Sono una consumatrice che legge le etichette e vorrei il vostro parere su quella dei Cannellini Bonduelle (vedi foto sotto), dove i legumi vengono definiti “verdure”. Inizialmente, mentre acquistavo il prodotto al supermercato, ho rilevato sull’etichetta l’informazione sulle 5 porzioni di frutta e verdura, di per sé corretta, ma poi riflettendo ho trovato questa dicitura come minimo fuori luogo se riferita a fagioli che non appartengono a nessuna delle due categorie. Per sicurezza ho fatto una ricerca su internet arrivando alla conclusione che i fagioli non sono verdure, ovviamente, ma legumi, il cui principale apporto nutritivo è di tipo proteico.
Ritengo questa indicazione proditoria, poiché suggerisce al consumatore che quel prodotto serve a assicurargli una delle cinque benefiche porzioni. Oltre a questa allusione fuorviante, con maggiore calma, ho potuto leggere chiaramente che il prodotto è definitivo verdura. Questa scritta si trova in alto a destra, subito sotto gli ingredienti. “Verdure selezionate, COTTE AL VAPORE…”.
Devo aggiungere che il prodotto è buono e mi pare che contenga sale in modesta quantità. Però mi sono sentita presa in giro. Non riesco davvero a capire perché un’azienda leader debba rovinare la sua immagine con simili sistemi invece che sostenere il suo maggior patrimonio, cioè il consumatore. Cosa ne pensate? Come possiamo fare per far correggere questa etichetta?
Alessandra Cinque
Ecco la risposta di Bonduelle
Gentile signora,
la ringraziamo per l’interesse manifestato e per la scelta accordataci. Come lei, giustamente, ha annotato, il logo Five a Day riassume l’invito a consumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. Il suo attuale utilizzo su tutta la gamma dei prodotti Bonduelle, inclusi i legumi, non nasconde alcun intento fuorviante. Esso nasce unicamente dall’intenzione di richiamare in modo semplice, immediato e sintetico l’attenzione del consumatore sul valore di integrare la dieta quotidiana con l’apporto nutritivo dei prodotti appartenenti al regno vegetale, che insieme alla frutta e alle le verdure comprende, appunto, i legumi.
Ciò detto, l’Azienda sta lavorando a un progetto di revisione delle etichette dei prodotti a seguito degli aggiornamenti normativi, con l’obiettivo di dare tutte le informazioni utili al consumatore nel modo più chiaro possibile.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Non vorrei sbagliarmi ma nonesiste una definizione univoca ne tantomeno scientifica della parola “verdura”. In genere con il termine ” verdura” si indica l’insieme degli alimenti vegetali, perlopiù coltivati e costituiti da piante intere o da loro parti, come radici, steli, foglie, fiori, boccioli, semi e frutti.
Il problema, per me, non è la dicitura generica di “verdura” ma i componenti dei conservanti e dei colori citati in molte confezioni inscatolate.
Angelo che coloranti? In genere le verdure, i legumi in scatola non hanno coloranti.
Bè me lo auguro; con i conservanti, invece,siamo sicuri?
Non è meglio la conservazione con acqua e sale?
Ribadisco il concetto che forse non è chiaro: le conserve in scatola non necessitano di conservanti sono sterilizzate!
E’ possibile che qualche conservante “naturale” tipo acido ascorbico (antiossidante) e/o acido citrico (per abbassare il ph) o altri simili, siano aggiunti anche nelle conserve in scatola sterilizzate. Saluti
Ma allora non si tratta di conservanti, ma di additivi aggiunti per ragioni tecnologiche o di ricetta nella produzione la cui funzione principale è un’altra
Possibile che alla base ci sia stata anche una errata traduzione da francese a italiano? La Bonduelle è francese e in francese “légume” significa non “legume” ma “verdura”.
Silvia, penso che in certe aziende abbiano traduttori migliori che all’Einaudi! Investono miliardi in marketing e la comunicazione è fondamentale. Nota, ad esempio, come hanno riempito in questa etichetta tutto lo spazio disponibile della lattina… Gli errori capitano sempre, per carità, ma questi sarebbero troppo grossolani.
Concordo con Silvia: non si deve essere conoscitori della lingua per questi errori così grossolani, come anche a me pare sia questo il caso. Un banale svarione.
Buongiorno,
ma le GDA riportate sul fronte del barattolo sono permesse dalla nuova legislazione?
Anche se la risposta di Bonduelle è parziale, cioè si limita a commentare la parte in cui avevo io stessa ammesso la buona fede, mentre non spiega perché nella descrizione del contenuto ha chiamato verdure i fagioli, sono soddisfatta. Considero l’impegno alla revisione delle etichette una vittoria di noi consumatori! Naturalmente, leggeremo attentamente anche le nuove! Grazie a Roberto La Pira e a Il Fatto Alimentare!
Qualcuno potrebbe spiegarmi questa cosa: “i fagioli non sono verdure ma legumi”…che significa? E’ come dire che la lattuga non è una verdura ma una composita , che il cavolfiore non è una verdura ma una brassicacea, ecc…E i fagiolini? Leggo che sono legumi e verdure allo stesso tempo.
Esiste per caso una normativa che spiega, esplicitamente, cosa si intende per verdura? Un riferimento normativo? Grazie
Mi sembra che qui si stia esagerando…. Certo che i fagioli sono legumi e quindi alimenti proteici,ma fanno sempre parte del mondo vegetale… Certamente ci sono cose ben più gravi di questa su cui puntare l’attenzione!
‘Verdura’ non è un termine scientifico, quindi non stiamo a spaccare il capello in quattro e a complicarci la vita con delle sciocchezze. Non abbassate il livello del sito perdendovi in un bicchier d’acqua, la lettura del vostro sito di solito è molto interessante.
Diciamo che le cinque porzioni di frutta e verdura non sono definite per legge, ma sono un suggerimento dall’OMS per apportare alla dieta nutrimenti essenziali quali vitamine, minerali e fibre. Per quanto riguarda i legumi, la loro funzione è differente e si introducono (soprattutto ma non solo) per l’apporto proteico, magari in sostituzione, o per variare le porzioni di carne e pesce. Riteniamo quindi legittimo il dubbio della lettrice, e non pensiamo che porre la questione all’azienda e pubblicarne poi, domanda e risposta, equivalga ad “abbassare il livello del sito”. Speriamo che in futuro possa nuovamente trovare spunti interessanti sulla nostra rivista.