
Ogni tanto può capitare che un prodotto vada a male o che faccia la muffa prima della scadenza. Le cause possono essere tante, dall’interruzione della catena del freddo a danni al packaging. Una lettrice, per esempio, ci ha segnalato un problema con lo yogurt greco a marchio “Equilibrio & Piacere”, che sembra aver sviluppato della muffa ben prima di aver superato la data di scadenza. Di seguito la lettera giunta in redazione e la risposta del Responsabile Qualità della linea di prodotti.
La lettera sullo yogurt con la muffa
“Ho acquistato questa mattina uno yogurt greco ai mirtilli della marca “Equilibrio & Piacere” presso un punto vendita to.market di Milano. Al momento di consumarlo ho scoperto che aveva diverse fioriture di muffa e anche bella formata. Mi ha stupito perché non sono visibili rotture nella confezione né nella copertura di alluminio e soprattutto perché la scadenza è segnata al 30 luglio, cioè tra 36 giorni! Cosa mi consigliate di fare al riguardo? Grazie, Sara”
La risposta dell’azienda
in merito alla segnalazione ricevuta da parte di una vostra lettrice, desideriamo innanzitutto ringraziarvi per averci coinvolto e per l’opportunità di fornire un chiarimento.
Abbiamo immediatamente avviato le necessarie verifiche con il produttore, il quale ha controllato i risultati delle analisi sensoriali e microbiologiche effettuate al momento del rilascio del lotto segnalato. Tali analisi risultano conformi ai parametri previsti dalla normativa vigente. Anche i contro-campioni conservati presso lo stabilimento, sottoposti a una nuova analisi sensoriale, non hanno evidenziato alcuna anomalia.
In via precauzionale, il produttore ha comunque disposto ulteriori controlli interni sulle linee di produzione per escludere qualsiasi possibile origine del problema nella fase produttiva.
Sulla base dell’esperienza maturata, casi di questo tipo possono verificarsi, in particolare nei mesi estivi, a causa di shock termici durante il trasporto o la conservazione, che comportano esposizioni prolungate a temperature superiori ai 4 °C raccomandati.
Ci scusiamo sinceramente con la consumatrice per l’accaduto e la invitiamo, qualora lo desideri, a contattarci direttamente per ricevere supporto e gestire il caso con la dovuta attenzione.
Rinnoviamo il nostro impegno costante a tutela della qualità e sicurezza dei nostri prodotti e restiamo a completa disposizione per ulteriori informazioni o approfondimenti.
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Buon pomeriggio, ho letto l’articolo dello yogurt con la muffa. Alla fine è sempre colpa del consumatore. Anche a me è capitato con il formaggio sottovuoto (più di una volta), inutile dire che ho ricevuto la stessa risposta. Che dire, bisognerebbe cambiare la legge? Mah. Cordiali saluti
antonio cantore
Gentilissimo, più che del consumatore è colpa dall’interruzione della catena del freddo, che può avvenire in diversi punti della catena distributiva. poi queste temperature non aiutano
La catena del freddo è importante, ma non è l’unico fattore in gioco. Anche una minima contaminazione ambientale in fase di confezionamento, un sigillo non perfetto o una fermentazione poco efficace possono favorire la formazione di muffe, anche se il prodotto è conservato correttamente. Le analisi possono risultare regolari, ma non sempre raccontano tutta la storia…senza polemica!
Le muffe non sono un componente dello yogurt, la loro presenza è sempre contaminazione. La alta temperatura ne consente solo la crescita
Le muffe non sono un componente dello yogurt se questo è bianco. L’aggiunta di frutta lavorata (come i mirtilli in questo caso) è sicuramente vettore di muffa. Sicuramente il problema della rottura della catena del freddo è l’unica risposta sensata, e ciò il 99% delle volte accade direttamente nei punti vendita.
Sicuramente hanno origine da una contaminazione esterna e quindi il processo di confezionamento non è andato per il meglio, ma spesso si tratta di casi isolati. “Cambiare la legge” che significa??? Mah
“cambiare la legge” non trovo riferimenti di questo tipo nell’articolo e nella lettera, cosa intende?
Si tratta del problema principale di questo tipo di alimenti in cui il pH è relativamente basso grazie alla fermentazione lattica e quindi si sviluppano colonie di muffe.
Inutile ricordare che le spore fungine sono sostanzialmente ubiquitarie e normalmente presenti nell’ambiente.
Nel corso del processo produttivo il trattamento termico subito dal latte elimina le spore presenti, quindi la loro presenza è esclusivamente da collegare ad un reinquinamento successivo dovuto ad una mancanza nel corso del confezionamento o (più probabile) alla loro presenza nella purea di mirtillo.
L’interruzione della catena del freddo provoca lo sviluppo più veloce della colonia fungina ma di certo non ne è la causa: la muffa non cresce forse anche negli alimenti che conservate in frigorifero?
mi fa piacere che l’azienda alla fine abbia dichiarato che, a discrezione della cliente, possa “gestire” il caso…