I gladiatori seguivano una dieta vegetariana. Questa realtà contrasta un po’ con l’immaginario collettivo che, forse sollecitato dalle immagini del famoso film in cui Russell Crowe combattere nell’arena contro i leoni, vede i gladiatori come forti mangiatori di carne e selvaggina per supportare il fisico e compensare la fatica. La dieta vegetariana dei combattenti viene descritta da Gaio Plinio Secondo o Plinio il Vecchio (??? – 79 d. C.) nella sua Naturalis historia (XVIII, 72) quando riferendosi ai gladiatori li definisce hordearii (mangiatori di orzo), quindi con una regime alimentare che include il consumo di orzo e una bevanda denominata pyxis o pisside.
“La dieta vegetariana dei gladiatori – scrive Giovanni Ballarini sul sito dell’Accademia dei Georgofili – trova una conferma nelle recenti ricerche di Sandra Losch e collaboratori sui gladiatori di Efeso del secondo, terzo secolo della nostra era. In questa città i combattimenti sono segnalati a partire dal 69 a.C. sotto gli auspici del governatore romano Lucio Licinio Lucullo (117 a. C. – 56 a. C.). Nel 1993 a Efeso si scopre un cimitero del II e III secolo d.C. dove sono sepolti gli abitanti della città allora romana. Dei 53 individui ritrovati, quasi la metà erano gladiatori, identificati attraverso rilievi scolpiti sulle lastre delle tombe raffiguranti scene di battaglia”.
Pasti a base di orzo e legumi
Le analisi sugli elementi ossei inorganici fatte attraverso gli isotopi del carbonio, dell’azoto e di altri minerali permettono una parziale ricostruzione della dieta delle persone sepolte. Dalle risultanze emerge che quasi tutti gli individui si nutrivano di vegetali come cereali, grano e orzo e di graminacee come il miglio. “Lo studio del collagene delle ossa – prosegue Ballarini – porta a ritenere che avessero anche un frequente consumo di legumi e questo concorda con quanto riporta il medico romano Galeno (129 – 216 d.C circa) nel suo testo De alimentorum facultatibus. Nel testo si dice che legumi come la fava sono un’importante componente nutrizionale per i gladiatori che non mangiano molta carne. In sintesi la dieta dei gladiatori risulta essere di tipo vegetariano, con poche proteine animali, con legumi ricchi di carboidrati e una buona quantità di calcio”.
L’analisi di minerali presenti in quantità elevata nelle ossa dei gladiatori come lo stronzio e il calcio suggerisce anche l’uso di una bevanda a base di cenere vegetale denominata pyxis o pisside. Si tratta di una bevanda impiegata dai romani come spezia culinaria e come rimedio medico. Gaio Plinio Secondo il Vecchio nella Naturalis historia (libro XXXVI, 203 – 205), citando anche Marco Terenzio Varrone (116 a. C. – 27 a. C.), la descrive come una bevanda servita dopo i combattimenti per alleviare il dolore (*) .
La posca come la Coca-Cola
“Oggi – scrive Ballarini – possiamo ritenere che la pisside sia una evoluzione della posca, in uso nell’antica Roma largamente diffusa tanto che si narra sia stata data a Gesù Cristo sulla croce. La posca è ricavata miscelando cenere con acqua e aceto di vino. In questo modo si ottiene una bevanda leggermente acida, miscelata con spezie e miele per migliorare il sapore. La cenere contiene carbonato di sodio e carbonato di potassio che a contato con l’acido acetico sviluppano anidride carbonica, dando vita ad una bevanda gassata, che possiamo ritenere presumibilmente una delle prime bevande con le bollicine della storia.
Adesso facciamo un salto di 2000 anni e focalizziamo l’attenzione sulla Coca-Cola diventata la bevanda ufficiale degli atleti alle Olimpiadi di Parigi del 2024. La bibita più famosa al mondo può essere considerata una versione moderna della posca romana. La grande diversità è che i romani non conoscendo lo zucchero usavano il miele. L’altro elemento su cui riflettere è che il 99,99 % degli affezionati consumatori di Coca-Cola (e altre bibite zuccherate) non fa parte del gruppo di atleti di Parigi. Non assomiglia nemmeno ai gladiatori. Le persone bevono queste bibite in quantità esagerata contribuendo ad aumentare l’assunzione di calorie nella dieta e a mantenere errate abitudini alimentari.
Note
(*) “Ad convolsa interiora viscera aut contusa, M. Varro – ipsis enim verbis eius utar – pyxis sit, inquit, focus. Inde enim canis lixivus potur medetur. Licet videre gladiatores, cum deluserunt, hac iuvari potione.” (Gaius Plinius Secundus, Naturalis Historia, Liber XXXVI, 203-5) (Per curare dolori viscerali che seguono a lussazioni o a contusioni, dice M. Varrone , sia di guida il fuoco. Bevi la pisside bevanda fatta dal fuoco con la cenere e verrai sollevato. Puoi ben vedere come i gladiatori ne traggono giovamento bevendone dopo il combattimento).
© Riproduzione riservata – Foto: tratte dal film Il Gladiatore
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
La carne era per pochi all’epoca (il pesce probabilmente meno, soprattutto in zone costiere), mi chiedo se fosse una scelta dettata solo dal “costo”, anche se alcuni gladiatori erano famosi e ben “remunerati”, per cui probabilmente, ad un certo punto, si potevano permettere certi lussi…
Il consumo di orzo era solitamente riservato agli schiavi, tanto che nell’esercito una delle punizioni umilianti per chi trasgrediva i regolamenti era proprio l’obbligo di consumare orzo invece che altri cereali. I gladiatori erano reclutati prevalentemente tra gli schiavi, anche se alcuni cittadini romani potevano dedicarsi alla carriera di gladiatore, perdendo i relativi privilegi di cittadini, quindi mi sembra logico che mangiassero orzo, soprattutto se erano a inizio carriera e non erano famosi o particolarmente dotati. Il consumo di orzo non era dettato da particolari virtù della diete vegetariana, ma associato al mantenimento di una classe sociale “inferiore”. E’ un aspetto che andrebbe menzionato per correttezza, se si scrive un argomento su questo argomento.
Il grano non era certo quello ad alta resa odierno ma l’orzo? come differiva. Le proteine arrivavano dalle fave ecc. allora.
L’argomento è cosa mangiassero e non chi! O gladiatori o nobili decaduti la dieta era vegetariana: sì o no?
Molto, molto interessante! Grazie!