Garofalo lancia una nuova confezione per la pasta composta dal 30% da plastica riciclata. L’azienda è la prima nel settore a utilizzare la plastica riciclata ottenuta dal riciclo chimico. Si tratta di un processo diverso da quello meccanico finora utilizzato, perché tramite la decomposizione dei tradizionali rifiuti da imballaggi plastici permette di ottenere una materia prima utilizzabile per produrre nuovamente plastica, equivalente a materiale vergine. Al momento è una lavorazione ancora costosa e un materiale di limitata disponibilità, ma il pastificio lo ha scelto in virtù dei benefici che ne derivano tra cui la riduzione dell’utilizzo di risorse fossili, riutilizzando materiali già in circolazione, perseguendo gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile: 7 (Energia pulita e accessibile), 12 (Consumo e produzione responsabili) e 15 (La vita sulla terra).

Il pastificio ha aderito anche alla campagna Impatto Zero di LifeGate e contribuirà a compensare le emissioni di CO2 generate dalla fabbricazione e commercializzazione del packaging primario dei prodotti a marchio, con i crediti di carbonio generati dal progetto sviluppato nella riserva Rimba Raya, in Indonesia, che prevede la conservazione di foreste in crescita con obiettivi di prevenzione, protezione e sviluppo locale (vedi sito).

Different pasta types on the wooden table.
Sono sempre di più le aziende del settore pasta che cercano di rendere più sostenibile il loro modello di business

Da marzo sono disponibili sugli scaffali del mercato italiano oltre che gli spaghetti, penne ziti rigate, fusilli, farfalle, elicoidali con il nuovo packaging, che va smaltito nella frazione degli imballaggi leggeri. Garofalo progetta di estendere l’innovazione anche ad altri prodotti della linea oltre ad aumentare la percentuale di materiale plastico riciclato.
Le nuove confezioni manterranno la trasparenza, che lascia vedere completamente la pasta contenuta, in più comparirà un’etichetta narrante che riporterà in modo chiaro i dettagli del nuovo progetto. Sulla confezione si trova inoltre ben visibile e in evidenza l’indicazione con il tempo di cottura, rimasta dopo che il pastificio aveva aderito al Movimento Grandi Minuti – la divertente campagna social del 2020 che invitava le marche di pasta a rendere più visibile questa informazione, mostrando confezioni fake in cui il numerino veniva scritto a caratteri cubitali (leggi qui).

Le aziende del settore pasta che cercano di rendere più sostenibile il proprio modello di business sono diverse. La Molisana da un paio di anni ha convertito tutte le confezioni in carta Kraft, composta da cellulosa naturale, ruvida e interamente riciclabile nella carta, proviene da foreste e cartiere gestite in maniera responsabile, certificate Fsc, con una riduzione annua di produzione di plastica di circa 230.000kg.

Agnesi ha sostituito, nel 2021, la plastica degli imballi, con una confezione 100% compostabile realizzata con materie prime derivanti dalla lavorazione di prodotti agricoli ed altre risorse, da smaltire nella raccolta dell’umido. La scelta di Colussi, proprietario del marchio Agnesi, ha permesso di togliere dal mercato 42 milioni di imballaggi in plastica, che si vanno ad aggiungere ai 2,5 milioni delle nuove confezioni compostabili dei prodotti Misura, uno degli altri brand del gruppo.

© Riproduzione riservata – Foto: Garofalo, AdobeStock

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