteine di origine animale contengono proteine tutti gli amminoacidi essenziali, mentre le proteine dei cereali e quelle dei legumi non sono complete da questo pounto di vista. In realtà le “carenze” dei cereali, dal punto di vista degli amminoacidi, sono diverse da quelle dei legumi, quindi associando cereali e legumi (per esempio con riso e lenticchie, oppuire pasta e fagioli), il profilo amminoacidico risulta completo. Una pasta preparata esclusivamente con farina di lenticchie avrà le stesse caratteristiche delle lenticchie, dal punto di vista proteico, quindi non avrà un profilo completo per quanto riguarda gli amminoacidi essenziali. Come suggeriva Gianni, comunque, l’apporto nutrizionale si valuta nella giornata e non è necessario che sia “completo” in ogni pasto.

Giorgio Massa
Giorgio Massa
Reply to  Daniela
24 Giugno 2025 16:45

Come ho già accennato nel mio commento precedente, per quanto riguarda le proteine, lo scopo nutrizionale primario per tutti, vegani, vegetariani e onnivori, è la fornitura di tutti gli aminoacidi necessari: poiché gli alimenti di origine vegetale non posseggono individualmente queste caratteristiche sintetiche occorre combinarli in maniera opportuna per raggiungere questo scopo, dato che la giusta combinazione, anche se complicata da farsi, può essere comunque ottenuta, senza ricorrere ad alimenti di origine animale. La pasta proteica può quindi contribuire a questo scopo chiarendo se la sua composizione è in questo senso completa oppure manca di alcuni aminoacidi: in questo caso occorre introdurre alimenti vegetali dotati di quegli aminoacidi mancanti. Sul piano pratico, però, la cosa non è affatto semplice, perché le quantità vanno stabilite con precisione, tenendo conto anche di numerosi altri fattori: per es. la maggior presenza di fibre negli alimenti vegetali può diminuirne o rallentarne l’assimilazione; le proteine vegetali hanno una struttura meno compatta di quelle animali, per cui richiedono cotture più brevi; la presenza di fibre richiede la combinazione con altri vegetali meno fibrosi per evitare gonfiori e flatulenza; la mancanza di vitamine fondamentali (come la B12) richiede un integrazione con integratori, ecc. La scelta vegana o vegetariana può anche essere una scelta molto sana se gestita costruttivamente, ma richiede molta competenza.

Anna Maria Canton
Anna Maria Canton
24 Giugno 2025 17:03

Sono una vecchia dietista convinta che la salute (a parte i casi sopra descritti in cui è aumentato il fabbisogno proteico) si costruisca partendo da cibo poco processato, fresco e variato. pasta o riso meglio se integrali + legumi (minestre favolose). Per quanto è nella mia esperienza ho visto aumentare in modo esponenziale il consumo di prodotti arricchiti in proteine (yogurt, latte, formaggi..).

Tetraedro
Tetraedro
24 Giugno 2025 17:30

Mi domando: come mai le proteine animali sono dette ” proteine nobili ” mentre quelle vegetali semplicemente ” proteine “? Forse perchè quelle animali contengono tutti gli aminoacidi essenziali mentre le vegetali ne sono carenti? Forse perchè il valore biologico di quelle animali è elevato a differenza di quello delle vegetali ( basso ? ): Forse perchè le prime sono più digeribili? Forse perchè contengono più grassi saturi e colesterolo ( essenziali e necessari per la vita umana in quanto precursori di ormoni steroidei – sali biliari – vitamina D – ubichinone – membrane cellulari )? Forse perchè contengono vitamina B12, ferro eme e zinco in forma più biodisponibile ? Forse perchè la narrazione vuole farci credere che una proteina sia una proteina indipendentemente dalla fonte per mantenere gli stipendi bassi cosicchè la massa abbia la sensazione di mangiare adeguatamente quando invece si riempie di dannosissimi carboidrati che determinano l’attuale pandemia di sovrappeso e obesità con annesse le malattie croniche?

Valeria Nardi
Reply to  Tetraedro
25 Giugno 2025 10:07

Più che la “narrazione” si tratta dell’avanzamento della conoscenza in ambito nutrizionale. Qui avevamo approfondito l’argomento sulle proteine: https://ilfattoalimentare.it/proteine-animali-vegetali.html

Giorgio Massa
Giorgio Massa
Reply to  Valeria Nardi
25 Giugno 2025 11:16

Sono dette nobili perche’ contengono tutti gli aminoacidi essenziali dalla stessa fonte alimentare mentre quelle di provenienza vegetale per ottenere lo stesso scopo devono essere assemblate appositamente combinando diverse fonti alimentari vegetali. Saluti.

gianni
gianni
25 Giugno 2025 15:02

Va bene tutto, ma……….
Gli esperti dicano che la digestione non lascia intatte le proteine ma produce tanti mattoncini ( tipo LEGO ) di amminoacidi diversi.Mangiare proteine non restituisce al corpo le stesse proteine come bere sangue non aiuta gli anemici…..siamo ancora a questo punto????????
Mattoncini che poi l’intelligenza naturale collaudata ricompone nei materiali necessari richiesti dal sistema cellulare nel suo insieme.
Quindi mangiare proteine non assicura di avere le giuste proteine…dipende dallo stato di salute del sistema intero.
Se si potesse vivere mangiando solo carne allora il bilanciamento degli amminoacidi sarebbe ottimale……ma mancherebbero altre cose, per esempio vitamine ugualmente essenziali che nella carne non ci sono, questo è un fatto accertato.
Quindi cosa facciamo? mangiamo ovviamente e inevitabilmente anche altro e questo altro contiene proteine in quantità variabili e con sbilanciamenti amminoacidici.
E si noti bene che qualsiasi alimento anche il più ordinario contengono amminoacidi.
Una fonte importante di amminoacidi poi è il riciclo delle proteine endogene degradate e questo è tanto più valido quando si è in salute e i tessuti si ricambiano in maniera ordinata e non sotto stress imprevisti, infiammazioni e/o altro impedimento.
Tutti i vantaggi della carne sono sotto contestazione nella misura in cui li si vuole dichiarare insostituibili, appunto nobili contro plebei,,,,,,,,dimenticando che le carenze, oggi, sono rarissime e la sovrabbondanza è frequente e anche più pericolosa per la salute.
Non fanno eccezione nessuna delle medaglie al valore della carne, cioè ferro-eme, colesterolo, B12 ecc. (sulla B12 possiamo discuterne ma non basterebbe un secolo di battibecchi per smontare ogni pezzo della mistificazione, la relativa carenza è quasi sempre un problema sistemico che colpisce anche gli onnivori, non scambiamo causa con effetto).

Vogliamo considerare un esempio pratico?
Negli anni 70 del secolo scorso gli enti regolatori USA raccomandavano 300 grammi al giorno di proteine……
Risultato valanghe di eventi avversi cardiovascolari ed altro con salute generale ben al di sotto della media occidentale.
Quel limite fu abbassato di molto per correre ai ripari e ora qualcuno vorrebbe riproporlo come salvasalute?
Ovviamente, visto che la situazione da loro non è molto migliorata nei decenni, ricerca o non ricerca, è evidente che nella salute ci sono problemi infinitamente più grandi.
Ancora una volta va dichiarato il valore di stili di vita e della moderazione, campo in cui non avremmo nulla da imparare dagli altri.
Se invece si prendono come linee guida i tovagliolini del fast-food allora non c’è nulla da sperare.

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