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Anche se la loro presenza sta diminuendo, grazie ad alternative in materiali compostabili o riciclabili, le capsule e le cialde da caffè monodose in plastica sono ancora le grandi protagoniste delle macchine domestiche. Al di là dell’impatto ambientale, di per sé rilevante, ci sono rischi per la salute, derivanti dalle plastiche stesse? Se lo chiede un articolo pubblicato da Time, nel quale alcuni esperti mettono in evidenza soprattutto due aspetti: il rilascio di microplastiche e la migrazione direttamente nel caffè di sostanze nocive provenienti dalle capsule, che potrebbero essere favoriti dalle alte temperature, e che ovviamente si sommano a quelli provenienti da molti altri alimenti e bevande quotidiani.

I motivi di preoccupazione

Per capire che cosa può succedere è necessario ricordare come funzionano le macchine per il caffè a capsula. Di norma, la caldaia riscalda l’acqua fino quasi al punto di ebollizione (100 °C), e poi la spinge attraverso la capsula o la cialda sfruttando la pressione. Il calore e la pressione fanno sì che la plastica della cialda o della capsula perda sostanze chimiche e si frammenti in minuscoli pezzi, che poi di disperdono nel caffè. Che questo sia ciò che accade normalmente è testimoniato tra gli altri da uno studio condotto da Mohamed Abdallah, docente di chimica ambientale dell’Università di Birmingham, nel Regno Unito, che ha effettuato alcuni test su tre diversi tipi di cialde.

Tante tazze di caffè, vista dall'alto coffe
Sarebbe meglio portare una tazza da casa, in ceramica, in vetro o in acciaio

Il risultato è stato che nelle bevande si ritrovano livelli assai significativi di microplastiche: secondo i calcoli effettuati, con ogni caffè si assumono anche 1,65 microplastiche per chilo di peso corporeo al giorno, cioè quantità superiori a quelle presenti nella sola acqua. E ogni bevanda ha un suo range di emissione di plastiche, compreso dalle 37 per litro circa dei caffè freddi (43 in quello caldo) alle 60 del tè. La prova definitiva della provenienza è arrivata dalla qualità delle microplastiche: erano costituite dagli stessi polimeri utilizzati nelle capsule e nelle cialde.

Rischio o no?

Come conferma a Time il tossicologo Christopher Helt dell’associazione no profit Clean Production Action, direttore del programma GreenScreen Certified®: “Esiste una chiara possibilità che le sostanze chimiche e le microplastiche migrino nel caffè, ma è anche vero che il rischio può essere limitato dalla brevità del contatto tra la plastica e l’acqua, che dura solo qualche manciata di secondi”.

Non bisogna poi dimenticare che la plastica arriva anche da altre fonti, quando si tratta di caffè. L’acqua ne contiene già prima di entrare nelle macchine. Queste ultime hanno quasi sempre diverse parti interne in plastica, e rilasciano tanti più materiali quanto più sono vecchie (la plastica si degrada inesorabilmente con il tempo). I serbatoi, a loro volta, sono quasi sempre di plastica, e anch’essi possono andare incontro a trasferimenti e degradazioni.

Se si ama il caffè con il latte, inoltre, si deve ricordare che il latte, prima di essere confezionato, attraversa sempre decine di metri di tubi in plastica, che possono a loro volta contaminare il liquido.

a monte di un caffè espresso forte da una macchina per caffè espresso a tazze di vetro traslucido
Si possono usare le capsule in acciaio inossidabile, che hanno il vantaggio di essere riutilizzabili

Le alternative alle capsule di plastica

Fortunatamente, sempre più spesso le aziende propongono capsule in materiali non plastici come quelle in alluminio lanciate da Nespresso, nelle quali possono però essere presenti piccole quantità di materie plastiche. In alternativa si possono scegliere quelle in materiali compostabili, a loro volta non esenti da criticità perché di solito sono realizzate con bioplastiche che contengono molti additivi e coloranti, sempre al fine di renderle resistenti a calore e pressione. Inoltre sono state studiate ancora meno, per quanto riguarda i possibili rilasci.

Un’altra strada percorribile è acquistare quelle in acciaio inossidabile, che hanno anche il vantaggio di essere riutilizzabili. Occorre un piccolo investimento (una decina di euro a capsula) ma la spesa iniziale si ammortizza in fretta, con un utilizzo regolare delle macchine.

Inoltre, se si usano bicchierini o tazze monouso è molto difficile evitare del tutto la plastica o la bioplastica. Per tale motivo, almeno sul luogo di lavoro, sarebbe sempre meglio portare una tazza da casa, in ceramica, in vetro o in acciaio, e limitare così il rischio almeno per quella piccola proporzione sulla quale è possibile agire.

Un ambito poco studiato

Molto resta comunque da capire, anche perché i pochi studi che sono stati fatti si sono basati su metodi differenti, non hanno sempre considerato gli stessi diametri per definire le microplastiche, o hanno verificato certe molecole e non altre, o non le microplastiche. Per esempio, una ricerca del 2020 condotta dai ricercatori dell’Università del Connecticut su 22 marchi di capsule e cialde e 15 di caffè ha mostrato la migrazione di alcune sostanze chimiche con caratteristiche estrogeno-simili in piccole quantità, ma non ha valutato quella di microplastiche. Ogni produttore, inoltre, utilizza polimeri la cui composizione non sempre è nota, studiati per resistere a calore e pressione, e ogni macchina lavora in modo leggermente diverso: le variabili che entrano in gioco sono quindi numerose, così come le molecole pericolose potenzialmente rilasciate.

In attesa di notizie più chiare, la soluzione è rivalutare le caffettiere tipo moka o in generale le macchine per il caffè senza cialde o capsule, in alluminio, acciaio o vetro, che non usano in nessun modo plastiche e che sono anche molto più sostenibili. Il caffè o il tè poi andrebbero sempre gustati in una tazza non monouso.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos

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Raffaele
Raffaele
18 Novembre 2025 06:51

Penso che vadano tolte dal commercio….

Maria Francesca
Maria Francesca
Reply to  Raffaele
18 Novembre 2025 15:35

Moka o caffè filtro con filtro in rete metallica.o macchina espresso casalinga con filtri in acciaio e caffè sfuso

Maria Teresa
Maria Teresa
18 Novembre 2025 11:31

Eccellente grazie

Simone
Simone
18 Novembre 2025 19:15

Scusate ma qui si parla di capsule e poi viene indicato che anche le cialde rilasciano particelle di plastica… Ma le cialde a differenza delle capsule sono fatte di carta… Credo che sia stata fatta un po’ di confusione…

Valeria Nardi
Reply to  Simone
19 Novembre 2025 10:38

BUongiorno, non è detto che non ci siano parti plastiche o comunque sintetiche anche nelle cialde

luigiR
luigiR
19 Novembre 2025 14:54

meno male che non bevo caffè…

gnampolo
gnampolo
25 Novembre 2025 14:13

Domandina… ed il caffè delle macchinette (vending), bello bollente, servito nella plastica, c’è da preoccuparsi?
Tipo nel mio caso mi ritrovo, attualmente, con caffé, cioccolata calda e tè serviti in:
bicchierini in PS (Polistirene)
palette in PP (Polipropilene)

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