Continuano i problemi per il programma “Frutta e verdura nelle scuole” (progetto europeo coordinato dal Ministero delle politiche agricole con l’obiettivo di incentivare il consumo di frutta e verdura nei bambini e ridurre quello di merendine e snack). Nonostante le buone intenzioni, già in passato Il Fatto Alimentare aveva ricevuto le testimonianze di genitori e insegnanti (clicca qui per consultare l’archivio di articoli), che denunciavano la fornitura di frutta troppo acerba o marcia, come quella riportata nella lettera pubblicata qui sotto che ci ha spedito una lettrice.
Buongiorno, invio questa lettera per farvi vedere con disdegno la frutta che è stata consegnata oggi a mio figlio. Sinceramente non è la prima volta che viene dato del cibo scadente, ma solo oggi ho deciso di scrivervi perché oggi è veramente indecente, su cinque albicocche, quattro sono ammuffite e marce (vedi foto sopra). Spero che i controlli siano più attenti visto, soprattutto che va consegnato a dei bambini.
© Riproduzione riservata
[sostieni]
una lettera che fa il paio con quanto raccontato lo scorso anno sul Blog, facendo riferimento proprio ad un articolo de Il Fatto Alimentare.
Nel mio caso hanno testimoniato sia una mamma commissaria di mensa, sia una mamma che opera nelle mense scolastiche, persone attendibili, quindi, ed informate dei fatti.
Vedi: https://paoblog.net/2017/03/06/alim-57/
Fate in modo di entrare nel refettorio o mensa di qualunque nido o materna e rabbrividite di fronte alla quantità giornaliera di cibo servito che viene gettato nel bidone dell’umido.
Il più delle volte senza nemmeno essere stato toccato dal bambino/a.
Carne, pesce, legumi, formaggi e il 90% della frutta e verdura, si parla di tonnellate di cibo dritto, dritto dal piatto alla spazzatura.
Altro che 4 albicocche andate a male.
Questo però è un altro problema. Lo abbiamo scritto più volte che le mense scolastiche sono quelle dove il rifiuto raggiunge quote del 30-50%
Purtroppo e’ cosi’ un po’ dappertutto e la colpa e’ di tutti.
io credo che l’educazione, (anche quella alimentare) passa anche dalla figura del genitore o dell’insegnante, che insegna al bambino che la frutta e la verdura (il più delle volte quella più sana) quando è troppo matura come in questo caso, o presenta delle imperfezioni, basta ripulirla con un coltello per renderla commestibile senza troppi problemi. Se poi volgiamo la mela lucida o l’albicocca perfetta, possiamo sempre andare a prendere quelli di plastica.
(parlo da genitore di 2 bimbi i cui istituti grazie a dio partecipano a questa iniziativa di “più frutta nelle scuole”)
credo che un frutto ammuffito sia ben oltre che “troppo maturo” e che un bambino non abbia la capacità di ripulirselo da solo col coltello scartando le parti marce. E comunque un frutto in quelle condizioni io da adulta non lo toccherei nemmeno
servono a questo genitori ed educatori, a ripulire la frutta e ad insegnare ai bambini che la frutta come ogni altra cosa della vita non sempre è perfetta e se serve a buttarla se è troppo matura o marcia..
Ho fatto leggere il commento di @nicola all’amica citata nel mio post che è mamma ed addetta nelle mense scolastiche: “Noi addette abbiamo il compito di lavarla, sbucciarla (nelle materne ) e tagliarla, quindi quelle marce vengono buttate. Resta il fatto che a volte le pere sono di marmo quindi non è questione di educazione alimentare se non hanno un gran sapore sfido anche gli adulti a mangiarle “
questo è un altro discorso.. di fatto anche quando vai dall’ortofrutta di fiducia spesso non trovi frutta e verdura che rispecchia il sapore che vorresti. Mio figlio spesso porta a casa la frutta che gli viene consegnata che fa parte del progetto in questione. Il più delle volte è perfetta, qualche volta ha qualche difetto (botte ammaccature o altro..)
anche nelle scuole della mia città (Castelfranco Emilia) spesso la frutta data ai bambini o è troppo matura oppure troppo acerba comunque decisamente poco appetibile per loro, quindi mi chiedo a cosa serva questo progetto.
Le scuole non sono dotate di frigoriferi per mantenere la merenda per i bambini.
Tanti bambini rifiutano latte, yogurt, frutta e non la portano nemmeno a casa. La maggior parte viene buttata via. Spreco, soldi spesi inutilmente.
Alla scuola primaria di mia figlia più volte carote già tagliate immangiabili. Frutta e verdura tagliata dentro una bustina facilmente diventa schifosa, oltre a perdere le sue qualità nutrizionali. Mia figlia adesso le carote non le vuole più mangiare neanche a casa! L’educazione alimentare deve partire dai genitori, che la scuola si limiti alla teoria invece di propinare prodotti scadenti. La frutta e la verdura devono essere fresche, non in bustina, perché se no fai anche cattiva educazione alimentare!
Se non ricordo male si tratta di un progetto europeo a cui aderiscono alcune scuole. Il grosso limite è che la frutta spesso proviene dai paesi europei e arriva ai nostri figli dopo aver percorso centinaia di migliaia di Km in celle frigo perdendo gran parte dei valori nutritivi. La frutta andrebbe mangiata fresca, locale e stagionale e con questo progetto non è possibile. Sarebbe meglio a mio avviso uscire dal progetto, promuovere accordi con produttori locali o, in alternativa, autogestirsi mantenendo i nobili principi che il progetto si pone cioè una riduzione del consumo delle merendine in favore della frutta.
Concordo perfettamente con Paolo. In realtà disquisendo su frutto marcio o non marcio perdiamo di vista l’aspetto fondamentale negativo di questo progetto e cioè che viene dato l’appalto a chissà quale ditta di chissà quale luogo d’Italia dove per servire le tante scuole tengono la frutta e verdura in frigo che appena la toglie Sì degrada facilmente e malamente e vengono consegnate in confezioni e incartamenti vari dati a questi bimbi distruggendo il loro stesso futuro con tutta questa plastica. Il progetto avrebbe senso in un modo tanto semplice quanto non interessante per nessuno coordinatore di questo progetto. Si Cerca i produttori locali biologici di zona si fanno venire tutte le mattine a scuola a consegnare la frutta sfusa in delle ceste. È tanto difficile?