La rivista francese dei consumatori 60 Millions de Consommateurs ha testato alcune caraffe filtranti e due tipi di filtri da applicare la rubinetto per valutare la capacità di selezionare i sali minerali, di eliminare nitriti e i nitrati e metalli pesanti. Il test segue il grande scandalo sulla contaminazione dell’acqua minerale Perrier (*) e la presenza di PFAS riscontrata in alcune città nell’acqua di rubinetto e in quella minerale.
Tutto è iniziato nell’aprile 2024 con un rapporto dell’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare (Anses) che rivela la contaminazione dei pozzi e l’uso di trattamenti vietati (microfiltrazione) sulle acque minerali del gruppo Nestlé Waters (Perrier, Contrex, Vittel, Hépar…). In seguito Nestlé riconosce le accuse e accetta di pagare una multa di 2 milioni di euro. La questione dei PFAS è più complicata perché diverse inchieste hanno riscontrato la presenza di questo derivato in tracce (acido trifluoroacetico noto con la sigla TFA) in campioni di acqua di rubinetto e anche nell’acqua in bottiglia. La situazione presenta aspetti molto simili a quella Italia dove i TFA sono stati trovati da Altroconsumo e da Greenpeace nelle minerali e nell’acqua di rete.

‘Purificare’ l’acqua del rubinetto, sì, ma…
Dopo queste premesse non sorprende che circa il 20% dei francesi cerchi di ‘pulire’ la propria acqua con l’aiuto di una caraffa filtrante o di un filtro da applicare al rubinetto. La presenza di questi strumenti nelle case dei francesi e simile a quella degli italiani (l’8,6% usa le caraffe, l’11% sistemi per la depurazione del cloro, il 2,8% depuratori ad osmosi inversa). Per fare il test è stata preparata un’acqua ‘dopata’ a partire da acqua demineralizzata, aggiungendovi diversi composti a varie concentrazioni, vicine alle soglie normative. Esempio: 210 milligrammi di cloruri per litro d’acqua (mg/l) per una soglia massima di 250
La bottiglia filtrante Brita
Il primo posto in classifica viene assegnato alla bottiglia Brita (non alla caraffa), che giustamente filtra poco il calcio e il magnesio utili alla salute. Al contrario, le caraffe Homeside e Aarke trattengono eccessivamente il calcio (circa il 93%) e i bicarbonati. La bottiglia Brita e la caraffa Aarke deludono perché trattengono troppo poco il sodio. Per quanto riguarda i nitrati e i nitriti, solo la caraffa Hydropure si dimostra efficace trattenendo rispettivamente il 95 e il 97%. Per quanto riguarda i metalli (piombo e nichel) sgraditi ospiti dell’acqua di rubinetto il test rileva le eccellenti prestazioni della caraffa Aarke e i buoni risultati delle altre come pure dei filtri, mentre delude la bottiglia Brita.

I filtri da collegare al rubinetto
Il test ha esaminato anche due filtri da applicare direttamente al rubinetto che hanno dimostrato un’efficacia complessivamente superiore rispetto alle caraffe. Il filtro Hydropure intrappola efficacemente i metalli sgraditi (tranne per il nichel, trattenuto solo al 67%) e dà buoni risultati per i nitrati e un po’ meno i nitriti. Le prestazioni del filtro Brita si assestano a un livello inferiore per il nichel (solo 50%), l’alluminio (81%) e lo zinco (80%). Rimangono comunque delle buone soluzioni.
Contaminanti e pesticidi
Per quanto riguarda contaminanti e pesticidi i risultati sono deludenti. Nessuna caraffa è riuscita a trattenere efficacemente il PFOA. La caraffa Brita e anche il filtro da rubinetto Brita e Hydropure ottengono prestazioni eccellenti sulla capacità di filtrazione dei pesticidi ,meno brillante ma comunque buona la capacità della bottiglia Brita.
Le caraffe filtranti eliminano il cloro?
Le analisi microbiologiche hanno rivelato ulteriori criticità. L’acqua filtrata con Homeside si è confermata la più “pulita”, seguita dalla bottiglia Brita, mentre Aarke ha evidenziato contaminazioni da coliformi al primo utilizzo e livelli elevati di germi per tutto il test. Anche il filtro Brita da rubinetto ha mostrato una proliferazione batterica crescente. In più, tutti i dispositivi rilasciano piccole quantità di carbonio derivante dal filtro interno a carboni attivo. Sul fronte sensoriale, la promessa di eliminare l’odore e il gusto di cloro è stata rispettata solo in parte. La bottiglia Brita si distingue come la più efficace, buoni risultati anche per le caraffe Hydropure e Homeside e per il filtro da rubinetto Brita.
Nel giudizio complessivo spicca la bottiglia Brita, seguita dalla caraffa Hydropure e Homeside (a pari merito). Le caraffe Brita e Aarke sono in coda. Per i filtri giudizi positivi per entrambe le marche, con una superiorità per Hydropure.
© Riproduzione riservata Foto: Fotolia- 60 Millions de Consommateurs

giornalista redazione Il Fatto Alimentare


Risultati disorientanti, anche in considerazione delle attuali criticità (PFAS). Stupiscono anche i risultati sul versante microbiologico. Mentre mi pare irrilevante il mancato filtraggio del sodio, visto che in genere è presente nell’acqua in quantità insignificanti.
Una criticità rilevata tempo fa su questi sistemi è quella di cedere improvvisamente il “trattenuto” ( o parte di esso, non ricordo) e quindi di rappresentare un pericolo per il malcapitato che ingurgita un “cocktail” nocivo, ma di cui non ha percezione.
La manutenzione è un requisito assolutamente necessario per evitare inconvenienti e sono indicate nelle istruzioni
Noi a casa usiamo la Bottiglia (di vetro) filtrante della Laica, con il cambio del filtro nei tempi indicati. Ora, se fa il suo lavoro correttamente, non lo posso sapere, ma solo sperare.
Da anni abbiamo eliminato la caraffa Brita ora usiamo solo acqua da rubinetto che mettiamo in bottiglia di vetro che poniamo in frigo per toglierla quando serve. Ps abitando in condominio, siamo obbligati a far esaminare l’acqua del rubinetto ogni anno da laboratori autorizzati.
Non c’è giudizio sui filtri ad osmosi inversa?
Il test non li capresi in considerazione
Ho comprato anni fa la caraffa Brita e, per i miei gusti, l’ acqua aveva un sapore strano, spiacevole. Difatti ho abbandonato e non voglio ripetere più.
Io presi quella della Coop “Viviverde” ma dopo un po’ di tempo scoprii che la cartuccia cedeva delle sostanze (ma non ricordo quali) e passai all’acqua di rubinetto e sono soddisfatto.
Ma qualcosa per questi PFAS/PFOA, così diffusi e in quantità per di più, andrebbe fatto … Se a questo aggiungo che vorrei ritornare un gran mangiatore di riso, ora autoridotto a seguito dell’arsenico naturale sempre più presente in risaia, anche per questa sostanza mi piacerebbe disporre di sistema di filtrazione che me lo blocca.
Articolo di grande interesse, ma forse una tabella riassuntiva di confronto per le prestazioni delle varie caraffe, bottiglie e filtri aiuterebbe a capire meglio, perché le informazioni sono molte e ad una prima lettura chi legge rischia di confondersi , grazie
In effetti il comportamento delle varie caraffe e della bottiglia con filtri sono contrastanti fra di loro. C’è chi dà ottimi risultati su alcuni tipi di inquinanti e di sali minerali e pessimi per altri riferimenti.
Nessuna caraffa (a differenza di quanto dice Brita per alcuni suoi filtri) è riuscita a filtrare i PFOA … bel guaio…
Il test francese dice che “Nessuna delle cinque caraffe ha la capacità di filtrare correttamente i PFOA. La concentrazione nell’acqua filtrata resta comune superiore a 120 microgrammi per litro
Personalmente utilizzo acqua direttamente da sorgente fornita di documentazione di laboratorio che mi consenta la scelta nella composizione di minerali (bevo acque ricche di calcio) utilizzando come contenitori dispenser di vetro (da campeggio) muniti di rubinetti di vetro, per evitare microplastiche, e bottiglie di vetro con tappi avvitabili di metallo o tappi di sughero.
Scusate ma tutto sommato non ho capito cosa dovrei comprare se volessi il massimo filtraggio delle sostanze nocive e il minimo filtraggio di quelle benefiche per il corpo umano. Grazie
Nell’articolo sono indicati i prodotti premiati dal test.
Per quel che ho riscontrato in passato sia sugli articoli del fatto alimentare, che su ricerce indipendenti, l’unica soluzione è un depuratore a osmosi inversa che però trattiene tutto (PFOA, minerali, potogeni ecc…). Un depuratore a osmosi inversa è considerato la soluzione più efficace per rimuovere patogeni e sostanze chimiche come i PFAS (inclusa la PFOA) dall’acqua del rubinetto, con una capacità di eliminazione fino al 99% dei contaminanti.
L’acqua risultante è quasi completamente demineralizzata e può risultare più acida, il che nel consumo regolare può creare problemi all’organismo Per questo motivo è consigliabile abbinare un sistema di rimineralizzazione
L’ideale è quindi filtrare l’acqua del rubinetto con una membrane a osmosi inversa e poi farla rimineralizzare con apposite cartucce contenenti i minaerali necessari in modo da ottenere un’acqua piu o meno con le concentrazioni di sali desisderate ma priva di patogeni, metalli, PFOA ecc,,,
I costi sono piu elevati ovviamente ma al momento per quanto letto sembra essere una delle soluzioni piu sicure.
Sistema farraginoso ma corretto.
Noi utilizziamo la caraffa Brita, esclusivamente per limitare i danni causati dal calcare nel bollitore, per la preparazione del the e, sicuramente riesce bene nell’intento.
L’utilizzo di caraffe filtranti potrebbe comportare il vantaggio di utilizzare meno acqua confezionata in bottiglie di plastica. Tuttavia, con questi dispositivi fondamentale rimane la regolarità della pulizia, il cambio dei filtri e la costante manutenzione. Oltre alle limitazioni legate alla riduzione / abbattimento di sostanze chimiche sono da considerare anche aspetti che riguardano la microbiologia dell’acqua. L’alterazione delle caratteristiche organolettiche (es. odore e sapore) dell’acqua filtrata può essere proprio associata alla presenza di microrganismi (non necessariamente patogeni) adesi ai filtri. Quindi è assolutamente raccomandabile la sostituzione dei filtri, spesso anche prima del limite di scadenza fornito dal produttore*.
*Int. J. Environ. Res. Public Health 2020, 17, 8263; doi:10.3390/ijerph17218263 http://www.mdpi.com/journal/ijerph
Ottimo!!!