Torna sotto i riflettori lo scandalo che ha coinvolto il noto marchio TreValli Cooperlat, importante gruppo lattiero-caseario del centro Italia. Cinque dipendenti della controllata Fattorie Marchigiane che operano nello stabilimento di Colli al Metauro sono infatti indagati per frode in commercio e adulterazione del latte e di prodotti caseari. Il Gip del tribunale di Pesaro, dopo il lavoro svolto dai Carabinieri del Nas di Ancona ha emesso “misure cautelari personali interdittive” che riguardano il divieto di esercitare attività professionali nel settore lattiero-caseario e di entrare in azienda per sei mesi. Le persone coinvolte sono Bernardo Pittalis, direttore di produzione, Roberto Manna, responsabile di laboratorio, Diego Zanchetti, addetto all’inserimento nei sistemi gestionali, Giuseppe Nucci, consulente aziendale esterno, e Frediano Luconi, coordinatore dei siti di produzione.
Come riporta Il Resto del Carlino, i legali dei cinque indagati, che, all’epoca dei fatti, ricoprivano ruoli di responsabilità nello stabilimento, hanno già chiesto la revoca delle misure cautelari. La richiesta si basa sul fatto che, alcuni di loro, in base a un accordo sindacale, hanno cambiato mansione mentre altri hanno chiuso il rapporto di lavoro con Fattorie Marchigiane. Il giudice avrà cinque giorni per decidere, ma si è già detta contraria la PM Silvia Cecchi, che commenta: “Questo non implica, tuttavia, che possano svolgere lo stesso lavoro anche in altre aziende. Per questo ho espresso il mio parere contrario alla revoca”. La chiusura delle indagini è prevista a breve, dopo l’esame del contenuto dei telefoni cellulari e dispositivi informatici, sequestrati agli indagati, ad opera dei consulenti tecnici.
Le indagini su TreValli
Le indagini avevano preso il via nell’ottobre 2023, dopo un’ispezione igienico-sanitaria da cui era emersa la responsabilità dei cinque dipendenti di numerose condotte di adulterazione di sostanze alimentari, frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine. Il comando Nas di Ancona su delega della procura aveva notificato il provvedimento ai dipendenti il 2 settembre scorso. Le ispezioni e i controlli effettuati hanno portato alla scoperta di importanti quantitativi di sostanze chimiche utilizzate per l’adulterazione del latte crudo nello stabilimento, insieme a ingenti partite di latte e cagliata in cattivo stato di conservazione, latte e prodotti scaduti. Su una buona parte dei campioni erano state effettuate analisi microbiologiche.
Nello stabilimento di Colli al Metauro della controllata di TreValli Cooperlat lo scorso aprile si è svolto un maxi sequestro di latte e latticini per sospetta sofisticazione: l’accusa era di utilizzare soda caustica e acqua ossigenata per correggere il latte inacidito. Accusa che ha portato al sequestro di 200 tonnellate tra latte e prodotti lattiero-caseari sospettati di adulterazione. A seguito il quale il Ministero della Salute ha segnalato il richiamo precauzionale di tre lotti di mozzarella per pizzeria venduta con i marchi TreValli, Migali e Regina.
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Lo stabilimento è stato chiuso per 5 ore per il controllo dei Nas,poi è ripartita la produzione dei prodotti caseari, anche perché la produzione del latte fresco,UHT , e Panna sono prodotti in un altro stabilimento del gruppo Tre Valli nello stabilimento di Jesi!
il tallone di Achille delle aziende con allevamenti e trasformazione sono i dipendenti operativi che “fanno ed eseguono, assistono, loro malgrado a situazioni non in linea con la legge per scelta, caso o leggerezza. In alcuni casi animalisti attivisti si sono fatti assumere come operai proprio per filmare e documentare quanto accade all’interno di allevamenti, mattatoi o impianti di trasformazione. Il rapporto è sempre conflittuale e senza fiducia reciproca alimentato dalle forme di lavoro discontinue e sottopagate.
Nel caso specifico della Tre Valli non ho elementi per dare valutazioni sull’accaduto.
Attribuire la colpa ai dipendenti operativi mi sembra fuorviante. Le responsabilità sono dei direttori in primis e non degli operativi, altrimenti non si chiamerebbero così