Pasta d’acciughe Balena: annullato il richiamo di dicembre. Le analisi confermano la sicurezza del lotto. Si è trattato di un errore di laboratorio
Pasta d’acciughe Balena: annullato il richiamo di dicembre. Le analisi confermano la sicurezza del lotto. Si è trattato di un errore di laboratorio
Redazione 21 Marzo 2017Lo scorso dicembre le catene di supermercati Auchan, Simply e Coop avevano diffuso l’avviso del ritiro di un lotto di pasta d’acciughe Balena per la sospetta presenza non dichiarata in etichetta di un ingrediente allergenico: i solfiti. Il richiamo è stato revocato poiché nel prodotto in questione non sono state rilevate tracce di solfiti. Di seguito pubblichiamo il comunicato dell’azienda.
“I conservanti solfiti (anidride solforosa) non sono indicati sulle confezioni di pasta d’acciughe “Balena” perché il prodotto non li contiene. L’Istituto Superiore di Sanità ha ribaltato definitivamente l’esito dell’esame di uno zooprofilattico, secondo il quale nel lotto di pasta d’acciughe Balena con scadenza 27.01.2018 sarebbero stati presenti solfiti: tale esito di laboratorio, che si è rivelato del tutto erroneo (come qui alla Balena sapevamo fin dal principio di questa vicenda) ha dato il via al ritiro del lotto in questione, in realtà perfetto come tutti gli altri.
Si è trattato di un incredibile e gravissimo errore ai nostri danni che, pur riguardando un solo lotto, ha inevitabilmente leso l’immagine di un’eccellenza gastronomica d’Italia da oltre 150 anni. Ora, pur convinti che la notizia fosse rilevante e che fosse opportuno informare i vostri lettori dell’allerta, siamo tuttavia anche dell’idea che, alla luce della pronuncia dell’ISS che sovverte completamente l’esame iniziale (su cui si basava l’allerta e di conseguenza il Vostro articolo) sia altrettanto opportuno dare notizia del cessato allarme.
La notizia era in sé veritiera ma si basava su di un errore di laboratorio e che ha sparso e continua a spargere grande inquietudine presso i nostri consumatori. Le allego la certificazione ufficiale dell’ISS e spero vivamente che vorrete aiutarci a ripristinare la verità su un simbolo della gastronomia italiana ingiustamente offeso.”
© Riproduzione riservata
Le donazioni si possono fare:
* Con Carta di credito (attraverso PayPal). Clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare. Clicca qui
Faccio una domanda stupida, sicuramente. Ma in questo caso, chi paga il danno di immagine ed i mancati introiti?
Spero che pubblichiate il nome del laboratorio che ha effettuato l’analisi .Un laboratorio che non verifica un dato così importante con analisi parallele ed approfondite và chiuso. Quindi per favore pubblicate il nome così come avete infangato il nome dell’azienda.
Grazie
Noi non abbiamo infangato il nome dell’azienda, ma abbiamo semplicemente rilanciato la notizia diffusa dalla stessa azienda annunciando il richiamo del prodotto . Poi abbiamo aggiornato la notizia annunciando la revoca del richiamo che ci ha comunicato lo stesso produttore inviandoci la documentazione. Non disponiamo di altre informazioni
Qui si ripropone il problema di laboratori per forza accreditati , in quanto ufficiali sul territorio e per definizione tuttologi,a fare un mucchio di analisi, ma che facendole con una frequenza trascurabile e non sempre con adeguata esperienza delle matrici non raramente le toppano. La cosa grave è che spesso per essere ancora più bravi, sparano denuncie e lanciano a volte le allerte senza le necessarie e adeguate ripetizioni e verifiche. Basterebbe che tali laboratori fossero resi responsabili in solido dei notevoli danni per ricondurre il problema in termini accettabili.
Sono stato testimone di casi ancor più eclatanti di questo, che addirittura hanno portato praticamente alla quasi distruzione dell’immagine di marchi noti.
Il problema sta sempre nel manico, nelle norme e nelle prassi adottate.
Le prime analisi del primo laboratorio non devono produrre l’allerta ed il ritiro, ma la ripetizione immediata delle stesse, in almeno altri due laboratori diversi e meglio attrezzati allo scopo specifico.
Anche perché se gli errori di laboratori approssimativi danno falsi positivi, possono dare anche falsi negativi e quindi fare altri danni.
Ma alla fine della storie false positive o false negative, chi paga i danni prodotti?
Il laboratorio che ha sbagliato no, ma i produttori ed i consumatori si, sempre.