Nestlé negli spot tv consiglia di consumare prodotti con olio di palma, ma il parere del Comitato scientifico della multinazionale è diverso
Nestlé negli spot tv consiglia di consumare prodotti con olio di palma, ma il parere del Comitato scientifico della multinazionale è diverso
Roberto La Pira 3 Marzo 2016Nestlé è uno dei principali promotori della nuova associazione “Unione italiana per l’olio di palma sostenibile” che ha finanziato la campagna milionaria a favore dell’olio di palma che vedremo per tre settimane su tv, giornali e internet. Il messaggio è sin troppo chiaro: consumare prodotti con olio di palma non è rischioso e anzi se si sceglie quello certificato non si distruggono le foreste. Abbiamo chiesto quanto costa la campagna ma nessuno ci ha voluto rivelare l’ammontare dell’investimento. Lo spot invita la gente a consumare un olio che, se assunto ai livelli attuali, aumenta il rischio di patologie cardiologiche. In tutta questa operazione risulta alquanto contraddittoria la posizione di Nestlé che nel volume Nestlé Nutrition Institute pubblicato nel 2015 (destinato ai medici di medicina generale e gratuitamente disponibile in rete) che invita a limitare l’assunzione di grassi saturi, di cui sappiamo essere particolarmente ricco l’olio di palma.Basta sfogliare il libro redatto dal Comitato scientifico della multinazionale per rendersene conto.
A pagina 24 (1) si parla di “Consigli per quanto riguarda l’assunzione di grassi e la riduzione degli acidi grassi saturi”. Nella pagina successiva si ricorda che “gli acidi grassi saturi devono essere inferiori al 10% delle calorie giornaliere” (2), mentre nella tabella a pagina 29 si invita “a mangiare meno grassi soprattutto grassi saturi” (3).
Il meglio però viene a pagina 97 (4) quando si legge che “La parziale sostutuzione di grassi saturi di origine animale con grassi insaturi da oli vegetali non tropicale potrebbe da sola avere un effetto cardioprotettivo contenuto ma clinicamente significativo” (vedi foto sotto ) . Nestlé dice ai medici di base che bisogna ridurre il più possibile i grassi saturi di origine animale presenti nel cibo (stiamo parlando di grassi contenuti nel latte, nei latticini, nella carne, nei salumi, nel burro…) e di sostituirli con oli vegetali ricchi di insaturi. Attenzione però – ricorda Nestlé – l’olio di palma non va bene per via dell’elevato contenuto di grassi saturi. Al contrario, conclude la multinazionale, se si usano altri oli vegetali non tropicali si può ottenere un significativo effetto clinico a favore delle patologie cardiologiche.
A questo punto bisogna capire se il Comitato scientifico della Nestlé quando scrive ai medici ha le idee confuse sul tema olio di palma, oppure se gli esperti di marketing della filiale italiana hanno deciso di investire una vagonata di soldi a favore dell’olio tropicale ignorando i consigli dei loro nutrizionisti. Ci piacerebbe avere una risposta.
(1) Pg 24 , Key message: Advice regarding fat intake relates principally to a reduction of saturated fatty acids
(2) Pg 25 tabella OMS saturi < 10%
(3) Pg 29: Table 4. Dietary guidelines for which there is almost complete agreement: Eat less fat, particularly saturated fat.
(4) Pag 97: “Partial replacement of saturated fats from animal products with unsaturated fats from nontropical vegetable oils could alone have a small but clinically meaningful cardioprotective effect”.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
SIAMO ALLA FOLLIA! Grazie Roberto del contributo
Cioè, dicono che non fa bene assumere olio di palma e poi ne pubblicizzano il consumo e addirittura l’utilizzo come se fosse olio da condimento????? Ma ci sono o ci (si)fanno? Comunque grazie per l’informazione e per il suo e quello di tutta la redazione per questa campagna contro l’olio di palma. La lista dei prodotti per evitarlo si allunga e questo grazie a voi e alle persone che finalmente stanno dirottando le loro scelte alimentari verso prodotti ed aziende che non lo utilizzano.
buongiorno,
a tutte le aziende alimentari che dal 14 dicembre 2014 riportano in etichetta olio di palma al posto di olio vegetale, perché sono state costrette a farlo dal reg ue 1169/11, vorrei porre la seguente domanda:
Perché avete radicalmente cambiato atteggiamento?
Prima tra gli ingredienti nessuno riportava l’olio di palma, lo tenevate nascosto, vi vergognavate di riportarlo in etichetta. Ora tutti lo elogiate, siete tutti entusiasti dell’olio di palma e lo difendete a spada tratta.
Ripeto la domanda: Perché avete radicalmente cambiato atteggiamento?
A me sa di ipocrisia pura!
io aggiungere …come mai alcune “testate giornalistiche” hanno cambiato atteggiamento e sono contro.. anche questo mi insospettisce ….. non vorrei che dietro ci sia qualche altro “trucchetto del marketing” .. prima denigrare molto ..e poi proporre la soluzione …che se ci fai attenzione … è sempre a favore del “precedente denigrato”
..attenzione ..”aprite tutti gli occhi”
i classici “scheletri negli armadi”…
Buongiorno, è da quando sono stata ad Expo che sono rimasta perplessa da ciò che ho sentito sull’argomento. Mi pare fosse il padiglione della Corea che aveva una parte dedicata all’olio di palma. Venivano esaltate le proprietà nutritive, c’erano filmati che elencavano i vantaggi sull’uso di tale olio… Tra cui quello di far diminuire il colesterolo e di essere un antitumorale. Esattamente il contrario di quello che si dice in Italia. Allora ho cercato di informarmi per capire chi avesse ragione. C’è una confusione terribile.. Con l’aiuto del buon senso sono giunta alla mia personale conclusione che ci sono differenti oli di palma. Come per l’olio d’oliva. Gli oli industriali a prezzo basso contengono tante sostanze che non fanno bene alla salute. Eppure l’olio d’oliva è il migliore in assoluto.. Ma bisogna saper scegliere. È ovvio che le industrie alimentari useranno un olio che costa poco e che rende molto…. E quindi. .. I consumatori traggono le ovvie considerazioni. Complimenti per gli articoli che seguo con interesse.
Gentilissima Dina, forse era il padiglione della Malesi: http://www.ilfattoalimentare.it/expo-2015-via-il-cartello-della-malesia-e-in-contrasto-con-la-legge-ue-la-scritta-senza-olio-di-palma-sulle-etichette-dei-prodotti-e-legale.html
No comment. Comunque se c’e qualche fesso che crede nelle pub della nestle ben merita il suo destino.