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diete restrittive

Pubblichiamo di seguito il commento di un nostro lettore all’articolo di qualche giorno fa sulla nuova dieta del Riso Scotti del prof. Nicola Sorrentino. A seguire la risposta dell’Associazione nazionale specialisti in scienza dell’alimentazione (Ansisa).

Il metabolismo basale non c’entra nulla con il fabbisogno minimo di macro e micronutrienti. Il metabolismo basale è il dispendio calorico stando completamente a riposo. Il fabbisogno minimo di macronutrienti è variabile a seconda di ciò che si intende per “fabbisogno minimo” e va sempre messo in relazione alla durata del regime alimentare, perché è evidente che se io digiuno per un giorno intero non soddisfo nessun fabbisogno, ma al mio organismo non accade nulla di drammatico perché utilizza le scorte di glicogeno nel fegato e nei muscoli, e le scorte di grassi del tessuto adiposo. Se vogliamo, lo scopo di una dieta ipocalorica è proprio quello di NON rispettare il fabbisogno di macronutrienti dell’organismo. Questa cosa può essere protratta solo per un tempo finito, dunque non ha senso criticare una dieta se non se ne prende in considerazione anche la durata.
Il fabbisogno di micronutrienti può tranquillamente essere rispettato anche con diete molto restrittive, basta assumere i cibi giusti, per esempio verdura e frutta che hanno poche calorie e tante vitamine e minerali, yogurt, carni e pesci magri e qualche cereale.

Dire che una dieta da 1000 kcal “crea qualche problema perché non soddisfa il fabbisogno di macro e micronutrienti” è un’affermazione, per usare un eufemismo, “ardita”. Posso capirne il senso, ma dal punto di vista formale è decisamente fuorviante.
Detto da uno che ritiene la dieta proposta dal duo Sorrentino / Scotti l’ennesima dieta pensata per gente facilmente condizionabile da queste campagne pubblicitarie.
Andrea

La risposta dell’Associazione nazionale specialisti in scienza dell’alimentazione (Ansisa).

Il fabbisogno energetico e di nutrienti, di cui il metabolismo basale è una parte essenziale deve essere correttamente bilanciato in macro e micronutrienti. Proporre una dieta fortemente ipocalorica ad una persona normopeso, anche se possibilmente bilanciata, significa mettere a rischio lo stato nutrizionale di quella persona e quindi la sua salute.
Il fabbisogno di micronutrienti con diete da 1000 kcal e 1300 kcal è difficilmente soddisfatto, in quanto i micronutrienti, a meno che non vengano assunti sotto forma di integratori, sono contenuti negli alimenti che assumiamo.
Per soddisfare i fabbisogni dobbiamo stare attenti non solo alla scelta qualitativa degli alimenti ma anche a quella quantitativa in funzione di sesso, età, peso, attività fisica, stato di salute o malattia, etc…
La possibilità di acquistare facilmente e attraverso un’autoprescrizione “una dieta” potrebbe indurre l’idea di assenza di rischio e potrebbe altresì portare ad un utilizzo disfunzionale di tale “prodotto”, senza alcun controllo specialistico.
Detto ciò è sicuramente vero che un giorno di digiuno negli individui in apparente buono stato di salute non causa un danno irreversibile, ma se un regime dietetico fortemente ipocalorico viene protratto nel tempo, anche in maniera saltuaria, e soprattutto senza il controllo medico può portare a conseguenze negative. Le diete fortemente restrittive, non solo non eliminano il senso di fame indotto fisiologicamente da meccanismi ormonali, ma possono far emergere veri e propri disordini alimentari nei soggetti predisposti. [Harvie M, Howell A. Potential Benefits and Harms of Intermittent Energy Restriction and Intermittent Fasting Amongst Obese, Overweight and Normal Weight Subjects—A Narrative Review of Human and Animal Evidence. Behavioral Sciences. 2017 Jan 19;7(1):4.].

Inoltre una dieta fortemente ipocalorica ma non chetogenica, protratta nel tempo non induce un utilizzo delle riserve adipose tale da poter evitare la perdita di massa magra, che è invece la prima fonte energetica utilizzata dopo il glicogeno, ma provoca l’attivazione di meccanismi adattativi finalizzati ad evitare il calo ponderale [Seimon RV, Roekenes JA, Zibellini J, Zhu B, Gibson AA, Hills AP, Wood RE, King NA, Byrne NM, Sainsbury A. Do intermittent diets provide physiological benefits over continuous diets for weight loss? A systematic review of clinical trials. Mol Cell Endocrinol. 2015 Dec 15;418:153-72].

A pair of female feet on a bathroom scaleAlla fine si dovrebbe pensare alle persone e al fatto che le persone non sono tutte uguali e che qualsiasi intervento nutrizionale con potenziali ricadute sulla salute dovrebbe essere personalizzato e basato su solidissime evidenze scientifiche. La domanda che ci dobbiamo fare è: “sarebbe corretto che una/un adolescente, normopeso, facesse una dieta così? Sarebbe sicura? E se invece fosse una neomamma con una carenza di ferro? E se fosse uno sportivo che pratica un’attività fisica intensa? O una persona già affetta da un disturbo alimentare, vulnerabile a un messaggio di rapida perdita di peso?

Dobbiamo pensare ai diversi bisogni delle persone e alla loro salute: è quindi indispensabile un approccio nutrizionale personalizzato. Come già è stato sottolineato solo una dieta corretta e prescritta secondo scienza e coscienza è una procedura terapeutica che può migliorare lo stato di salute delle persone oltre che un potente mezzo di cura e prevenzione.

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