olive

La lettera sull’olio extravergine

L’articolo che avete pubblicato sulla qualità e la quantità dell’olio extravergine italiano, che quest’anno dovrebbe essere eccellente, mi sembra una sequela di contraddizioni. Scrivete che è un’ottima annata per l’olio, però solo al sud! Mah. E il resto d’Italia che fa, guarda? L’articolo dice che i migliori risultati saranno in Puglia, però il Salento conferma il trend negativo per via della Xylella. E ancora focalizzate l’attenzione sulle speculazioni del prezzo anche se le prime indicazioni indicano una stabilità.
Un appunto per finire: la Toscana che produce tra gli oli EVO migliori in Italia non è citata tra le regioni più negative di quest’anno, pessimo raccolto a detta di tutti i coltivatori locali.

Risponde Alberto Grimelli, direttore di Teatro Naturale.

Dal 70 all’80% dell’olio extravergine di oliva italiano viene prodotto in tre Regioni: Puglia, Calabria e Sicilia. Le altre non stanno a guardare ma, oggettivamente, non incidono significativamente sul dato complessivo della produzione nazionale. L’area gardesana, che quest’anno presenta molte criticità, può arrivare a produrre 2 mila tonnellate, meno dell’1% della produzione nazionale. La Toscana, con le sue 15 mila tonnellate medie, rappresenta il 5-6%, a volte scarso, dell’olio extravergine italiano. Una discesa della produzione toscana del 15-20%, come è stimata quest’anno, ha un’incidenza dello zero virgola sul dato nazionale.

Veniamo ora alla questione prezzi all’ingrosso. Questi vengono creati dalla dinamica della domanda e dell’offerta. La bassa produzione spagnola di quest’anno verrà solo parzialmente compensata dalla crescita produttiva in Italia, Grecia e Portogallo. In Spagna però vi è una giacenza da 750 mila tonnellate che mantiene elevato il quantitativo di olio disponibile per il mercato. Nel complesso, anche tenendo conto delle quotazioni al minimo storico del prezzo dell’olio spagnolo, è ipotizzabile una stabilità dei prezzi. Vi sono però dei fattori, come i dazi di Trump sull’olio iberico, che potrebbero modificare equilibri e innescare speculazioni da parte di commercianti d’olio d’oliva, specie all’inizio della campagna olearia, quando l’entità degli scambi si riducono.

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Riccardo Prisciantelli
Riccardo Prisciantelli
31 Ottobre 2019 09:18

Ho letto la risposta che avete dato al consumatore che vi contestava l’articolo , è disarmante da parte ti un autorevole mezzo di informazione leggere che l’area Gardesana produrrà le sue 2 tonnellate con qualche criticità , vi consiglio di alzarvi dalla vostra sedia e di venire a verificare che nell’area gardesana più della metà dei frantoi non hanno neanche aperto , noterete che nell’area gardesana sotto gli ulivi i contadini non hanno neanche messo giù le reti , ed in quelle poche casse che portano ai pochi frantoi aperti non riesci a distinguere le olive dai vermi , veramente non capisco come potete scrivere delle cose del genere . Riccardo Prisciantelli Garda (Vr)

Alberto Grimelli
Alberto Grimelli
31 Ottobre 2019 15:38

Gentile Sig. Prisciantelli, il “può arrivare a produrre” per l’area gedersana non è riferito all’anno in corso ma al potenziale produttivo, in un’annata di carica. Quest’anno la produzione in quella zona sarà di poche decine di quintali. Nonostante l’apprezzabile attività di promozione e marketing dell’olio gardesano, e l’immagine che ne consegue, dal punto di vista produttivo l’incidenza del Garda sulla produzione nazionale, annata di carica o scarica, è praticamente nulla. Un dato oggettivo che non intacca la solidarietà dovuta agli imprenditori lombardi, veneti e trentini in questa campagna olearia. Cordiali saluti

EUGENIO
EUGENIO
31 Ottobre 2019 18:45

Risulta che la Spagna ritira olio dal nord africa, lo porta ai suoi stabilimento e dopo averlo lavorato lo fa passare come sua produzione, vendendo in europa come prodotto eu, ritengo un modo improprio per commerciare olio.