coronavirus

laboratorio scientifico test scienziatoPubblichiamo le domande e le risposte fornite dal ministero della Salute e aggiornate al 22 febbraio su come comportarsi se ci si trova nelle zone del focolaio o in Lombardia. Ci sono poi le norme per le donne in gravidanza e i donatori di sangue. In altri articoli abbiamo pubblicato le indicazioni sulle prassi igieniche da adottare in casa, sulla prevenzione, sul cibo e su cosa fare con gli animali (leggi qui). Un parte delle domande riguarda i sintomi e le modalità di diffusione (leggi qui). Si tratta di un documento ampio ed esaustivo rispetto a quelli precedenti. Per conoscere in tempo reale il numero di persone colpite dal nuovo coronavirus nel mondo clicca qui.

Trasmissione in Italia

1. Cosa devono fare le persone che vivono in Lombardia? Il 21 febbraio, la Regione Lombardia ha segnalato sei casi positivi al test di Covid-19. Altri casi sono stati segnalati dalla Regione, anche tra il personale sanitario e i pazienti dell’Ospedale di Codogno. È stata immediatamente avviata la procedura di controllo e identificazione dei contatti. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, hanno firmato un’ordinanza con la quale si dispongono una serie di provvedimenti per i comuni di Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano. Dal 21 febbraio è stata attivata una task force regionale che opera a stretto contatto con il ministero della Salute e con la Protezione Civile. La situazione è in aggiornamento in base all’andamento dei casi.

Consultare il sito della Regione Lombardia. Ministero, Protezione civile e Regione Lombardia ribadiscono che l’indicazione perentoria per coloro che riscontrino sintomi influenzali o problemi respiratori è di non recarsi in pronto soccorso ma di contattare direttamente il numero unico di emergenza 112 che valuterà ogni singola situazione e attiverà percorsi specifici per il trasporto nelle strutture sanitarie preposte oppure per eseguire, eventualmente, i test necessari a domicilio. Nel testo dell’ordinanza del 21 febbraio sono rese obbligatorie nei comuni interessati della Lombardia:

  • sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche, di qualsiasi natura, comprese le cerimonie religiose;
  • sospensione di tutte le attività commerciali, ad esclusione di quelle di pubblica utilità e dei servizi essenziali di cui agli articoli 1 e 2 della legge 12 giugno 1990, n.146, fatto salvo quanto disposto nei punti successivi;
  • sospensione delle attività lavorative per le imprese dei comuni sopraindicati, ad esclusione di quelle che erogano servizi essenziali tra cui la zootecnia, e di quelle che possono essere svolte al proprio domicilio (quali, ad esempio, quelle svolte in telelavoro);
  • sospensione dello svolgimento delle attività lavorative per i lavoratori residenti nei comuni sopraindicati, anche al di fuori dell’area indicata, ad esclusione di quelli che operano nei servizi essenziali;
  • sospensione della partecipazione ad attività ludiche e sportive per i cittadini residenti nei predetti comuni indipendentemente dal luogo di svolgimento della manifestazione;
  • sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado nei comuni sopraindicati;
  • sospensione della frequenza delle attività scolastiche e dei servizi educativi da parte della popolazione residente nei comuni sopracitati, con l’esclusione della frequenza dei corsi telematici universitari;
  • interdizione delle fermate dei mezzi pubblici nei comuni sopra indicati.

I lavoratori impiegati nei servizi essenziali – si legge ancora nell’ordinanza – sono ammessi al lavoro previa verifica quotidiana dello stato di salute, con riguardo ai sintomi e segni della COVID19 a cura dei datori di lavori. La valutazione in merito al mantenimento e/o alla modifica delle presenti misure viene quotidianamente effettuata congiuntamente dal Tavolo di coordinamento di Regione Lombardia congiuntamente con le Autorità centrali. Il Prefetto di Lodi è incaricato dell’esecuzione della presente ordinanza.

2. Cosa devono fare le persone dei Comuni del Veneto dove si sono verificati casi di Covid-19? La regione Veneto ha segnalato la sera del 21 febbraio due persone positive al test di Covid-19, uno di essi, una persona di 78 anni è morta all’ospedale di Schiavonia, in provincia di Padova, dove era ricoverata. È stata immediatamente avviata la procedura di controllo e identificazione dei contatti. La popolazione dei comuni interessati è invitata a seguire le disposizioni della Regione e delle autorità locali. La protezione civile invita a recarsi nei pronto soccorso o nelle strutture sanitarie e a chiamare i numeri di emergenza soltanto se strettamente necessario.In caso di problemi respiratori chiamare il proprio medico e i numeri di emergenza o il numero 1500.

Trasfusione e trapianti

1. Quali misure di prevenzione verso i donatori di sangue organi e tessuti sono state introdotte per questo virus a livello nazionale? Il Centro nazionale sangue e il Centro nazionale trapianti hanno disposto misure specifiche volte all’applicazione, da parte dei sanitari, dei criteri di sospensione temporanea dei donatori provenienti dalle aree interessate.

2. Sono un donatore di sangue. Come mi devo comportare? (da Centro Nazionale sangue) Il sangue si può donare solo se si è in buone condizioni di salute, quindi anche un semplice raffreddore o mal di gola, senza alcun collegamento al coronavirus, sarebbe causa di esclusione temporanea.

Ricorda che è bene aspettare 28 giorni prima di andare a donare se: sei rientrato di recente da un viaggio nella Repubblica Popolare Cinese, pensi di essere stato esposto al rischio di infezione da coronavirus, hai effettuato la terapia per l’infezione da SARS-CoV-2 (per infezione documentata o comparsa di sintomatologia compatibile con infezione da SARS-CoV-2.

Quando vai a donare avverti sempre il medico selezionatore dei tuoi spostamenti, specie se in una delle aree interessate dal nuovo coronavirus. Comunica, inoltre, se ti è stata diagnosticata l’infezione o se hai avuto sintomi associabili a quelli causati dal coronavirus (febbre, tosse, difficoltà respiratorie) anche quando i sintomi in questione siano già stati risolti a seguito, o meno, di una terapia; il medico addetto alla selezione, che ti visiterà, potrà decidere di sospenderti temporaneamente dalla donazione.

Se hai già donato, ricordati di contattare il tuo Servizio Trasfusionale in caso di comparsa di sintomi associabili a quelli causati dal coronavirus.

Gravidanza

1. Le donne in gravidanza sono più suscettibili alle infezioni o hanno un rischio maggiore di sviluppare una forma severa di COVID-19? Non sono riportati dati scientifici sulla suscettibilità delle donne in gravidanza al virus. La gravidanza comporta cambiamenti del sistema immunitario che possono aumentare il rischio di contrarre infezioni respiratorie virali, tra cui quella da SARS-CoV-2. Inoltre le donne in gravidanza potrebbero mostrare un rischio maggiore di sviluppare una forma severa di infezioni respiratorie virali. Resta consigliato, anche per le donne in gravidanza, di intraprendere le normali azioni preventive per ridurre il rischio di infezione, come lavarsi spesso le mani ed evitare contatti con persone malate.

2. Quali sono gli effetti di COVID-19 durante la gravidanza?  Non sono riportati dati scientifici sugli effetti di COVID-19 durante la gravidanza. In caso di infezione in corso di gravidanza da altri coronavirus correlati [SARS-CoV e MERS-CoV] sono stati osservati casi di aborto spontaneo mentre la presenza di febbre elevata durante il primo trimestre di gravidanza può aumentare il rischio di difetti congeniti.

3. Le donne in gravidanza con COVID-19 possono trasmettere il virus al feto o neonato? Dai dati presenti in letteratura, limitati, non sono stati riportati casi di trasmissione dell’infezione da altri coronavirus (MERS-CoV e SARS-CoV) da madre a figlio. I dati recenti riguardo bambini nati da madri con COVID-19 indicano che nessuno di essi è risultato positivo. Inoltre, il SARS- CoV- 2 non è stato rilevato nel liquido amniotico.

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