Richiamato il formaggio morbido Bisù prodotto in Francia per sospetto E. coli. Allerta alimentare per rischio sindrome emolitico uremica
Richiamato il formaggio morbido Bisù prodotto in Francia per sospetto E. coli. Allerta alimentare per rischio sindrome emolitico uremica
Roberto La Pira 4 Maggio 2019Si estende a macchia d’olio l’allerta alimentare per il formaggio francese contaminato dal batterio Escherichia coli O26 preparato con latte crudo bovino. Il prodotto contiene un microrganismo che potrebbe scatenare nei bambini e nei ragazzi la sindrome emolitico uremica con risvolti a volte drammatici. I Paesi coinvolti che hanno diramato l’allarme sono 29 (ultimi gli Stati Uniti). Il motivo è molto serio, per questo le autorità sanitarie sono state avvertite attraverso il sistema di allerta alimentare rapido europeo Rasff e nei diversi paesi sono già in corso le operazioni di ritiro del prodotto dagli scaffali.
In Italia per il momento ad essere coinvolto nel richiamo e nel ritiro è il formaggio morbido Bisù nella confezione da 180 grammi venduto dall’azienda PE.RA Formaggi S.a.S. di Saliceto Cuneo (marchio dello stabilimento FR 26.281.001). I lotti coinvolti sono: 19066, 19087, 19102. Non abbiamo altre informazioni, anche se è possibile che nelle prossime ore l’elenco dei marchi italiani coinvolti possa allungarsi. Per il momento le catene di supermercati italiane non hanno diramato alcun avviso.
Tutto è iniziato ieri (3 aprile 2019) con la pubblicazione da parte del ministero della Salute di un avviso generico riguardante alcuni lotti formaggi francesi Saint Félicien e Saint Marcellin. Il problema è che il caseificio francese Société Fromagerie Alpine à Romans-sur-Isère non vende solo i formaggi con il proprio marchio. La maggior parte della produzione dell’azienda riguarda però formaggi destinati a catene di supermercati come Auchan, Carrefour, Lidl… e a rivenditori sparsi in tutto il mondo venduti con diversi marchi.
I sintomi più frequenti dell’infezione provocata dal batterio E. coli sono forti crampi allo stomaco, vomito e diarrea sanguinolenta. La maggior parte delle persone migliora entro 5-7 giorni. Alcune infezioni causate dall’Escherichia coli di tipo O26 possono avere risvolti gravi e in alcuni casi concludersi con il decesso del paziente. I rischi maggiori li corrono i bambini e i ragazzi fino a 15 anni. I sintomi si possono manifestare al massimo a distanza di 10 giorni dall’assunzione del formaggio.
Si raccomanda ai consumatori che hanno acquistato formaggi a latte crudo francesi di controllare il marchio, il numero di lotto e di stabilimento.
Dal 1° gennaio 2019, Il Fatto Alimentare ha segnalato 43 richiami, per un totale di 75 prodotti, e 3 revoche. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24