È dedicato al panettone, il dolce tipico natalizio, l’ultimo test di Altroconsumo. L’associazione dei consumatori ha messo alla prova 18 marchi acquistati online, nella grande distribuzione e in pasticceria, per capire quale fosse il migliore. I prodotti sono stati portati in laboratorio per valutare gli ingredienti, l’etichetta e l’eventuale presenza di microrganismi come muffe e lieviti.
Non poteva mancare anche una prova d’assaggio, a cui hanno partecipato sia un gruppo di 140 consumatori che un panel di pasticceri.
Tutti promossi i campioni sottoposti al test, con quasi la metà dei prodotti (7 su 18) che viene giudicato di buona qualità. In prima posizione troviamo Il Panettone Di Milano della Vergani. Questo prodotto ha ottenuto, nelle prove di laboratorio e nelle prove pratiche, risultati complessivamente buoni o ottimi, e ai pasticceri è piaciuto molto all’assaggio. Va detto che la confezione da un chilo costa 13 euro.
Per chi volesse spendere un po’ meno, la rivista premia come “miglior acquisto” due prodotti che troviamo in vendita a 3,69 euro, entrambi appartenenti a linee delle marche commerciali delle catene di supermercati. Con un punteggio leggermente più alto c’è Carrefour Panettone Classico (prodotto da Balocco), apprezzato soprattutto dai consumatori, a breve distanza c’è il dolce di Esselunga Panettone Basso Classico Le Grazie (prodotto da Maina).
Il prodotto più economico è il Panettone classico Favorina, venduto nei discount della catena Lidl a soli 3,29 euro e valutato da Altroconsumo di “media qualità” proprio come il prodotto più caro del test, il Panettone Tradizionale Cova (Montenapoleone) che costa 36 euro.
In tutti i casi il panettone che decidiamo di comprare è un prodotto di alta qualità, frutto di diversi elementi che infondono sofficità, aroma e gusto a un dolce realizzato con burro, uova, uvetta e canditi. Tutto ciò però non è per forza correlato al prezzo di vendita, che spesso varia per ragioni di marketing piuttosto che per motivi qualitativi. Infatti la ricetta è “codificata”, deve seguire cioè un disciplinare fisso, le farine hanno molta forza per riuscire a far lievitare un impasto appesantito da uvetta e canditi e tutti devono usare il burro, considerato uno dei grassi più pregiati della pasticceria. Le variabili importanti sono i tempi di lievitazione, la quantità e qualità di burro, le uova fresche, e poi il tipo e la quantità di canditi e uvetta.
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Credo che sia giunto il momento, dopo diversi anni nei quali Vi ho sostenuto con forza, seguito e appoggiato (firmando tante petizioni), di allargare le vedute della Vostra piattaforma anche al cibo prodotto al Sud.
Discorso non affatto campanilistico ma che si avvale di una semplice constatazione: Vi occupate troppo poco (se non per nulla) di alimenti prodotti da Roma in giù. Ora, in merito ai panettoni, è chiaro che nessuno vuole togliere il primato a Milano in fatto di quantità ma per quanto concerne la qualità, nella classifica stilata da Altroconsumo che da Voi ha avuto immediata risonanza, come mai i panettoni ed i pandori prodotti in Sicilia, Campania, Puglia eccetera non vengono nemmeno presi in esame? Sono anni che nel Meridione si producono prodotti di altissima qualità, totalmente artigianali, senza uso di impasti e lieviti industriali con un risultato finale di pregevole fattura, specie ove vengono utilizzate materie prime autoctone. Ed i prezzi sono assolutamente in linea con quello che è stato premiato al primo posto di questo test, ovvero intorno ai 13/14 € al kilo. E che nessuno si azzardi a dire che la parola “pandoro” non possa varcare il Po perché sono decenni che “mozzarella” e “pizza” vengono indebitamente e mostruosamente utilizzati ad ogni latitudine.
Cordialmente
La scelta di marchi del nord è dovuta al fatto che si tratta di brand nazionali. Anche la scelta dei panettoni venduti dai supermercati è fatta selezionando catene presenti in tutte o quasi tutte le regioni. Non parliamo di panettoni artigianali perché ogni realtà è a sé stante