Il progetto per il primo allevamento intensivo di polpi a scopo commerciale ha sollevato un allarme mondiale fin dal momento in cui, nel 2021, l’azienda spagnola Nueva Pescanova ha annunciato l’intenzione di aprire a Las Palmas, sull’isola di Gran Canaria, una struttura capace di allevare e macellare circa un milione di polpi l’anno. L’allevamento di un’ulteriore specie ittica carnivora potrebbe avere infatti conseguenze negative sugli ecosistemi marini, il benessere animale e la sicurezza alimentare, come ricorda l’ultimo report di Compassion in World Farming (CIWF), intitolato The Growing Threat of Carnivorous Aquaculture.
L’allevamento di polpi di Las Palmas è il primo del suo genere e deve ancora ricevere l’approvazione dal governo delle Isole Canarie, quindi non ci sono dati certi sul suo futuro impatto. Tuttavia, secondo i calcoli del CIWF, nel primo anno di attività, per produrre 3mila tonnellate di carne di polpo potrebbe richiedere fino a 28mila tonnellate di pesce come mangime: ciò equivarrebbe a circa due miliardi di pesci (detti pesci foraggio), che potrebbero arrivare a ben sette miliardi (pari a 90.700 tonnellate) entro il 2040.

L’acquacoltura carnivora
Il report mette sotto i riflettori tutto il settore dell’allevamento delle specie carnivore, e non solo dei polpi. Questo tipo di acquacoltura, infatti, è tutto fuorché sostenibile, poiché sta mettendo sotto ulteriore pressione stock ittici selvatici già sovrasfruttati. Espandere ulteriormente il settore con l’introduzione di una nuove specie carnivora come il polpo non farebbe altro che peggiorare la situazione, impattando sugli ecosistemi marini e sulla sicurezza alimentare globale. Il mangime per i pesci allevati (e in futuro anche per i polpi), infatti, si produce sfruttando aree di pesca in Africa occidentale, Sud America e nel Sud-est asiatico, da cui dipende il sostentamento delle comunità locali.
Purtroppo, però, non si vede un’inversione di tendenza all’orizzonte. Anzi, si prevede che l’allevamento di specie ittiche carnivore nell’UE crescerà del 30% entro il 2040. Di conseguenza la richiesta di pesci foraggio potrebbe crescere del 70% entro lo stesso anno, arrivando a 2,5 milioni di tonnellate, pari a 192 miliardi di pesci catturati all’anno. In Europa, i principali produttori di farina e olio di pesce per gli allevamenti ittici sono Norvegia, Regno Unito, Germania, Spagna, Danimarca e Paesi Bassi.
L’allevamento dei polpi
Oltre alla questione ambientale, c’è anche da considerare il tema del benessere dei polpi. Questi molluschi cefalopodi infatti sono riconosciuti come animali senzienti, dalla natura solitaria, curiosa ed esploratrice. Ammassati in vasche comuni, in un ambiente sterile, a volte sotto luce costante, sarebbe in netto contrasto con le loro necessità. Precedenti tentativi di allevare i polpi hanno avuto come risultato tassi di mortalità elevai, fenomeni di aggressività reciproca, cannibalismo e persino automutilazione a causa dello stress estremo e della mancanza di stimoli.
Non solo. Un filmato girato sotto copertura e diffuso dal CIWF mostra il metodo di macellazione che Nueva Pescanova intende utilizzare nel primo allevamento a Gran Canaria: una morte lenta e agonizzante, per immersione in una miscela di acqua e ghiaccio (vedi video sotto).
Per questo motivo, il CIWF ha lanciato un appello rivolto ai decisori politici, chiedendo loro di sottoscrivere l’impegno globale denominato Keep Them Wild (Selvatici per natura), contro l’allevamento dei polpi e l’espansione dell’acquacoltura carnivora. L’associazione chiede anche ai ministri italiani competenti – Ambiente, Agricoltura e Salute – di firmare l’impegno, che è sostenuto da associazioni ed esperti di tutto il mondo.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos Video: CIWF
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.



Io posso solo dire che sono senza parole …e un colpo al cuore mi viene quando sento tutto questo sfruttamento animale…un grazie ai giornalisti che si occupano di tutte le nefandezze umane nei confronti di chi voce non ha.
Bisogna impegnarsi tutti a far vietare tali allevamenti solo per scopo di lucro, senza rispettare gli animali.
l’Europa che ci stressa con il green, la sostenibilità ambientale qui non dice nulla
Inquiniamo il mare come per l’allevamento del salmone
Dopo aver visto quella bellissima storia di amicizia tra un subacqueo e un polpo non lo mangio più.
Articolo estremamente interessante ma veramente tragico se si realizzazzero questi allevamenti come ha ben descritto l’articolo
È attiva una raccolta firme: https://action.ciwf.it/page/178669/petition/1?locale=it-IT
…e basta ora anche i polpi!!!
Trovano tutti mezzi per snaturare la natura!!!
Complimenti per l’articolo, ma un solo appunto. ‘Keep them wild’ non vuol dire ‘selvatici per natura’, ma ‘lasciali selvatici’, o ‘che rimangano selvatici’. Ma sono dettagli. Resta la considerazione che un articolo così non vorremmo mai leggerlo. Non per come è scritto, ma per ciò che vi è scritto. Cominciamo a non mangiare più polpi. Io ho smesso da tempo, mi sono troppo simpatici.
“Selvatici per natura” è il nome della campagna del CIWF in italiano, non è una nostra traduzione. Siamo ben consapevoli che “Keep them wild” si traduce “lasciali selvatici”
Non si può far riferimento al benessere animale senza riferimenti scientifici ma cone fonte praticamente esclusiva delle informazioni riportate una associazione ambientalista. Ci sono scienziati, anche italiani, che hanno dedicato una carriera intera allo studio dei cefalopodi e dei polpi in particolare
Non mangio più polpo , da molto tempo . Se tutti noi facciamo lo stesso gli allevamenti intensivi sono inutili . È un dato che Germania, olanda, sono i maggiori produttori di mangimi anche di pesce, e non consumano per nulla ,anche perché non sanno neanche cos’ è un polpo .
Potrebbe essere la soluzione contro il famigerato granchio blu ?!
No comment!
Per il profitto (…ammesso che poi ci sia) l’uomo sta compiendo atti aberranti, e tutto il pianeta ne pagherà le conseguenze.
… purtroppo, credo che questo sia solo l’inizio…
Petizione subito alla UE per bloccare progetto dell’ Azienda Nueva Pescanova
È un orrore, ma dove vogliono arrivare…facciamo Qualcosa urgentemente. Sono o dignità da questo mondo….aiutiamoli
Sono troppo intelligenti. Io sono vegetariana. Grazie Rosy
Con la coltivazione della carne di polpo, si risolverebbe tutto, invece.
Appoggerò tutto quello che si può fare per la salute dei polpi e del mare.
Proprio la Spagna che per me è un modello di governo attento all’etica sociale NON PUÒ E NON DEVE fare una mostruosità del genere.
Buongiorno. Quando leggo le notizie sugli allevamenti intensivi mi sento davvero male.
Penso ai miei nipoti, al futuro di tanti bambini che dovranno affrontare molti problemi. Ma penso anche alla crudeltà usata verso questi poveri animali, che sono un dono e di cui viene fatto strazio.
Grazie a voi che ci informate di queste nefandezze, possiamo provare ad agire in qualche modo.
Grazie, grazie.
Buongiorno, è già attiva una raccolta firme contro questo progetto di allevamento intensivo? Grazie
È attiva una raccolta firme: https://action.ciwf.it/page/178669/petition/1?locale=it-IT
Grazie ..!!!! Ho appena firmato contro l’ ennesima follia spagnola .La Spagna ha già diversi “orrori in corso” che riguardano i tori. Cerchiamo di fare insieme il possibile e anche l’ impossibile affinché non si attui questa crudeltà ..Firmiamo tutti insieme…
Il polpo lo mangiamo… se anziché toglierlo dai mari lo alleviamo e lo facciamo riprodurre in vasche non vedo dove sia la gravità…
I problemi sono quelli evidenziati nell’articolo.
E noi cosa potremmo fare?
È attiva una raccolta firme: https://action.ciwf.it/page/178669/petition/1?locale=it-IT
Condivido pienamente la sua ricerca.
Sono disgustato da anni non mangio i polipi spero che si possa iniziare una campagna contro questo nuovo attentato alla sostenibilità del nostro pianeta
È attiva una raccolta firme: https://action.ciwf.it/page/178669/petition/1?locale=it-IT