Intero o scremato? Fresco o a lunga conservazione? Ad alta digeribilità o vitaminizzato? Di asina o di capra? Ormai lo scaffale del latte è diventato una vera e propria giungla di varietà diverse. Per questo l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie in un video di pochi minuti spiega le diverse tipologie di latte in commercio, evidenziandone le caratteristiche e le differenze. Il latte che troviamo in commercio, infatti, si differenzia in base a tre diverse caratteristiche: l’origine, gli aspetti nutrizionali e il trattamento termico a cui è stato sottoposto per garantirne la sicurezza igienico-sanitaria.
Per quanto riguarda l’origine, non si intende la provenienza geografica del prodotto, ma se si tratta di latte vaccino, di capra o di asina. Quando su una bottiglia compare il termine generico “latte” è quello vaccino, mentre in tutti gli altri casi deve essere indicata la specie.
Per quanto riguarda le caratteristiche nutrizionali, a seconda della percentuale di grassi contenuti, il latte può essere intero, parzialmente scremato o scremato. Se si interviene su altri aspetti nutrizionali, per esempio aggiungendo vitamine o rimuovendo il lattosio, il prodotto è detto modificato.
Il latte, infine, si può distinguere sulla base del trattamento termici effettuato. Ci sono il latte crudo, che non viene sottoposto a temperature superiori a 40°C e deve essere fatto bollire prima del consumo, quello pastorizzato a 72°C e quello a lunga conservazione (Uht) trattato a 135°C. Il latte pastorizzato, inoltre, può essere ulteriormente distinto in fresco, quando subisce il trattamento entro 48 ore, fresco alta qualità, quando ha elevate caratteristiche igienico-sanitarie che consentono l’uso di temperature più basse, e microfiltrato.
Ecco il video dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie:
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Non capisco la classificazione riportata tra circa 30° e 57° secondo del video: viene definito intero con grasso maggiore del 3.5% e sucessivamente si dice (e scrive) che il parzialmente scremato è con grasso “compreso” tra il 1.5-1.8%, infine sotto lo 0.5% è scremato o magro.
Qualcuno mi può dare l’indicazione di come sono classificabili il latte di fascia intermedia non compresi nelle precedenti, ovvero tra 1.8 e 3.5% oppure tra 0.5-1.5%? non rientrano nelle categorie sopra citate, la cosa mi incuriosice, può essere che non siano prodotti presenti sul mercato o magari finiscono nei trasformati?
grazie
La titolazione del grasso avviene dopo la scrematura e non si trova sul mercato latte con percentuali che si discostano da questi parametri
ma come si fa a non citare il latte fieno!? probabilemnte quello con le caratteristiche migliori.