Continuano i richiami di bacche di goji per la presenza di carbofuran (insetticida) e esaconazolo (fungicida) oltre i limiti di legge. Questa volta il ministero della Salute, con un ritardo di 20 giorni dalla data del provvedimento (15 marzo), ha diffuso l’avviso di richiamo di numerosi lotti di bacche di goji e mix antiossidante a marchio Donna Isabella, con le seguenti caratteristiche:
- Bacche di goji, in confezioni da 50 g, 500 g, 1 kg e 5 kg, con i numeri di lotto L917134065, L919054403, L919655459, L920653169, L922037282, L9239399 82, L923940062, L932639824, L933032143, L935539073 e L004131015.
- Mix antiossidante, in confezioni da 100 g e 5 kg, con i numeri di lotto L916558918, L916558977, L918132793, L918233173, L918232942, L919239439, L919836081, L920361524, L920360538, L922431989, L922431932, L932942259, L933062407, L000242813, L002733842 e L002733771.
Le bacche di goji e il mix di frutta secca ed essiccata sono stati prodotti da Fruttattiva Srl, nello stabilimento di via Cozze 23/25/27 a Conversano, nella città metropolitana di Bari.
In precedenza erano stati richiamati altri marchi e lotti di bacche di goji e mix di frutta secca, per la presenza di carbofuran ed esconazolo oltre i limiti. Ecco la lista dei provvedimenti precedenti:
- Bacche di goji prodotte dall’azienda Mainardi Nicola, vendute in diversi formati e con diversi marchi
- Mix di frutta secca ed essiccata con bacche di goji Mix Break Wellness a marchio Milani Frutta Secca
- Bacche di goji in vassoio Mainardi Nicola
- Bacche di goji prodotte dall’azienda Di Nunzio
- Bacche di goji Zig
A scopo precauzionale, si raccomanda di non consumare i prodotti con i numeri di lotti segnalati e restituirli al punto vendita d’acquisto.
Dal 1° gennaio 2020, Il Fatto Alimentare ha segnalato 38 richiami, per un totale di 55 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.