Riceviamo e pubblichiamo questa lettera sulla Dieta mediterranea
Buongiorno signor La Pira, domenica mattina ho visto la replica di una puntata del programma Mi manda Rai Tre dove lei parlava di Nutri Score ed etichetta semaforo e ho pensato di scrivere, per dire che trovo veramente preoccupante che tanta gente non abbia ancora capito cosa si intende per Dieta mediterranea. Questa mattina c’era il professore di turno, che ha dato una definizione errata di questa dieta, confusa e questo fatto ormai si sta ripetendo troppo spesso, al punto che mi è anche venuto il dubbio che non stia capitando per caso, ma venga fatto di proposito. Spero siano mie fantasie, sta di fatto che è sufficiente fare una semplice ricerca su Google, anche Wikipedia (*) insomma, per trovare un’ informazione corretta. La Dieta mediterranea originale e quindi quella autentica, è riferita ad un periodo storico in cui la dieta quotidiana era ancora molto povera, che naturalmente non significa carente, bensì fatta di materia prima e di alimenti semplici, facilmente reperibili nel territorio d’origine, non importati. Intorno agli anni ’40 ’45, fu un medico americano che individuo una bassissima mortalità fra gli abitanti autoctoni del Cilento per malattie cardiovascolari e lo attribuì al tipo di alimentazione che era abituale fra quei popoli. La Dieta mediterranea appunto. Ora è evidente che prima della guerra, la carne e comunque la componente di origine animale era molto poco rappresenta nella dieta, in quei luoghi si mangiava pesce prevalentemente non carne e ortaggi in quantità, legumi cereali frutta. Invece il solito esperto, ha detto che la dieta comprende carne, uova, latte, formaggi, senza puntualizzare, ne specificare niente. Questo tipo di alimenti erano disponibili solo quando l’animale li produceva, gli allevamenti intensivi non esistevano ancora e la produzione non era spinta, quindi bisognava seguire necessariamente i ritmi naturali degli animali a cui l’uomo doveva per forza adattarsi. La carne rossa di vitello poi credo non si mangiasse mai, forse una volta all’anno. Insomma proprio per questa mistificazione, che non so se sia casuale, la gente quando si parla di Dieta mediterranea, spesso fraintende non ha proprio chiarezza. Tutto sarà certo ancora a favore dell’industria l’alimentare.
Chiara Cerulli
(*) Da Wikipedia. Le caratteristiche della Dieta mediterranea sono: abbondanti alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, ortaggi, pane e cereali, soprattutto integrali, patate, fagioli e altri legumi, noci, semi), freschi, al naturale, di stagione, di origine locale; frutta fresca come dessert giornaliero, dolci contenenti zuccheri raffinati o miele poche volte la settimana; olio di oliva come principale fonte di grassi; latticini (principalmente formaggi e yogurt) consumati giornalmente in modesta-moderata quantità; pesce e pollame consumato in quantità abbastanza bassa; da zero a quattro uova la settimana; carni rosse in minime quantità e vino consumato in quantità modesta-moderata, generalmente durante il pasto.
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Concordo con quanto scritto da Chiara Cerulli.
Parlando con i miei nonni, quando ancora c’erano, confermo quanto riportato ossia che la carne si mangiava una volta alla settimana, la domenica, di solito coniglio o pollo. Un po’ più di rado il maiale, generalmente in inverno quando era più disponibile (tradizionalemente il maiale si macellava attorno a Natale).
Soprattutto si andava di pasta, minestre in brodo, minestroni di verdure e legumi, piada (siamo in Romagna) con erbe selvatiche cotte.
Ed abitando sul mare, pesce abbastanza spesso (di quello definito “povero” perchè costava poco: pesce azzurro, aringa, baccalà e vongole – sì, una volta da noi noi le vongole erano molto eonomiche, sono chiamate in dialetto “purazi” ossia “poveracce” perchè le mangiavano i poveri…)
Olio poco, era carissimo (mia nonnna riciclava più e più volte l’olio che usava per friggere…), uova di rado e per lo più in primavera/estate perche non c’erano gli alllevamenti intensivi e le galline deponevano in quelle stagioni.
il vino era sempre presente durante i pasti.
Latte e formaggi sì, lo yogurt era sconosciuto.
… grazie, per la bella testimonianza.
… ciao da Reggio Calabria.
…
Concordo anche io su ciò che è stato scritto.
https://www.fondazionedietamediterranea.it/dieta/la-storia/
—————–Più che una dieta specifica, la dieta Mediterranea è essenzialmente lo stile alimentare dei paesi del Mediterraneo che hanno in comune l’uso dell’olio di oliva. Per questo motivo questa dieta è tipica essenzialmente di quelle regioni Mediterranee dove è diffusa l’arboricoltura dell’ulivo e l’olio di oliva rappresenta quindi la principale fonte di grassi della dieta……………
Nonostante io abbia apportato un paio di grosse modifiche a questa dieta, eliminando la carne e il vino aumentando l’uso di verdure, mi sembra sia giusto sottolinearne l’importanza con una parola che è stata correttamente definita povera ma non carente, e cioè una dieta sobria.
Il biologo americano a cui sembra dovuta la notorietà in realtà ha solo raggruppato dei dati relativi ad alcuni stili di vita esistenti e applicati in diverse nazioni per un periodo lungo parecchi secoli.
Stili di vita con solidi punti in comune tra cui in campo alimentare principalmente l’uso dell’olio di oliva come grasso preponderante, frutta e verdure, cibi semplici e naturali 100% ma abbastanza diversi tra loro per fare un esempio tra gli abitanti costieri di mare e laghi che sfruttavano il pesce e i pastori degli interni continentali che sfruttavano gli animali con cui convivevano.
Ma noi abbiamo paura della ” dieta sobria” temiamo le carenze più della malattia, nonostante appunto questo stile di vita abbia superato la prova della ricerca soprattutto in campo cardiovascolare grazie anche alla mancanza di sedentarietà e a motivazioni vitali semplici e laboriose a tutte le età.
Quindi da una parte si fa notare che i cibi naturali di qualche tempo fa non ci sono più, certo ci sono delle mediazioni da fare ma il settore biologico e una informazione mirata potrebbero aiutare molto a supplire le carenze e facilitare l’approvvigionamento.
Dall’altra si sovrappongo ridondanti fonti proteiche, tutto nello spirito del commercio consumistico, snaturando la sobrietà e facendo venir meno gli effetti salutistici.
Per proseguire un certo ragionamento, appartenendo ad una delle popolazioni con dieta basata sull’olio d’oliva, trovo quantomeno azzardato realizzare una sovrapponibilità piena tra appunto l’olio di oliva e l’olio di canola.
Non parliamo di colza per via di passati peccati (soprattutto il problema ” erucico ” e quello della pesante estrazione/raffinazione industriale) infatti il prodotto moderno ha poco ( 1,25 % circa ) EA e mi risulta che c’è una linea di prodotto ( di nicchia) estratto a freddo e con pochissima raffinazione che l’olio d’oliva extravergine e vergine in maggioranza non richiedono affatto (salvo truffatori che ci provano, problema comune a tutti i prodotti).
Sui benefici poi, al netto delle tendenze che rendono larghe bellissime fioriture gialle nei campi, e del vantaggio commerciale e industriale riservato al canola per via del prezzo inferiore, ci sono anche delle note grevi:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5719422/
Published online 2017 Dec 7. doi: 10.1038/s41598-017-17373-3
PMCID: PMC5719422 PMID: 29215028
Effect of canola oil consumption on memory, synapse and neuropathology in the triple transgenic mouse model of Alzheimer’s disease
————-Finally, since we previously reported that olive oil is an —–activator in vivo of the autophagic machinery—–, we also investigated whether or not this was the case in the mice receiving the canola oil-rich diet. Assessment of several well-established markers of autophagy activation in the brain of the two groups of mice did not show any significant differences, suggesting that canola oil does not influence this system.
In conclusion, our investigation demonstrates for the first time to the best of our knowledge a negative effect of the chronic consumption of canola oil on memory, synaptic integrity and Aβ 42/40 ratios in a mouse model of AD. The translational value of our findings lies in the observation that this type of oil supplementation can influence some of the most important features of the AD pathological phenotype.
Overall our findings ……do not provide support to some of the current ideas suggesting healthy benefits deriving from the regular consumption of canola oil……. Although we recognize that more studies are needed to investigate the biological effects of this oil, our data would not justify the increasing tendency of replacing olive oil with canola oil as part of a good and healthy dietary alternative in non-Mediterranean countries.—————-
Studio del 2017……… accetterei volentieri di leggere studi con diversi finali più recenti se li trovassi, per la verità altri studi meno recenti esistono come questo —— https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3746113/ ———
ma segnalano vantaggi del canola rispetto a prodotti ricchi di acidi grassi saturi, quindi inutili al confronto in oggetto……….
La citazione di Wikipedia suona corretta anche se andrebbe integrato quanto detto dal signor Gianni citando https://www.fondazionedietamediterranea.it/dieta/la-storia/
Ricordo comunque a tutti che Wikipedia non è un’emanazione del “verbo divino” e come tale una verità assoluta, ma una ragionevole e ponderata plausibile versione mediando i diversi punti di vista, purché documenti. Ognuno può contribuire a rendere le voci di Wikipedia “più precise”. C’è quindi un rapporto diversi tra la “verità” e “l’autorità” che la qualifica come tale.
Commento con fatica in quanto pensare ad una dieta con poca carne, uova, latte e formaggi vorrebbe dire mangiare la metà… Comunque io leggo i suggerimenti e la scienza e poi mi regolo come ritengo tenendo anche conto che muovendosi e con discreta salute (e niente vino….) l’organismo è capace di perdonarmi errori.
Voglio fare una nota sulla fine dell’intervento:
“Tutto sarà certo ancora a favore dell’industria l’alimentare”.
L’industria alimentare ha un sacco di colpe, ma riconosciamogli il merito di fornirci prodotti a prezzi accessibili ai più, in quanti paesi vorrebbero poter dire la stessa cosa
Mangiare la metà perché? Mi sfugge il nesso….
Quando si dice “poco” si parla di frequenza settimanale e quindi, diminuendo la frequenza dei prodotti di origine animale, si aumenterebbe quella dei prodotti vegetali es. legumi. così da avere sempre la copertura sui 14 pasti settimanale. Questa del resto, è la raccomandazione principe di tutte le Linee guida di prevenzione dei tumori proprio perché, a lungo andare, l’organismo non sempre “perdona” gli errori continui.
Alla fine di tutto la cosa importante è mangiare poco e di tutto quello che il territorio vicino a te ti può dare. Una volta ma anche oggi in parte in alto Adige dove vivo, nei masi in montagna il territorio dava carne dei propri animali mucche e pecore in genere che a loro volta davano latte formaggio burro l’olio EVO chi lo conosceva? Pesce? Bah forse qualche trota di fiume ma invece selvaggina di sicuro. Quindi frutta e verdura di stagione. Poi infine una volta lavoravano come bestie senza macchinari e il consumo calorico era enorme rispetto a noi che dobbiamo andare in palestra per consumare calorie…
Il “professore di turno” che parlava di dieta mediterranea ero io.
La mia Unità di Ricerca ha studiato le caratteristiche e i benefici della dieta mediterrane (inclusi quelli in tema di sostenibilità) da qualche decennio, pubblicando anche in collaborazione con altri ricercatori provenienti da altri Paesi del bacino Mediterraneo (Francia, Spagna, Greca, Israele, Marocco).
I riferimenti su cosa è la dieta mediterranea sono nei lavori di seguito riportati e che posso fornire senza alcun problema agli interessati.
Sono a disposzione per qualsiasi ulteriore chiarimento in merito.
prof Lorenzo M Donini, MD
Sapienza University, Rome (Italy)
Experimental Medicine Department
Medical Pathophysiology, Food Science and Endocrinology Section
Food Science and Human Nutrition Research
Unit phone: +39 06 4991 0162
mobile: +39 3385926464
Skype me at “lmdonini”
Rif Bibliografici
1. Serra-Majem L, Tomaino L, Dernini S, Berry EM, Lairon D, Ngo de la Cruz J, Bach-Faig A, Donini LM, Medina FX, Belahsen R, Piscopo S, Capone R, Aranceta-Bartrina J, La Vecchia C, Trichopoulou A. Updating the Mediterranean Diet Pyramid towards Sustainability: Focus on Environmental Concerns. Int J Environ Res Public Health. 2020 Nov 25;17(23):8758. doi: 10.3390/ijerph17238758
2. Dernini S, Berry EM, Serra-Majem L, La Vecchia C, Capone R, Medina FX, Aranceta-Bartrina J, Belahsen R, Burlingame B, Calabrese G, Corella D, Donini LM, Lairon D, Meybeck A, Pekcan AG, Piscopo S, Yngve A, Trichopoulou A. Med Diet 4.0: the Mediterranean diet with four sustainable benefits. Public Health Nutr. 2017 May;20(7):1322-1330. doi: 10.1017/S1368980016003177
3. Donini LM, Serra-Majem L, Bulló M, Gil Á, Salas-Salvadó J. The Mediterranean diet: culture, health and science. Br J Nutr. 2015 Apr;113 Suppl 2:S1-3. doi: 10.1017/S0007114515001087.
E’ la cosa che penso tutte le volte che sento parlare di dieta mediterranea!
Se mi è permesso fare una riflessione sulla validità degli alimenti che compongono la Dieta mediterranea.
Nel Cilento alcuni cibi erano poco utilizzati, altri molto di più ma non appare mai quale attività fisica effettuavano quotidianamente per vivere.
In altre parole, benissimo i cibi classici: frutta, verdura, olio, pesce, ecc. ecc .ma senza una adeguata attività fisica, sempre poco enfatizzata, tutte le diete non manterrebbero in efficienza fisica il proprio corpo.
Anche tutti gli abitanti delle zone blu del mondo, hanno in comune una particolarità, attività fisica quotidiana!
Solo abbinando alimentazione adeguata e attività fisica moderata, si ha maggiori probabilità di diventare senior non fragili!!!
Adriano Borelli, International Sports Sciences Association
Sono molto contenta di leggere questo suo commento Chiara, ho sentito anche io l’esigenza di fare chiarezza proponendo al direttore un articolo che è stato pubblicato pochi giorni fa dal titolo:
La dieta mediterranea nel piatto: i consigli della nutrizionista sulle fonti di proteine
complimenti