alcol

Bere alcol aiuta a scaldarsi? La risposta è: no. Lo spiega bene in questa nota l’Istituto superiore di sanità dicendo che si tratta di una sensazione temporanea e cutanea, avvertita solo in superficie. L’effetto “calore” si avverte perché l’alcol è un potente vasodilatatore ma, subito dopo averlo ingerito, provoca una reazione del tutto contraria al riscaldamento. I vasi sanguigni superficiali si dilatano, il sangue scorre più facilmente a livello superficiale e delle estremità (mani, piedi, viso…), la  pressione corporea, dopo un primo innalzamento, si abbassa e il calore si disperde all’esterno (ipotermia). Dopo aver bevuto alcolici, quindi, la dilatazione dei vasi sanguigni non solo dura poco, ma fa sì che il corpo, disperdendo calore all’esterno, si raffreddi più velocemente (1).

Ė ancora più pericoloso assumere alcol in caso di freddo intenso, quando si è esposti a basse temperature per lunghi periodi o se si è in un ambiente non riscaldato. L’assunzione di bevande alcoliche, abbassando la temperatura corporea, provoca uno stato di torpore per cui ci si addormenta più facilmente, aumentando di conseguenza il rischio di congelamento. Ciò spiega perché tanti alcolisti “senza tetto” muoiano assiderati.

Per proteggersi dal freddo e cercare di mantenere costante l’equilibrio termico, il nostro corpo ha bisogno di attivare il meccanismo contrario: la vasocostrizione. Grazie ad essa, i vasi sanguigni si restringono, la circolazione sanguigna sulla superficie cutanea rallenta, il flusso di sangue si sposta verso gli organi interni importanti (cuore, cervello, polmoni, fegato) diminuendo la perdita di calore verso l’esterno. Ė dunque tutto ciò a determinare una situazione di maggior benessere termico, non l’alcol (2)!

1. Ministero della Salute, Osservatorio Nazionale Alcol (ISS). Alcol: sai cosa bevi? Più sai meno rischi!

2. Ministero della Salute. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_232_allegato.pdf

Qui un approfondimento su alcol e salute

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Cristina
Cristina
24 Novembre 2020 14:46

Meglio tardi che mai. È un principio ben conosciuto in naturopatia da decenni.