Polli in un allevamento all'aperto

Fileni annuncia l’estensione dei criteri sul benessere animale previsti dall’European Chicken Commitment (ECC) anche alla propria filiera convenzionale. Il comunicato stampa diffuso dall’azienda parla di un “ulteriore avanzamento” rispetto agli impegni presi nel 2021. Una notizia positiva, lodata anche da Essere Animali, che sottolinea la possibilità concreta di una transizione verso un modello più rispettoso del benessere animale e sostenibile.

Tuttavia, come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli. L’impegno vale solo per i prodotti venduti con marchio Fileni. Non riguarda i polli allevati per conto terzi, ovvero quelli che l’azienda fornisce alle grandi catene della distribuzione organizzata che richiede esplicitamente animali broiler. Ed è proprio qui che la realtà si fa meno virtuosa.

Polli allevamento
I progressi di Fileni sul benessere animale non riguardano i polli forniti alla grande distribuzione, che restano a crescita rapida

Nei supermercati dominano i broiler

Nei banchi frigo dei supermercati italiani, sotto le etichette di Coop, Esselunga, Conad o Iper, la maggior parte dei polli è di razza Ross 308, ovvero broiler a crescita rapida tra i più utilizzati al mondo, selezionati per la massima resa produttiva a discapito del benessere. Secondo i dati più recenti, oltre il 70% dei polli allevati da Fileni appartiene alla razza Ross 308. Si tratta di animali che in 35-40 giorni raggiungono il peso di macellazione, che spesso sviluppano problemi muscolari, difficoltà di deambulazione, patologie ossee e striature del petto (white striping) dovute proprio all’eccessiva velocità di crescita.

A ciò si aggiunge il problema delle ustioni alle zampe (hock burns) causate dall’ammoniaca presente nella lettiera e dall’eccessivo affollamento. Si tratta di un indicatore delle condizioni ambientali negli allevamenti intensivi che però sfugge ai consumatori, perché le zampe, nella maggior parte dei casi, vengono congelate e spedite in Cina. Come abbiamo evidenziato in un recente articolo, un documento del Ministero della Salute evidenzia le criticità strutturali nei sistemi intensivi come dimostrano i dati di un campione di allevamenti situati in Lombardia Emilia-Romagna e Sardegna.

La produzione di Fileni

Fileni dichiara di aver migliorato la tipologia di razze allevate, introducendo una quota del 27,5% di animali a crescita più lenta (Ranger Classic 15,5%, Hubbard JA Co Nu 10,1%, JA87 1,9%). Tuttavia, la stragrande maggioranza della produzione resta ancorata ai vecchi standard. Questa situazione solleva interrogativi sulla responsabilità della GDO, che continua a vendere animali allevati in modo intensivo pur potendo, come dimostra Fileni, richiedere forniture più etiche.

Il punto critico resta la mancanza di trasparenza. Sulla stragrande maggioranza delle etichette dei polli non viene specificata la razza, o la durata dell’allevamento, parametri essenziali per capire se si tratta di un animale a crescita rapida o di una razza a crescita più lenta. La questione non è solo anagrafica, a livello organolettico c’è una differenza che si percepisce immediatamente.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos

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luigiR
luigiR
27 Maggio 2025 14:32

rivolgersi al bio e consumare meno carne sono le uniche soluzioni, a mio modesto parere.

Andrea
Andrea
27 Maggio 2025 17:37

L’adozione al Chicken Commitment vale solamente per il prodotto a marchio Fileni. Nessuno sa però quanto questo incida sul totale polli allevati. Si presume che attualmente la quantità di polli macellati per produrre prodotti Fileni sia molto bassa. A seguito degli scandali passati, infatti la produzione è ora rivolta principalmente o a marchi GD o addirittura a concorrenti, in primis Amadori.
Non sono, inoltre elencati e specificati gli allevamenti nei quali vengono seguiti i criteri del commmitment
Soprattutto in termini di razze allevate e densità di allevamento. In questo modo non c’è trasparenza e non possono essere fatti controlli oggettivi.
C’è anche da dire che Fileni aveva già firmato con CIWF nel 2021 un impegno a rispettare i criteri del Chicken Commitment e che ad un check
Fatto a luglio 2024 solamente il 23% dei polli allevati rispettava i criteri di densità e il 27% erano razze a lento accrescimento.
L’impegno con CIWF era di arrivare almeno al 27% entro il 2026.
Ci si chiede dunque perché tutto questo clamore se poi gli accordi non vengono di fatto rispettati ?
In ultimo, sembrerebbe che i controlli sul rispetto verranno demandati al Bureau Veritas che effettuerà controlli principalmente cartacei su dati forniti da Fileni.
Insomma, un nuovo avvenimento che va contro la trasparenza, la tutela dei consumatori e il rispetto del benessere animale.

Nicolò
Nicolò
Reply to  Andrea
28 Maggio 2025 16:31

Invece di attaccare chi comunque ci prova a cambiare le cose, perché non facciamo una riflessione sugli altri grandi produttori di polli.

giova
giova
Reply to  Nicolò
3 Giugno 2025 15:55

Anche sugli altri produttori di polli.
Perché Fileni ha ricavato tantissimo con un’immagine di azienda seria che le spetta solo in parte.

Francesco Borga
Francesco Borga
28 Maggio 2025 13:51

Siamo sicuri che allevare polli che consumano il 50% in più dii alimento Parità di carne prodotta ed inquinano il doppio sia ecologicamente corretto?

Roberto La Pira
Reply to  Francesco Borga
29 Maggio 2025 09:41

Il problema è diversificare l’offerta mettendo sul mercato polli a lenta crescita senza farli pagare un fortuna come si fa adesso.Succede in tutte le merceologie alimentari tranne in quoto settore

Stefano Rozzi
Stefano Rozzi
28 Maggio 2025 23:02

Non compero Fileni, né Aia e neanche Amadori. Mangio pochissima carne e la quella poca, l’acquisto a Km zero dove le galline fanno la loro vita all’ aperto.

Lodovico Baldeschi
Lodovico Baldeschi
29 Maggio 2025 00:22

Ma i tremendi cattivi odori ricchi di ammoniaca e polveri sottili per chi abita vicino quando li eliminano? Sono stati già condannati in primo grado per questo reato, sono ricorsi in appello che si terrà il 9 settembre.

Osvaldo F
Osvaldo F
29 Maggio 2025 12:56

Ho notato “di corsa” un recente spot di Fileni e volevo giusto scrivervi, approfitto: lo devo rivedere con calma, ma se non sbaglio pubblicizza i polli “Bio” ma in modo tale che secondo me, ed è studiato apposta, lo spot lega il concetto di prodotto Bio allevato secondo i criteri di benessere, al marchio Fileni in genere… Ripeto, va rivisto con attenzione, ma la prima impressione è che fosse poco chiaro

Osvaldo F
Osvaldo F
Reply to  Osvaldo F
31 Maggio 2025 09:44

Ho appena rivisto su La7 lo spot (che stranamente non ero riuscito a reperire sul web) e confermo: il messaggio a me suggerisce che Fileni = pollo a lenta crescita, secondo me non è per nulla chiaro (volutamente?) che quelli a crescita lenta sono di una linea precisa. Fileni col suo marchio vende anche i boiler a gonfiaggio accelerato…, giusto? Sarebbe da fare esaminare allo IAP.
Buon lavoro

Roberto La Pira
Reply to  Osvaldo F
31 Maggio 2025 11:08

Fileni con il suo marchio vende solo polli bio a lenta crescita, ma questo rappresenta il 10-15% del giro di affari. La rimanente quota è rappresenta da broiler a crescita super accelerata, venduti alle catene di supermercati che li propongono sugli scaffali con il loro marchio

giova
giova
Reply to  Osvaldo F
3 Giugno 2025 15:58

Fileni sa vendersi molto bene, usando delle modalità mistificanti della sua realtà produttiva.

Marcella
Marcella
3 Giugno 2025 14:41

In famiglia ormai da anni consumiamo, il più possibile, prodotti Bio e Fileni è l’unico pollo dichiarato bio che trovo al supermercato! Qualche anno fa, ho scritto a Fileni che le loro fettine di pollo erano particolarmente dure. Dopo uno scambio di lotto, data di scadenza, punto di acquisto, ecc. mi è stato assicurato che avrebbero controllato la qualità onde evitare di avere altre lamentele.
Ad oggi non è cambiato nulla, il pollo a fette di Fileni è duro e stopposo io lo compro sporadicamente! Esiste un’altra azienda che alleva polli bio?..

giova
giova
Reply to  Marcella
3 Giugno 2025 16:01

Sì, ad esempio CarneSi e Bioalleva (catena NaturaSì). Altrimenti faccia riferimento, se l’acquisto è consistente, al gruppo d’acquisto solidale (G.A.S.) della sua zona.

Alessandra Lucente
Alessandra Lucente
3 Giugno 2025 17:23

Io ho chiuso con Fileni, delusione scottante, clamorosa presa in giro dei consumatori, fiducia mal riposta, ora anche se chiamassero per nome i polli dei loro allevamenti non tornerei a comprare Fileni.

Maurizio
Maurizio
3 Giugno 2025 19:47

Riusciremo a far mangiare pollo a tutti solo se i progressi sulla conversione mangime pollo vivo restano convenienti. Purtroppo il pollo bio impatta di più sull ambiente perché consuma più cereali più acqua e più carburanti emettendo quindi più CO2 per kg di pollo vivo. È vero che il pollo segna l ultima specie di animale da consumo che potremmo permetterci, bovino e suino sono molto più impattanti perché “sprecano” più cereali acqua ecc per kg di carne viva. Oltre il limite del pollo ( no a lenta crescita) dovremmo smettere di mangiare carne avicola e consumare direttamente gli stessi cereali e proteine che compongono i mangimi dei quali i polli si nutrono.

Valeria Nardi
Reply to  Maurizio
4 Giugno 2025 10:03

Occorre valutare l’intera ciclo di vita (LCA) di un prodotto. L’LCA del pollo biologico può rivelare un impatto ambientale maggiore nella fase di produzione, ma in alcuni casi il pollo biologico può avere un impatto inferiore nel lungo termine grazie alla sua qualità e alla sua capacità di conservazione. Le pratiche di allevamento biologico, con una maggiore attenzione al benessere animale e all’uso di prodotti non OGM, possono contribuire a una maggiore sostenibilità ambientale nel lungo termine, così come l’uso di materiali riciclabili per l’imballaggio del pollo biologico può contribuire a ridurre l’impatto ambientale nello smaltimento.

Giorgio Massa
Giorgio Massa
4 Giugno 2025 00:23

I matrimoni fra imprenditoria e benessere, imprenditoria ed ecologia, imprenditoria e umanità e altri simili non hanno funzionato e ormai questi partners vivono nelle nostre società come separati in casa, litigando fra di loro e comunicando solo tramite avvocati e noi ne paghiamo le conseguenze.

Azul98
4 Giugno 2025 12:14

Fondamentale la Fileni tenta di essere meno peggio. Io preferisco mangiare saltuariamente carne biologicamente testata, oltre non si va.

Azul98
4 Giugno 2025 15:30

A proposito della Fileni,l’anno scorso a Mantova molte associazioni anti-speciste e animaliste si sono coalizzate tra i quali FridayforFuture,contro una conferenza in cui c’era il min. Lollobrigida che negava anche l’evidenza,(logicamente)mentre dilaga l’aviaria e la peste suina,fu fatta una manifestazione puramente pacifica con uno striscione contro gli allevamenti intensivi,furono presi,caricati su un furgone della polizia,daspo cittadino per tutti e parlo anche di donne e ragazze anche di 15 anni,fu fatto un appello online,per fermare la Fileni,e daspo cittadino immediato,fu fatto un appello online direttamente al sindaco di Mantova, che con una mail gli ho scritto ciò si doveva, nessuna risposta,il daspo è stato bloccato temporaneamente, ma la situazione a Mantova è ancora Allevamenti Intensivi con tutto ciò che ne consegue,sia la salute delle per le persone che per gli animali,una Città che prima o poi sarà un focolaio di epidemie che tutti sappiamo.

piero
piero
5 Giugno 2025 19:02

bisogna continuare a fare pressione per il miglioramento di tutti i polli. E perché non si parla abbastanza dell’allevamento di tacchini e oche?

Tiffany
8 Giugno 2025 21:20

Bella pubblicità,mi ha dato 1 colpo allo stomaco,dopo che 1 anno e più fà in TV avevo visto tutto il servizio Fileni e allevamenti all’aperto,così dicevano. Non rispetto del benessere animale da parte di alcuni lavoratori.Son bene appoggiati questi consorzi Fileni.La pubblicità 1 vera presa in giro x chi è inconsapevole, sarebbero da denuncia x ciò che dice questa

Clay
Clay
10 Giugno 2025 10:47

Argomento interessante, quindi solo le confezioni a marchio Fileni con scritta verde e bollino del Committed to better Chicken, dovrebbero essere a lenta crescita.

Roberto La Pira
Reply to  Clay
10 Giugno 2025 10:54

Tutti i polli a marchio Fileni sono ormai a lenta crescita . Ma questo rappresenta solo il 10-15% del fatturato Fileni . Il resto è composto da polli a crescita veloce broiler che vende ai supermercati che a loro volta li propongono con il loro marchio di insegna

Clay
Clay
Reply to  Roberto La Pira
10 Giugno 2025 18:38

Perfetto, ora ho compreso la differenza e spero aumentino presto l’offerta di questi polli che consumiamo comunque molto raramente.
Quelli a marchio dell’insegna oltre ad essere di minor qualità spesso hanno anche un packaging meno salubre, come pellicole in pvc

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