Alessandro Borghese è l’unico chef italiano che distingue e sa riconoscere le acque minerali. È quanto emerge dall’ultimo spot firmato San Benedetto trasmesso sulle reti de La 7. Il testo della pubblicità è molto chiaro.”Questo ristorante è bellissimo e unico direi e da cosa lo capisci? ” La domanda rivolta da una giovane cliente seduta al tavolo di un locale ad Alessandro Borghese, noto conduttore del programma televisivo Quattro ristoranti, riceve una risposta semplice “dalla presenza a tavola di Acqua di Nepi con la sua effervescenza naturale e dalla purezza millenaria di San Benedetto Millenium Water. A fare la differenza sono queste due acque minerali dalle proprietà organolettiche uniche”.
Il gusto unico
Lo spot è poco credibile, quando sostiene che le due acque minerali hanno proprietà organolettiche uniche, a tal punto da indurre i clienti a scegliere un ristorante al posto di un altro.
Il concetto sull’unicità dell’acqua è corretto, perché ogni acqua minerale ha una sua composizione chimica correlata alla presenza di sali minerali elencati in etichetta e a parametri fisici. Le altre acque minerali della stessa categoria possono avere una composizione simile, ma non identica anche se la diversità può riguardare pochi milligrammi di sali ed è rilevabile attraverso accurate analisi chimiche. Un esempio di questa similitudine lo abbiamo trattato in questo articolo focalizzando l’attenzione proprio fra l’acqua minerale Guizza e San Benedetto.
Distinguere le acque minerali ?
Se le diversità chimico-fisiche sono un dato oggettivo, le differenze organolettiche e di sapore fra acque della stessa categoria (minimamente mineralizza, oligominerali, ricca di sali minerali) praticamente non esistono. O meglio, non sono percepibili dalle persone. Tant’è che una prova di assaggio alla cieca, non permette di distinguere una marca dall’altra. Quando Borghese nello spot sostiene che le acque San Benedetto Water Millenium e Acqua di Nepi hanno “proprietà organolettiche uniche” è errato. Le caratteristiche organolettiche non sono rilevabili al palato né dalle persone sedute al ristorante né da professionisti. Dalle parole di Borghese risulterebbe invece che la scelta del ristorante sia correlata al sapore unico dell’acqua minerale servita a tavola.
© Riproduzione riservata Foto: San Benedetto
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D’accordissimo. Ma la pubblicità è tutta un…White Mill
Mi avete letto nel pensiero; giusto ieri dopo aver visto lo spot in tv mi ero chiesto “chissà se il Fatto Alimentare” scriverà in merito, in quanto lo spot è veramente ridicolo, viste le osservazioni fatte da Borghese.
Dopo di che, vero che Borghese, perarltro a pagamento, ci mette la faccia, ma vero anche che c’è chi ha studiato a tavolino la pubblicità che il committente poi avrà approvato e se i pubblicitari direbbero qualsiasi cosa per vendere, questo spot sta a significare che Acqua di Nepi ci prende tutti per fessi., pronti “a bere” qualsiasi affermazione.
La massa magari ci casca, ma anche dalle lettere che pubblicate appare evidente che i ConsumAttori crescono, e sempre più leggono le etichette e valutano quanto detto nelle pubblicità.
Buongiorno. D’accordo con voi su tutto, o quasi,. infatti nello spot Borghese non fa nessun riferimento al sapore dell’acqua, ma alla sua composizione organoletica per la quale le persone dovrebbero preferire i ristoranti che servono tali acque. Purtroppo in Italia siamo dei pecoroni che invece di ragionare e metterci delle domande, ci fidiamo ingenuamente di un personaggio noto che probabilmente neanche beve quell’acqua, o tutti quegli altri che pubblicizzano la qualunque, ma per la quale prendono un bel po di soldini. Per me è un mistero il perché la gente si fida e compra un prodotto in quanto pubblicizzato da un personaggio famoso.
È lo stesso principio per cui esistono gli jnfluencer o paradossalmente la maggior parte dei politici. Beato quel popolo che non ha bisogno di santi né di eroi…
Fra le cosiddette “caratteristiche organolettiche” c’è il sapore.
Devo dissentire da ciò che ha scritto. Le acque minerali proprio per la presenza di mineral diversi, sono percepibili alle papille gustative, in modo differente. Chiaramente questo è più percepibile con le effervescenti e le addizionate. Grandezza e quantità di bolle…
secondo me, potrà distinguere solo la differenza tra oligominerale ed effervescente…
Non esistono due acque minerali che abbiano identico sapore.
È una gigantesca sciocchezza sostenere che “praticamente non esistano differenze organolettiche” – in primis di sapore – fra acque minerali della stessa categoria… e mi sorprende non poco che una testata autorevole come Il Fatto Alimentare possa far sua questa bizzarra teoria.
Caratteristiche organolettiche primarie come sapore, consistenza/texture (fluidità, “viscosità”, etc.), spesso anche odore, sono immediatamente percepibili in modo chiaro, apprezzabile, ricorrente, se non addirittura distintivo.
Il presunto esito del blind test probabilmente si riferisce all’assenza di correlazione spontanea tra acqua assaggiata e marca, non certamente alla mancata percezione della differenza di sapore tra singole acque; altrimenti vorrebbe dire che gli assaggiatori avessero bevuto (molto) altro prima del test… e allora sarebbe servito un etilometro!!!
Che poi il messaggio veicolato dall’ennesimo spot dello stesso tenore (pur sempre fiction) sia piuttosto fantasioso – per così dire – è fuor di dubbio: anche solo immaginare che l’acqua servita al tavolo possa far la differenza nella scelta del ristorante è in effetti un po’ audace.
È altresì vero, però, che le etichette presenti in un ristorante siano spesso una spia abbastanza attendibile di che genere di ristorante sia, del suo livello di qualità.
Quindi, tutto sommato, la “provocazione” ci può stare.
Pure i bugiardini dei farmaci esagerano, in senso inverso, riportando effetti collaterali più unici che rari. Ma questi devono soprattutto INFORMARE, mentre la pubblicità è fatta per VENDERE – suvvia, un barlume di buonsenso e sano realismo!!!
Essa è per definizione iperbolica, enfatica, esagerata insomma. Se lo è nei limiti della “decenza” non c’è alcunche di cui scandalizzarsi.
Ovvio che non siano acque dalle virtù uniche e magari taumaturgiche – stupido chi eventualmente lo creda – ma ciascuna marca deve tirare appunto acqua al suo mulino… e finché lo fa con rispetto e garbo, deve poter continuare a farlo.
Se alcuni consumatori scelgono di bere un’acqua minerale solo perché “consigliata” da Borghese, il problema è soltanto loro, delle loro menti vuote o distillate.
My 2 cents,
Giuseppe Capetta
Non ricordo test o prove sensoriali condotte sulle acque minerali della stessa categoria con relativi giudizi organolettici
Concordo con Gennaro Murone.
Avrò una sensibilità particolare ma io avverto la differenza organolettica tra un’acqua ed un’altra.
Ed in base al gusto ed al gradimento indirizzo le mie scelte per l’acquisto.
Sicuramente l’acqua servita non condiziona la mia scelta per un ristorante, la quale si basa esclusivamente sul gradimento delle pietanze offerte.
non ho mai capito quale sia il valore aggiunto di un “testimonial” più o meno famoso. anzi, per me vale il contrario. Un buon prodotto si vende da sé, se ha bisgono dell’aiutino allora significa che non è un granché. Discorso diverso se quel prodotto o marchio diventa sponsor del personaggio (per esempio sportivo) e per contratto costui deve promuoverlo.
Descrizione perfetta letta con attenzione.
Bravi vi leggo volentieri.
Descrivete sempre tutti i casi con perfezione. Grazie
L’acqua di Nepi, che ho bevuto, è molto riconoscibile al palato. Potrebbe essere confusa con la Uliveto le prime volte ma alla lunga si riconosce.
Non ho mai bevuto l’altra acqua menzionata e quindi non mi esprimo. Probabilmente è più difficile da riconoscere, ma un palato allenato potrebbe secondo me distinguerla.
In generale affermare che le acque della stessa categoria non sono distinguibili al palato mi sembra come sostenere che tutti i tipi di sale hanno le stesse qualità organolettiche e non sono riconoscibili. Probabilmente è solo una questione di allenamento, supposto che qualcuno voglia cimentarsi in questa attività. In fondo stiamo parlando di acqua…
Test sulle differenze delle acque minerali non ne ricordo . Forse c’è un motivo
Tanto la gente ci crede e paga l’acqua e lo spot! La pubblicità TUTTA viaggia sul filo del rasoio e il più delle volte è fasulla ma i pecoroni credono al pastore…
Può esserci chi ci vuole,il risultato non cambia, la truffa delle minerali non si nasconde con un testimonial.
Non esistono due acque minerali che abbiano identico sapore.
È una gigantesca sciocchezza sostenere che “praticamente non esistano differenze organolettiche” – in primis di sapore – fra acque minerali della stessa categoria… e mi sorprende non poco che una testata autorevole come Il Fatto Alimentare possa far sua questa bizzarra teoria.
Caratteristiche organolettiche primarie come sapore, consistenza/texture (fluidità, “viscosità”, etc.), spesso anche odore, sono immediatamente percepibili in modo chiaro, apprezzabile, ricorrente, se non addirittura distintivo.
Il presunto esito del blind test probabilmente si riferisce all’assenza di correlazione spontanea tra acqua assaggiata e marca, non certamente alla mancata percezione della differenza di sapore tra singole acque; altrimenti vorrebbe dire che gli assaggiatori avessero bevuto (molto) altro prima del test… e allora sarebbe servito un etilometro!!!
Che poi il messaggio veicolato dall’ennesimo spot dello stesso tenore (pur sempre fiction) sia piuttosto fantasioso – per così dire – è fuor di dubbio: anche solo immaginare che l’acqua servita al tavolo possa far la differenza nella scelta del ristorante è in effetti un po’ audace.
È altresì vero, però, che le etichette presenti in un ristorante siano spesso una spia abbastanza attendibile di che genere di ristorante sia, del suo livello di qualità.
Quindi, tutto sommato, la “provocazione” ci può stare.
Pure i bugiardini dei farmaci esagerano, in senso inverso, riportando effetti collaterali più unici che rari. Ma questi devono soprattutto INFORMARE, mentre la pubblicità è fatta per VENDERE – suvvia, un barlume di buonsenso e sano realismo!!!
Essa è per definizione iperbolica, enfatica, esagerata insomma. Se lo è nei limiti della “decenza” non c’è alcunche di cui scandalizzarsi.
Ovvio che non siano acque dalle virtù uniche e magari taumaturgiche – stupido chi eventualmente lo creda – ma ciascuna marca deve tirare appunto acqua al suo mulino… e finché lo fa con rispetto e garbo, deve poter continuare a farlo.
Se alcuni consumatori scelgono di bere un’acqua minerale solo perché “consigliata” da Borghese, il problema è soltanto loro, delle loro menti vuote o distillate.
My 2 cents,
Giuseppe Capetta
Pubblicità, regresso. Tutto ciò che in qualche modo attiene alla salute è un boccone prelibato della speculazione commerciale e dei pubblicitari che spregiudicatamente e cinicamente investono su questo bene. I testimonial famosi, del resto, non hanno un’istanza etica di fondo, che, peraltro, non viene loro richiesta, che disciplini le loro raccomandazioni, emesse senza competenza tecnica personale ma con l’autoreferenzialità e l’autocompiacimento della seduzione del “personaggio famoso” che tanto affascina l’uomo della strada.
O è un genio – ma che dimostri davanti a un gran giurì queste competenze – oppure bleffa … A me pare un inciampo in una carriera tutto sommato buona.
Cambiano i prodotti ma la tattica è sempre quella. Associare un personaggio famoso (pagato profumatamente per la prestazione) ad un prodotto per promuoverlo con messaggi più o meno credibili e accattivanti. Che siano acque o pandori, panettoni piuttosto che bevande contro il colesterolo poco cambia. La massa finisce per crederci e nemmeno si preoccupa di eventuali additivi dubbi o edulcoranti vari contenuti. Nel caso dell’acqua pagherà semplicemente un prezzo maggiorato inutilmente. Gli unici difensori contro il marketing spregiudicato siamo noi stessi.
Io personalmente la differenza tra alcune acque la sento, faccio un po’ di fatica con quelle trattate per osmosi internamente al ristorante.
Borghese presta solo la persona, il testo magari è stato scritto da un assaggioatore dell’acqua.
( https://www.degustatoriacque.com/ )
Mi sembra che stiamo a cercare il pelo nell’uovo, se ol problema è qesto allora Barbieri non ha messo tutte le uvette con la pinzetta sui panettoni come si vede dallo spot Motta.
Poi chje lo spot sia ridicolo lo è tanto quanto altri, è pubblicità.
Sul fatto che tutte le acque minerali siano uguali, dal punto di vista gustativo, in parte dissento, un minimo di differenza di percepisce, ma un minimo appunto; probabilmente non saprei distinguere le acque pubblicizzate oggetto dell’articolo, con una molto simile di composizione chimica, nè tanto meno mi sognerei di comprarla perchè la pubblicizza chissàchi…. Vi scrivo da consumatrice consapevole di acqua di rubinetto, quindi non sono pagata da nessuna lobby delle acque minerali! 🙂
Non un minimo; le differenze di sapore sono spesso piuttosto marcate.
Questa volta Alessandro Borghese, che mi piace molto per la sua trasmissione con i diversi chef, ha fatto un buco.
Uomo così attento, preciso ed empatico che seguo spesso in tv, forse non ha considerato che la pubblicità ha un valore molto importante, e la persona che fa affermazioni viene identificata e giudicata in tutto quello che fa, sia un programma di buona qualità che una pubblicità.
Purtroppo le due cose non andrebbero mischiate a meno che non sia per un valido motivo, per esempio a scopo sociale……..