Articolo Until the end of the world 2024

L’acquacoltura è spesso presentata come una soluzione più sostenibile della pesca alla crescente richiesta di proteine animali di una popolazione mondiale in continua espansione. Ma siamo sicuri che sia davvero così? Dall’esigenza di dare una risposta a questa domanda nasce il viaggio attraverso tre continenti del documentario Until the End of the World, realizzato da Francesco De Augustinis, in collaborazione con One Earth, progetto investigativo indipendente sull’impatto ambientale, sociale ed etico del sistema agroalimentare globale.

Viaggio nel mondo dell’acquacoltura

Il viaggio dell’autore parte dagli allevamenti di trote dell’Appennino italiano, per poi spostarsi in Grecia, dove abbondano quelli di orate e branzini. Qui il settore dell’acquacoltura è molto fiorente, ma l’impatto diretto sull’ambiente e sui delicati ecosistemi marini comincia a essere rilevante. Solo per fare un esempio: i mangimi in eccesso e le deiezioni di decine di migliaia di pesci concentrati in uno spazio ristretto soffocano le praterie di posidonie e danneggiano la biodiversità locale.

L’impatto dell’acquacoltura, tuttavia, si sente anche nei Paesi in cui non si trovano direttamente gli allevamenti. Come sulle coste dell’Africa Occidentale, dove le fabbriche di farina e olio di pesce, usati per produrre i mangimi per l’acquacoltura, stanno contribuendo alla sovrapesca degli stock ittici locali e minacciando la sopravvivenza delle popolazioni locali. Ma anche in Antartide, dove sta crescendo la pesca del krill come alternativa alla farina di pesce, che però è alla base di numerose catene alimentari marine (ne avevamo già parlato in questo articolo sulla pesca del krill). Il viaggio del docufilm si conclude poi alla Fine del Mondo, all’estrema punta meridionale del Sud America, dove gli allevamenti di salmoni hanno cambiato radicalmente l’ambiente e l’economia locale, oltre a essere una minaccia per la sussistenza delle popolazioni indigene.

Dove vedere il documentario

Il documentario punta a far crescere il dibattito sul tema dell’acquacoltura in Italia, dove sempre più testate stanno iniziando a raccontare l’impatto ambientale, sociale ed etico del settore. “Siamo felici di questo cambio di narrativa sugli allevamenti ittici, – scrive One Earth nella presentazione del documentario – raccontati fino a ieri come ‘un modello green’ perfettamente sostenibile. L’informazione e la consapevolezza, crediamo fermamente, sono il primo passo per il cambiamento.

La distribuzione del docufilm è limitata. Per informazioni sulle prossime proiezioni con domande e risposte con l’autore, si può consultare il calendario aggiornato a questo link.

© Riproduzione riservata Foto: One Earth

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Fabio
Fabio
16 Maggio 2024 18:41

Questo è un documentario che andrebbe visto. Coloro i quali hanno la possibilità di organizzare una proiezione si mettano in contatto con il regista agli indirizzi esplicitati nell’articolo.

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