La Francia è uno dei paesi occidentali che ricorre più massicciamente al glifosato, il discusso diserbante considerato come probabile cancerogeno (gruppo 2A) dall’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro (Iarc), che ha sede proprio in Francia, a Lione. Ma fino a che punto la sostanza è presente nel corpo dei francesi? Se lo sono chiesto i ricercatori di diversi centri tra i quali l’Università di Mayotte e l’Inserm di Marsiglia, che hanno condotto uno studio di grandi dimensioni, e sono giunti a una conclusione che se da una parte non stupisce, perché conferma altri studi analoghi, dall’altra inquieta: quasi il 100% dei cittadini ha livelli non irrilevanti di glifosato nelle urine.
L’indagine è stata condotta analizzando appunto le urine di quasi 6.800 persone dell’età media di 53 anni, i cui campioni sono stati raccolti per due anni, tra il 2018 e il 2020 in 63 distretti di tutto il territorio della Francia metropolitana, più l’isola di La Riunione. I partecipanti appartenevano a entrambi i sessi, avevano un peso normale nel 67% dei casi (ma erano presenti anche soggetti sottopeso e altri in sovrappeso o obesi), e di tutti sono stati raccolti anche dati relativi ad abitudini quali il fumo, il tipo di acqua e di bibite consumate normalmente (dove può essere presente il glifosato, che è idrosolubile), l’attività lavorativa, la zona di residenza (più o meno agricola), il consumo di alimenti biologici e altro, al fine di stabilire anche eventuali associazioni.
Come riferito su Environmental Science and Pollution Research alla fine, dopo aver introdotto tutti i fattori correttivi del caso, il risultato è stato che il 99,8% dei francesi ha glifosato nelle urine, in concentrazioni medie pari a 1,19 nanogrammi per millilitro. I soggetti che hanno le concentrazioni più elevate sono gli uomini e, dato preoccupante, i bambini con meno di 15 anni (probabilmente a causa del maggior consumo di cereali e di alcune caratteristiche del metabolismo tipiche dell’infanzia e dell’adolescenza, sottolineano gli autori), mentre chi mangia più cibi biologici ha quelle più basse. Analogamente, emerge una differenza in base al tipo di acqua bevuta: quando è quella del rubinetto o quella in bottiglia i livelli di glifosato sono più alti rispetto a quando è filtrata. Anche birra e succhi di frutta sono associati a una concentrazione maggiore, che sale con la quantità assunta. Infine, chi svolge un’attività che comporta un’esposizione professionale, per esempio in agricoltura o zootecnia, ha ovviamente più glifosato nell’urina rispetto a chi fa un altro tipo di lavoro. La stessa relazione emerge in base all’area geografica di residenza, con maggiore evidenza nelle stagioni in cui è più intensa l’attività all’aperto, e cioè primavera ed estate. Va detto che le concentrazioni variano comunque di pochissimo, e non sono mai, in nessuna situazione, nulle, perché evitare di assumere glifosato è di fatto impossibile, data la sua ubiquitarietà e le sue caratteristiche chimico-fisiche.
Questi risultati, concludono i ricercatori francesi, confermano comunque quelli già ottenuti in Portogallo, Danimarca, Germania e Stati Uniti, e pongono molti interrogativi sulle scelte fatte anche dall’Europa, che di recente, nel 2020, attraverso la Pac (Politica agricola comune), ha deciso di continuare a permettere l’impiego di glifosato, nonostante le numerose dichiarazioni sulla svolta verde da perseguire a livello comunitario, e nonostante siano evidenti i danni causati dai pesticidi come il glifosato alle api, e i rischi per la salute umana. Oltretutto, concludono, in base a uno studio del 2021 solo l’1% del glifosato è escreto con le urine. Il che significa che nell’organismo dei francesi, come in quello di buona parte dei cittadini del mondo intero, ce n’è molto di più.
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Giornalista scientifica
è evidente che anche le nuove PAC dell’UE sono pesantemente condizionate dalle lobby delle multinazionali, nonostante tutte le dichiarazioni di svolte green della Ursula Von der Leyen.
sono un broker che ha organizzato una filiera di grano duro dalla Francia con una Coop produttrice di grano duro certificato al carico nave esente Glifosato cioe inferiore a 0,01 mg/kg di grano,e va a un’importante produttore di pasta.È una goccia nel mare ,purtroppo vanificata dall’importazione di più di 1 milione di tons di grano duro canadese che ha al suo interno il glifosato utilizzato in Canada come essicante prima del raccolto,pratica non permessa in Europa.Si puo arrivare a produrre senza glifosato i prodotti necessari nell’alimentazione,ma ci deve essere la volontà di tutti,industria compresa ed Europa stessa!!
…ma anche dei consumatori tutti, se solo comprendessero l’importanza di ciò che comprano…
Armi di distrazione di massa…
Il Glifosato ha un’efficacia formidabile del disseccare le piante e al tempo stesso una tossicità modestissima per l’uomo. La DL 50, ossia la Dose Letale per uccidere il 50% delle cavie di laboriatorio (topi bianchi) è tra 1 e 5 grammi per chilo di peso corporeo. Vale a dire che una persona dal peso di 70 kg può ingurgitare da 70 a 350 g di glifosato puro ed avere il 50% di possibilità di morire…
Tra l’altro il glifosato penetra pochissimo nel terreno, dove viene degradato dai batteri naturali.
Per dire, il Benzene che è stato messo nella benzina VERDE in sostituzione del piombo, è una sostanza cancerogena classificata dallo IARC (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), nel gruppo 1, il più pericoloso, e può essere assorbito per inalazione e per contatto cutaneo.
Ricordiamocelo tutte le volte che facciamo il pieno di benzina verde al self service per andare in quel particolare negozietto a comprare frutta e verdura biologica.
Ma è sicuro che venga aggiunto benzene nella benzina verde?
è fin troppo chiaro che di problemi al mondo ce ne sono a milioni, ma cercare di difendere con una presunta levità delle conseguenze il glifosato mi sembra roba da “benaltrismo”, di “tafazziana” memoria. i problemi si riconoscono, si affrontano e si devono risolvere, non sottovalutarli!
Caro @luigiR, posso dire che il Benzene mi fa più paura del Glifosato?
E che ne vengo in contatto più spesso?
Mi risulta di sì, come limite massiimo non più dell’1%, vedi Schede di Sicurezza Q8 e API:
https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwiq9ND66e_1AhXO8LsIHXinBMwQFnoECA8QAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.q8.it%2Fdocuments%2F9712510%2F9745020%2FBenzina_QUASER_03.pdf%2F1e57d8bf-f7c3-33c2-98ff-17c78fa63e7b&usg=AOvVaw1kASit21n4k2OFT3gz6UF2
https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwiq9ND66e_1AhXO8LsIHXinBMwQFnoECCsQAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.gruppoapi.com%2Fpdf%2FSDS%2520Benzina.pdf&usg=AOvVaw0Je5R9UVrH9taRqMUthy9z
https://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/documenti-tecnici/DOCTEC_2016_Relazione_Combustibili_2015.pdf
Pagina 14 Benzene = 1%
Non ho conoscenza di documenti più recenti che diano indicazioni diverse.
In questa ricerca io leggo che i valori di glifosato riscontrati nelle urine sono estremamente bassi (un nanogrammo è 1 grammo diviso 1.000.000.000). Nell’analisi statistica dicono di aver fatto l’ANOVA, ma non è riportato uno, dico uno soltanto, risultato statistico = livello di significatività della differenza statistica riscontrata. Nelle tabelle le medie sono riportate seguite da +/- un valore di deviazione standard (anche se non è definito) dello stesso ordine di grandezza delle medie. In quelle tabelle, per le informazioni fornite, io leggo che le medie non si differenziano tra loro. Quindi perché dire che chi mangia biologico ha meno glifosato nelle urine. Così come tutte le altre differenze commentate. Mi sembra un commento allo stesso livello di chi si ostina ad affermare la presenza di metalli pesanti nei vaccini (vai ad analizzare con le stesse metodiche tutte le matrici con cui veniamo a contatto, per ingestione, inalazione, ecc, e poi parliamo di concentrazioni a confronto).
Per dire: http://www.pellegrinoconte.com/2019/06/12/il-glifosato-nei-lavori-medici/