A Lecce la prima condanna al mondo per false recensioni su TripAdvisor. Condanna a nove mesi di carcere e 8.000 euro di risarcimento
A Lecce la prima condanna al mondo per false recensioni su TripAdvisor. Condanna a nove mesi di carcere e 8.000 euro di risarcimento
Beniamino Bonardi 24 Settembre 2018Il Tribunale di Lecce ha condannato a nove mesi di carcere, senza sospensione condizionale della pena, e al pagamento di 8 mila euro come risarcimento del danno e rimborso di spese legali in favore di TripAdvisor, il titolare dell’azienda PromoSalento, colpevole di aver utilizzato identità fasulle, compiendo così il reato di sostituzione di persona, al fine di commettere delle truffe. Il titolare di PromoSalento, infatti, vendeva a operatori del settore dell’ospitalità pacchetti di recensioni false per migliorare il loro profilo su TripAdvisor, che poi procedeva a pubblicare sul portale.
È stata la stessa TripAdvisor a diffondere in questi giorni la notizia della decisione del tribunale di Lecce avvenuta in giugno, definendola “una sentenza storica per internet”, perché si tratta del “primo caso in cui l’applicazione di una norma nazionale ha portato a una condanna penale”.
L’indagine su PromoSalento è nata dalla segnalazione alla Polizia postale da parte di un ristoratore di Trieste che aveva ricevuto mail promozionali da parte di PromoSalento. Nel processo TripAdvisor si è costituita parte civile, portando in giudizio le prove raccolte dalle proprie autonome investigazioni, iniziate nel 2015 dopo che vari operatori del settore dell’ospitalità avevano segnalato al portale le offerte di recensioni false di PromoSalento.
Ma se alcuni hanno segnalato il fatto al portale e un ristoratore si è rivolto alla Polizia, molti altri hanno accettato l’offerta di recensioni false. Infatti, attraverso le proprie analisi tecniche, TripAdvisor ha prima identificato e poi rimosso o bloccato oltre mille tentativi di invio di recensioni ad opera di PromoSalento, relative a centinaia di strutture.
TripAdvisor spiega che “PromoSalento ha cercato di superare i nostri esami minuziosi modificando regolarmente gli username e gli indirizzi email da cui venivano inviate le recensioni, ma i nostri processi di identificazione delle frodi prevedono l’uso di una suite di tecnologie avanzate per valutare centinaia di attributi delle recensioni come gli indirizzi IP, il tipo di browser e persino la risoluzione dello schermo del dispositivo utilizzato dal recensore. Sulla base di queste analisi siamo stati in grado di vedere una scia di tracce comportamentali e digitali che ha condotto il nostro team direttamente da loro”.
Sulla base delle prove raccolte, che legavano varie centinaia di operatori alle recensioni fasulle inviate da PromoSalento, TripAdvisor ha inviato una segnalazione a queste strutture e le ha penalizzate declassandole nelle sue classifiche. Per molte strutture il declassamento è stato sufficiente a bloccare i tentativi di frode. Ma nei casi in cui le attività sospette non cessavano, TripAdvisor ha applicato sulle pagine di quegli operatori un bollino rosso, che informa gli utenti del portale dei tentativi di manipolazione delle recensioni da parte dell’operatore, sottolineando il tipo di frode individuata. Per evitare il bollino rosso, numerosi operatori hanno scelto di cooperare con le indagini interne di TripAdvisor, che ha così raccolto ulteriori prove contro PromoSalento, incluse le conferme dei pagamenti, le transazioni bancarie e le ricevute per i servizi.
“Armati di prove, abbiamo lavorato con il nostro team di legali per mettere fine alle attività di PromoSalento”, afferma TripAdvisor. “Nella maggior parte dei casi è così che hanno fine con successo queste vicende: l’azienda di recensioni a pagamento capisce che siamo al corrente della sua esistenza, i nostri sistemi rendono il loro lavoro troppo complesso, e il loro modello di business non è più attuabile. Infatti dal 2015 abbiamo bloccato le attività di oltre 60 aziende di recensioni a pagamento a livello mondiale.”
Il mercato internazionale delle recensioni false su TripAdvisor è stato oggetto, lo scorso maggio, di un’inchiesta della trasmissione Patti Chiari della Tv svizzera italiana RSI, raccontata da Il Fatto Alimentare.
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[sostieni]
Ben venga che il reato di fake news sia un reato penale, quando danneggia i cittadini e le loro attività.
Purtroppo nel comparto del turismo tale fenomeno è esteso e carsico nella diffusione.
Sospetto inoltre che una buona quantità di like nelle pagine italiane dei social media, sia stato acquistata da agenzie indiane di digital marketing.
Gentile Mauro,
purtroppo c’è un refuso nel titolo della newsletter di oggi di cui non ci siamo accorti prima dell’invio.
Titolo e testo dell’articolo riportano correttamente la vicenda.
Gentile Max,
purtroppo c’è un refuso nel titolo della newsletter di oggi di cui non ci siamo accorti prima dell’invio.
Titolo e testo dell’articolo riportano correttamente la vicenda.
finalmente ………….
anche se …se questa attività venisse fatta sul serio temo che una grossa fetta dei “recensiti” riceverebbe questo bollino rosso
bisogna combattere sempre l’offerta ..e la domanda
spero solo non si tratti di una operazione spot … di marketing … oramai non si contano le “agenzie di pubblicità” che vendono “pacchetti di recensioni”
questa cosa delle “recensioni false” non riguarda purtroppo solo TA … il rischio c’è su ogni sito online che riceve “commenti”