La produzione dell’olio extravergine di oliva italiano quest’anno crescerà dell’89%. Sono le previsioni di ItaliaOlivicola che stima una grande raccolta di olive soprattutto nelle regioni del Sud sia per quantità che per qualità, nonostante i problemi legati alla Xylella. La produzione dovrebbe arrivare a circa 330.000 tonnellate, un valore quasi doppio rispetto all’anno precedente quando si è arrivati a 175.000.
Ottima annata per l’olio extra vergine italiano
Il clima caldo estivo e la bassa umidità hanno ha favorito lo sviluppo dell’olivo evitando gli attacchi della mosca olearia. I migliori risultati sono stati ottenuti in Puglia (+175%), che da sola produrrà quasi il 60% dell’olio extravergine d’oliva nazionale. Si conferma, purtroppo, il trend negativo del Salento distrutto dalla Xylella. Annata molto positiva per la Calabria (+116%), che conserva la seconda piazza tra le regioni italiane davanti alla Sicilia (+38%). Maglia nera della produzione saranno tutte le regioni del nord, che registreranno un calo sensibile: Liguria (-43%), Lombardia e Veneto (-65%).
“Sarà un anno molto delicato – precisa Alberto Grimelli, direttore di Teatro Naturale, uno dei più accreditati siti del settore – perché l’olio extra vergine di oliva a livello mondiale non mancherà solo grazie alle giacenze dell’anno precedente. È vero che la produzione in Italia del 2019 risulta in netta ripresa e la qualità sembra ottima, ma siamo ben lontani dal potenziale di 500 mila tonnellate. La vera sorpresa sarà la Tunisia, con le sue 350 mila tonnellate che sono un record. C’è da scommettere che riprenderà la polemica sulle importazioni, anche perché il governo di Tunisi sta premendo per nuovi contingenti a dazio zero verso l’Unione europea”.
Sul fronte dei prezzi bisognerà prestare molta attenzione perché si possono registrare speculazioni anche se le prime indicazioni indicano una stabilità. “Non credo che il costo delle bottiglie sugli scaffali dei supermercati subirà variazioni significative – prosegue Grimelli – anche se è probabile un proliferare di offerte a 2,99 €/l, senza escludere qualche ribasso esagerato sino a 2,49 €/litro. In questo modo si cercherà di vendere nei prossimi tre-quattro mesi le 600 mila tonnellate di olio vecchio spagnolo che non potrà competere come quello italiano di quest’anno”.
© Riproduzione riservata
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
La produzione lombarda è stata azzerata altro che ridotta del 65%.
Eventi conducibili a: alternanza produttiva; calo drastico delle temperature a maggio con neve fino a 800 m.s.l.m in fase di prefioritura per le cultivar precoci, cascola dovuta ad infestazione di cimice asiatica ed attacco da bactrocera oleae con 3-4 generazioni attive.
L’olio che si produrrà sarà di scarsa qualità con un sacco di difetti. Questo è molto preoccupante per il nostro futuro se non verranno trovati antidoti atti a combattere la cascola verde precoce.
Associazione Olivicoltori del Sebino Bergamasco.
Vice Presidente Silvestro Danesi.
Abbiamo comprato l’olio di quest’anno. Siamo in Sicilia, prov. di Rg. Un cafiso (12 litri) 95 euro. Ma un gusto , un sapore ed un profumo paradisiaci. Si, nei supermercati continua la svendita di bottiglie di olio evo. Ben vengano. Li usiamo per friggere, al posto di olio di semi, per lo più estratto con solventi chimici!