Man is confused

Anche quest’anno Foodwatch, associazione dei consumatori presente in Germania (oltre che in Francia e Paesi Bassi), ha premiato con il Bignè Dorato il prodotto con l’etichetta più ingannevole. Quest’anno il primo premio è stato assegnato ai biscotti per bambini Kinderkeks di Alete, che hanno ottenuto più del 50% dei voti, stracciando così la concorrenza.

Secondo il produttore i biscotti  sono “adatti ai bambini dagli otto mesi in sù” e sono “fatti su misura per i bisogni nutrizionali” di bebè e bimbi piccoli. L’aspetto critico è che i biscotti contengono il 25% di zuccheri semplici. Si tratta di una quantità enorme, soprattutto per bambini così piccoli. L’azienda si è difesa dicendo che i loro prodotti sono in linea con le raccomandazioni dell’OMS. Secondo Foodwatch, però, i calcoli fatti dal produttore si basano sui riferimenti in essere per adulti e bambini e non  per bebè che, secondo la American Heart Association, dovrebbero evitare completamente gli zuccheri aggiunti fino al raggiungimento dei due anni.

A contendersi il Bignè Dorato con i Kinderkeks sono stati altri quattro prodotti – una zuppa in scatola, un müsli, un olio vegetale e una bevanda proteica – considerati ingannevoli dall’associazione, ciascuno per ragioni diverse. La zuppa in scatola a base di coda di bue,  in realtà non contiene la coda del bovino, ma tagli più teneri di manzo. La confezione di müsli  firmata Kellogg’s è preparata veramente con grani antichi  come scritto in etichetta ma la quantità ammonta solo al 2,5%, contro il 51% di frumento tradizionale e il 10% di avena.

È più sottile la questione dell’olio vegetale, composto da una miscela di girasole, colza e lino in diverse percentuali), e  pubblicizzato come  un condimento “tre volte più ricco di Omega 3 dell’olio extravergine di oliva”. In virtù di queste  proprietà salutistiche Unilever vende in Germania il prodotto a circa 6,50€/litro. Il prezzo risulta decisamente esagerato visto che basta comprare  l’olio di colza che  contiene il 30% in più di di Omega 3 venduto a un prezzo variabile da 99 centesimi a  4€/l. L’ultimo premio è andato a una bevanda proteica alla vaniglia con il 23% di proteine e l’1% di grassi. Si tratta di una quantità di proteine esagerata che al consumatore medio non serve. Chi non pratica sport a un livello agonistico non ha la necessità di integrare proteine nella dieta. anche perché troppe persone ne consumano una quantità superiore  rispetto a quanto raccomandano le società scientifiche.

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ezio
ezio
5 Dicembre 2017 12:42

Naturalmente secondo Foodwatch, per averlo premiato, questo prodotto per bambini con il 25% di zuccheri, merita un bel semaforo verde?!
Essendo biscotti anche d’uso quotidiano per bambini piccoli e non una crema di nocciole per uso occasionale e voluttuario, il giudizio premiale è decisamente errato ed ingannevole, quanto dannoso.
Cominciamo bene con la collaborazione libera ed incontrollata di associazioni consumatori, per l’attribuzione di giudizi qualitativi di merito “soggettivo” negli alimenti!
Sarebbe interessante sapere (ed Il Fatto ci potrà informare), cosa ne pensano quelli della Foodwatch francese.
Un ottimo esempio di cosa non fare e forse di conflitto d’interesse.

Valeria Nardi
Reply to  ezio
5 Dicembre 2017 12:55

Attenzione: L’hanno premiato come il miglior prodotto INGANNEVOLE!

ezio
ezio
5 Dicembre 2017 17:48

Ops! Ho evidentemente equivocato il premio pensandolo in positivo. Annullo il commento ed il giudizio su Foodwatch tedesca.

antonio
antonio
6 Dicembre 2017 16:20

ottimo esempio di criitica ironica che rivela gli inganni dei “maghi” del marketing
Sarebbe carino che anche Il Fatto al. si facesse promotore di un premio al peggior prodotto.
Suggerisco il titolo “Premio ciofeca”

R.Squillantini
R.Squillantini
8 Dicembre 2017 18:31

Beh, le “Mele per Bambini” in vendita al Lidl sarebbero in lizza per il premio, no?
Mele di piccolo calibro, sotto gli standard commerciali, riciclate come mele adatte ai bambini (sennò quelle normali sono troppo grandi per loro, eh!) vendute ad un prezzo/kg maggior edelle mele comuni, è davvero geniale.

antonio
antonio
9 Dicembre 2017 09:23

se mi permette Squllantin,io personalmente la ritengo invece una mossa intelligente.Di solito le mele di piccolo calibro vengono scartate e deprezzate(cosa insensata) a mele da industria, riconoscendo al produttore neanche il costo di produzione.Nelle mense scolastiche le mele di grosso calibro producono scarto perchè grosse per un bambino di 3-6 anni,al contrario una mela snack di 70-100 è facile che il bambino la finisca e sopratutto riesce a gestirla con le sue manine.Resta da capire se Lidl le acquiste come scarto da industria e quanto rimane al contadino.

Beatrice
11 Dicembre 2017 15:49

Interessante il premio “miglior prodotto ingannevole”…