Tra la fine della scorsa settimana e l’inizio di quella nuova, Ministero della Salute e catene di supermercati hanno segnalato alcuni nuovi richiami: hamburger di bovino biologico Fileni, salami e soppresse con e senz’aglio e salame mignon, tutti per rischio microbiologico.
Il richiamo degli hamburger Fileni
Il Ministero della Salute e i supermercati Coop hanno diffuso il richiamo da parte dell’operatore di tre lotti di hamburger di bovino biologico a marchio Fileni Bio. Il motivo indicato sull’avviso di richiamo è la presenza di Salmonella. Il prodotto in questione è venduto in confezioni da 180 grammi, appartenente ai lotti numero 45672 con la data di scadenza 26/10/2024, 45372 con la data di scadenza 27/10/2024, e 45072 con la data di scadenza 29/10/2024. Al momento della pubblicazione da parte del Ministero della Salute, lunedì 28/10/2024, due dei tre lotti quindi erano già scaduti.
L’azienda Bioalleva Srl ha prodotto gli hamburger di bovino bio per Fileni Alimentare Spa. Lo stabilimento di produzione si trova in via R. Spineta 1374, a Vallese di Oppeano, in provincia di Verona (marchio di identificazione S4Y97).
Per ulteriori informazioni, è possibile contattare l’azienda al numero 0733 606211 oppure all’indirizzo email qualita@fileni.it
Il richiamo di salami e soppresse
Il Ministero e i supermercati Coop e Carrefour hanno pubblicato anche il richiamo precauzionale di un lotto di salame casereccio e soppressa nostrana, con e senz’aglio, ‘i Friulani’, a marchio Salumi Luigi Vida (aggiornamento del 05/11/2024). La ragione indicata, anche in questo caso, è la possibile presenza di Salmonella. I prodotti interessati sono venduti in confezioni da 4,5 kg, 600 grammi e 300 grammi con il numero di lotto P242420 e le date di scadenza 18/03/2025, 07/01/2025 e 16/01/2025.
L’azienda Maggie Srl ha prodotto i salami e le soppresse richiamate per Salumi Vida Sas. Lo stabilimento di produzione si trova in via dei Laghi 28, a Torreano, nell’ente di decentramento regionale di Udine (marchio di identificazione I 1002 L).
Il richiamo del salame mignon
Carrefour, invece, ha segnalato il richiamo precauzionale da parte del produttore di un lotto di salame mignon a marchio Borgo Dora. Il motivo indicato sull’avviso di richiamo è un possibile rischio microbiologico: secondo quanto rivelato da un avviso del Ministero della Salute si tratterebbe di sospetta presenza di Listeria monocytogenes (aggiornamento del 30/10/2024). Il prodotto coinvolto è venduto in pezzi di circa 90 grammi, con il numero di lotto 348304 e la data di scadenza 08/04/2025.
L’azienda Salumificio Borgo Dora Spa ha prodotto il salame mignon richiamato. Lo stabilimento di produzione si trova in corso Vercelli 279/A, a Torino (marchio di identificazione UE IT 926 L).
A scopo precauzionale, si raccomanda quindi di non consumare gli hamburger, i salami e le soppresse con le date di scadenza e i numeri di lotto sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso dei prodotti richiamati possono restituirli al punto vendita d’acquisto.
Dal primo gennaio 2024 Il Fatto Alimentare ha segnalato 221 richiami, per un totale di 569 prodotti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina), Ministero della Salute
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Non si sa più cosa mangiare, anche i prodotti bio!!!!!
Ma la continua presenza di salmonella nei vari prodotti è dovuta a carenze nella fase di produzione, lavorazione o confezionamento? Grazie
Sono vegana. Credo che sia sufficiente!
I rischi microbiologici esulano dallo stile alimentare: è vero, questa è una “collezione” di prodotti carnei ma batteri e altri rischi (vedi le micotossine nel mais) sono dappertutto!!
Ma io dico è normale investire qualcosa in più per la spesa che già di per se è arrivata a prezzi allucinanti, comprare biologico e trovarsi con la salmonella?
Non è comparabile il concetto di biologico con la presenza di salmonella….non c’entra nulla, la salute dei prodotti biologici esula dalle contaminazioni di patogeni!
Penso che il problema sia anche quello dei volumi. Qualsiasi cosa abbia una sua domanda, si passa alle coltivazione o allevamenti intensivi e anche il bio va a farsi benedire. Poi secondo la normativa la definizione “BIO” è molto lasca.
Ci sono troppi supermercati, troppa GDO ! Tutti questi non possono permettersi di avere scaffali vuoti (cosa che, invece, sarebbe normale, se si rispettassero i naturali e stagionali cicli produttivi). Esigono dai fornitori un flusso continuo di “merce”. E se anche la merce è perfetta, poi c’è il problema della conservazione o per le grandi catene la possibilità che lo stesso prodotto giri per più supermercati.Ormai è finita. Abbiamo importato modelli di consumo che non ci appartenevano e queste sono le conseguenze. Noi stessi cosa siamo? Se mi giro intorno vedo persone sempre più grandi e grosse…dei gorilla. La scala evolutiva al contrario.
Praticamente non si possono più mangiare insaccati crudi. Ogni volta salta fuori qualche problema con la salmonella.
Se questo è progresso.
Il biologico Fileni era già stato attenzionato dalla trasmissione Report “Che polli”, della giornalista Giulia Innocenzi, poi seguita da una – secondo me – poco convincente rettifica della RAI. Ora di nuovo un prodotto biologico deve essere ritirato dal mercato. Personalmente credo che il biologico di tipo industriale, quale è quello della Fileni, sia veramente poco differente da un allevamento intensivo tradizionale, con gli stessi problemi di igiene e di maltrattamento animale. Sul biologico industriale si può leggere in merito l’interessante saggio “Il dilemma dell’onnivoro” di Michael Pollan, non recente, ma ben documentato, soprattutto per la verità, sul biologico in America. Ma non credo che le cose siano differenti in Italia. D’altra parte, le denunce dei residenti vicino agli stabilimenti Fileni, denunce di insopportabili odori che la Procura ha accolto condannando la Fileni, sono eloquenti. Ma a guardare il loro sito, gli animali vivono “secondo natura”: ampi prati verdi.
Gentilissima, ne abbiamo parlato qui: https://ilfattoalimentare.it/pollo-fileni-biologico-report-rettifica.html