La mappa degli antibiotici in Europa: l’Italia maglia nera. Sotto accusa le prescrizioni mediche e veterinarie. L’infografica di Valori
La mappa degli antibiotici in Europa: l’Italia maglia nera. Sotto accusa le prescrizioni mediche e veterinarie. L’infografica di Valori
Giulia Crepaldi 20 Giugno 2016I batteri antibiotico-resistenti sono una delle peggiori minacce per la salute pubblica che le istituzioni sanitarie devono affrontare. Alla base del problema c’è l’uso eccessivo e scorretto di antibiotici e antimicrobici nella cura delle malattie umane e soprattutto l’esagerato impiego nell’ambito veterinaria e soprattutto negli allevamenti di avicoli. Secondo un recente rapporto di Efsa, EMA e ECDC tra i paesi europei, l’Italia è uno degli stati peggiori. Come si vede nell’infografica pubblicata dal mensile Valori riferita al triennio 2010-2012, il nostro paese è il secondo stato per uso di antibiotici in medicina con 167,5 mg/kg, peggio di noi solo la Francia (175,8 mg/kg).
È a causa dei medicinali destinati agli animali che l’Italia si aggiudica la maglia nera con 341 mg/kg di antibiotici. Secondo l’Istituto superiore di sanità, che svolge la sorveglianza in materia, i livelli di antibiotico-resistenza in Italia sono tra i più alti in Europa e quasi sempre superiori alla media dei paesi dell’unione. In quest’ottica il Consiglio d’Europa ha formulato delle raccomandazioni invitando a sviluppare un piano nazionale per la lotta alle resistenze microbiche e adeguati sistemi di monitoraggio. Il Consiglio auspica anche campagne di sensibilizzazione per educare i cittadini ad un uso più consapevole dei medicinali.
La mappa sull’abuso degli antibiotici in Europa (per gentile concessione del periodico Valori, numero 137 di aprile 2016)
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
il mio macellaio afferma che gli antibiotc si somministrano agli animali in allevamento, solo nei primi mesi di vita. quando il suddetto viene avviato alla macellazione i farmaci sono stati già da tempo smaltiti. E’ vero?
sarebbe vietato somministrare antibiotici senza una necessità reale ma è uso comune da parte degli allevatori usarli a tappeto aiutano la crescita e nello stesso tempo tengono in vita gli animali, altrimenti date le loro condizioni difficili non arriverebbero al macello.
ora ognono di noi dovrebbe fare le sue considerazioni se mangiare ancora l’antibiotcarneormonestimolata o no.
altra considerazione dalla tabella si evince che mangiare carne italiana strombazzata ai quattro venti come di qualità superiore e controllata etichettata bollata e con la sua carta di identità, sia una pessima idea.
Attenzione però a non confondere le idee , gli antibiotici si usano negli allevamenti ma poi nella carne non ci sono. Detto ciò il problema resta ed è molto grave e purtroppo non si vedono molte proposte in giro per cercare di risolverlo.
Per quanto non condivida il messaggio di Rino che penso non abbia la vaga idea di cosa sta parlando, mi sembra assurdo e non rispondente al vero il concetto di residuo 0.
Sai anche tu che non vengono testati tutti gli animali del macello ma controllati random (non lo fanno nemmeno per gli ormoni!) e le analisi rilevano il rilevabile ma nella carne quantità infinitesimali si troveranno sempre.