Azienda per l'allevamento di polli da carne fino a un mese e mezzo di età broiler allevamento

Sebbene ambientato nel Sud della Francia, Cose vive – romanzo d’esordio dello spagnolo Munir Hachemi, già tradotto in francese e in inglese e ora nelle nostre librerie – racconta una realtà anche italiana. La narrazione ha come protagonisti quattro ragazzi che decidono di lasciare Madrid per fare la stagione estiva lavorando nella campagna francese. Una storia piuttosto comune, che si intreccia con tematiche complesse, contraddittorie e quanto mai attuali. Partiti per andare a vendemmiare, arrivati a destinazione, G, Ernesto, Álex e Munir scoprono che le piogge hanno compromesso il raccolto. Il cambio di programma li porta a fare esperienza di altri settori lavorativi: l’allevamento intensivo di polli e i campi di mais. Sono questi i luoghi dove i  ragazzi conosceranno i paradossi della produzione capitalistica, fatta di paghe inadeguate, condizioni lavorative orrende, sofferenza animale e controllo delle piante.

La produzione intensiva di pollo in Francia è una questione che fa discutere molto, basti pensare a una delle ultime proteste avvenute a Parigi lo scorso aprile, quando in Place de la Bourse sono spuntati tre giganteschi polli gonfiabili con il petto segnato da bruciature, le zampe all’aria e gli occhi rassegnati, per denunciare le condizioni di cui vivono i polli a crescita rapida. Il focus della narrazione non è però centrato esclusivamente sulle condizioni degli animali, ma anche su quelle degli operai che lavorano nei capannoni di eternit, con temperature molto alte, le mani indurite a forza di beccate e il tanfo dello sterco che rende l’aria irrespirabile.

Cose vive, libro La nuova frontieraUn modello sbagliato, tra arroganza e sfruttamento

Per la prima volta G, Ernesto, Álex e Munir capiscono qual è il costo umano e animale della carne che sono soliti mangiare. Ma il Sud della Francia è noto anche per un’altra produzione, quella del foie gras. Un piatto tradizionale della cucina francese è infatti il fegato grasso d’oca o di anatra e porta con sé un bagaglio di crudeltà pesante. Dopo le prime settimane caratterizzate da una nutrizione normale, gli animali iniziano a essere alimentati con una quantità di cibo sufficiente per dilatare l’esofago e stimolare le secrezioni digestive al fine di assimilare grandi quantità di mangime e passare alla fase di ingrasso. Quest’ultimo stadio, detto alimentazione forzata, consiste nell’inserire enormi razioni di mais direttamente nello stomaco, mediante un tubo di metallo.

Anche i polli che si incontrano in Cose vive vengono nutriti con mangime a base di mais, quel mais che cresce nei campi in cui lavorano i personaggi del libro. Le contraddizioni descritte raccontano un’agricoltura fatta da scienziati invece che da contadini. Proprietaria dei terreni è un’azienda di tecnologia agricola conosciuta a livello mondiale per la vendita di sementi e di prodotti fitosanitari, che opera nella maiscoltura utilizzando tecniche e strumenti per ottimizzare la produzione.

mais agricoltura
I polli che si incontrano in “Cose vive sono nutriti a base di mais coltivato con l’agricoltura di precisione

Esseri viventi sacrificabili

L’agricoltura di precisione fa però sì che i personaggi si pongano anche quesiti etici sulla distruzione degli ambienti e sul’arroganza con cui l’uomo tenta di governare la natura. Laddove la volontà dell’azienda sembra essere quella di non lasciare alle piante margini di imprevedibilità e la loro crescita è gestita con strumenti chimici e tecnologici, ai lavoratori nei campi non hanno alcun tipo di sicurezza e la minaccia di non essere richiamati, associata alla necessità di portare a casa una paga migliore fanno accettare situazioni intollerabili che portano allo sfinimento fisico e psicologico.

Nel romanzo di Hachemi, i lavoratori, gli animali e le piante sono esseri viventi considerati sacrificabili al fine della produzione, una condizione esistente a tutte le latitudini. Lo schiavismo, lo sfruttamento della terra e quello degli animali continuano a essere dei modelli di sviluppo anche in quei Paesi che affermano di rispettare i diritti umani e dei lavoratori. Se in India molte donne si sentono costrette a sottoporsi all’isterectomia per evitare di perdere giorni lavorativi, in Italia i braccianti vengono lasciati morire come conferma la drammatica storia di Satnam Singh. Cose vive non restituisce informazioni nuove e non indaga questioni poco conosciute, ma ha il merito di soffermarsi su alcuni dei lati oscuri dell’agricoltura e dell’allevamento, sottolineando come, davanti a un mondo diviso solo tra merci e consumatori, non esistano limiti nella catena di produzione.

“Cose vive” di Munir Hachemi, 140 pagine, La Nuova Frontiera, 16,90 €

© Riproduzione riservata; Foto: Depositphotos, La Nuova Frontiera

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