Coop ha diffuso il richiamo di un lotto di passatino di lenticchie biologico a marchio Baby Kiss per la possibile presenza di glutine non dichiarato in etichetta, dove si riporta invece la dicitura “senza glutine”. Il prodotto interessato è venduto in confezioni da 10 pappe (150 grammi) con il numero di lotto L05271 e la data di scadenza 21/02/2019.
Il passatino di lenticchie è stato prodotto dall’azienda Antaar&s Spa nello stabilimento di via Aldo Moro 3, a Cava Manara in provincia di Pavia.
Il prodotto potrebbe costituire un rischio per i soggetti celiaci o sensibili al glutine, a cui si raccomanda di non consumare il passatino con il numero di lotto segnalato e restituirlo al punto vendita d’acquisto. Coop informa che il richiamo coinvolge i supermercati del Consorzio Nord-Ovest, UniCoop Firenze e UniCoop Tirreno.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’azienda all’indirizzo di posta elettronica lab@antaares.it oppure al numero 0382 554514 (Giulia Besostri).
Dal 1° gennaio 2018, Il Fatto Alimentare ha segnalato 80 richiami, per un totale di 144 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. La questione riguarda grandi aziende come Barilla, Mars…, catene di supermercati che commercializzano migliaia di prodotti con i loro marchi (Esselunga, Coop, Carrefour, Auchan, Conad, Lidl, Eurospin…), e anche piccole e medie imprese. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.
I lettori interessati all’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
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