
Tanti lettori hanno visto in questi giorni lo spot televisivo dell’acqua minerale Lete che promuove la campagna “Lete contro le truffe”, in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri. Lo spot, della durata di circa 10 secondi, presenta un messaggio che associa il brand Lete all’impegno dei Carabinieri nella lotta alle frodi (*).
La campagna dell’acqua Lete con i Carabinieri
La comunicazione, a parere nostro, risulta ambigua e potenzialmente ingannevole, poiché non è chiaramente distinguibile il confine tra messaggio sociale e pubblicità commerciale. Questo potrebbe indurre il pubblico a ritenere che i Carabinieri certifichino, approvino o raccomandino l’acqua Lete, attribuendole un’indebita credibilità istituzionale. La campagna, inoltre, potrebbe lasciare intendere che l’acqua minerale Lete sia l’unica acqua ‘sicura’ o ‘controllata’ dalle autorità, sfruttando indebitamente la fiducia dei consumatori nelle istituzioni.C’è poi un aspetto legato all’eventuale conflitto di interessi, che si potrebbe creare nel caso di un intervento del Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute (NAS) nello stabilimento di imbottigliamento per ragioni igienico sanitarie. Non si tratta di ipotesi così strane. È successo poche settimane fa in Francia per l’acqua minerale Perrier, che ha dovuto ritirare centinaia di migliaia di bottiglie e chiudere gli impianti per una contaminazione da enterobatteri.
Richiami e ritiri di acqua minerale
Anche in Italia la cronaca regista diversi casi di incidenti o di interventi di tipo igienico sanitario presso gli impianti di acqua minerale, che hanno dato luogo a ritiri e richiami. Nel corso degli anni, Il Fatto Alimentare ne ha segnalati diversi È il caso dell’acqua minerale a marchio Primia ritirata nel 2023 dai supermercati Tigros, Iperal e Basko per analisi chimiche sfavorevoli, oppure di quella a marchio Clavdia segnalata nel 2022 per la possibile presenza di Stphylococcus aureus, solo per citare i più recenti.
Anche i marchi famosi non sono esenti da incidenti. Nel 2017 un lotto di bottiglie da mezzo litro dell’acqua Sant’Anna è stato ritirato dal mercato a causa di una non conformità organolettica (odore e sapore anomali): altre segnalazioni di incidenti analoghi sono arrivate in redazione nel 2019. Anche le acque del gruppo San Benedetto sono state al centro di richiami. Nel 2019, per esempio, è stato ritirato un lotto di bottiglie da mezzo litro di acqua San Benedetto “Parco della Majella” della Fonte Primavera, per la “presenza consistente di contaminanti idrocarburici”.
Per questi motivi abbiamo chiesto al Comitato di controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria di intervenire e censurare il messaggio.
(*) Nota
Il messaggio è veicolato anche da spot da 30 e 15 secondi sulle principali emittenti radiofoniche, e da post e video su Facebook e Instagram, rivolti sia agli anziani che ai loro familiari, per diffondere messaggi di prevenzione. È inoltre presente materiale presso i punti vendita (confezione di Acqua Lete con packaging dedicato, locandine e QR code che rimandano alla pagina informativa con i consigli contro le truffe dei Carabinieri). È in corso una pianificazione sui principali quotidiani e periodici e sul web.
© Riproduzione riservata Foto:
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Salve, articolo ottimamente chiarificatore, grazie
Lascia molto a desiderare il fatto che una istituzione come l’arma dei Carabinieri si sia potuta fare coinvolgere in una iniziativa molto discutibile, più che di collaborazione parlerei di sponsorizzazione, ma al contrario
L’uso simbolico a fini strumentali delle forze dell’ordine, compresi quelli commerciali, sembra fare parte di questo periodo storico; e speriamo si chiuda presto, riportando ogni attore di questa commedia psicosociale a riprendere il proprio lavoro nell’alveo del proprio ruolo, certamente molto meno massmediatico.
È il caso anche del presidente della Regione Lombardia, Fontana, che ha dichiarato di voler usare i carabinieri per indagare eventuali irregolarità/reati all’origine delle liste d’attesa stratosferiche per le visite/esami nella sanità lombarda.
Tra il ridicolo, il grottesco e l’irresponsabilità ha motivato la scelta di coinvolgere i carabinieri dicendo che la Regione – da lui guidata ha fatto il possibile per ridurre i tempi d’attesa.
A volte rimango ancora sbalordita dall’assurdità di ciò che avviene. Se fosse davvero di utilità sociale, allora l’arma dovrebbe collaborare contemporaneamente con tutte le acque minerali commercializzate così da essere sicuri che “il messaggio” arrivi a tutti!! E in questo modo non ci sarebbe nemmeno il problema del conflitto d interesse. Ultimo aspetta da non sottovalutare: il problema delle truffe sta a monte e ci vuole un controllo del territorio e della criminalità più capillare e non lasciare la responsabilità solo ai cittadini che devono denunciare! Grazie per l articolo sempre molto interessante
Concordo pienamente, nell’analisi puntuale ed esaustiva che effettuate per lo spot dell’acqua Lete.
I confini della pubblicità, devono essere sempre netti e chiari, per non lasciare adito a false interpretazioni.
Grazie del vostro contributo per una visione chiara degli alimenti che ci circondano, e in questo caso delle acque in bottiglia.
Francamente non ne sapevo nulla,ma è uno spot completamente sviante e cosa c’entra l’arma dei carabinieri con una marca di acqua minerale,o sono talmente messi male con le acque,oppure sono diventati la parodia di se stessi.
Poveri noi anche la benemerita si lascia coinvolgere nella rete pubblicitaria…non mi dilungo nei commenti ma chissà cosa ne penserebbe il mio babbo ex carabiniere!
Mi sembra corretto il vostro intervento
Grazie dell’articolo, mi chiedo come sia possibile che un’Istituzione pubblica come l’Arma dei Carabinieri non disponga di un Responsabile della Comunicazione all’altezza della situazione. Un’Istituzione non può sponsorizzare un’Impresa Produttiva. Spero che lo IAP intervenga subito.
Ennesimo articolo a mio parere ASSURDO.
Il fatto che una ditta si presti a veicolare messaggi positivi ,senza ricevere alcun compenso,non costituisce certo uno scandalo, bensì un caso encomiabile di pubblicità progresso. Molti anni fa su alcuni prodotti di una nota marca venivano scritti appelli a non abbandonare i cani in vista dell’estate. Secondo voi questa marca cercava di spacciarsi per la sola attenta al benessere animale? O, più probabilmente, era semplicemente SENSIBILE?
Questo vostro articolo è onestamente incomprensibile, se non fosse che rientra nel solco di molti , moltissimi altri articoli che continuate a scrivere attaccando il comparto delle acque minerali.
Per carità, non sarà scevro da colpe ( come del resto ogni altro settore) ma non mi spiego perché non facciate articoli contro spot molto più dannosi. Un esempio ? : da anni una nota industria farmaceutica propone uno spot con una persona influenzata che, dopo aver assunto un farmaco generico,sta benissimo e va a fare ogni tipo di attività, dal tennis, al cinema con gli amici ,ai corsi di cucina. È evidente che uno spot del genere è falso in quanto il farmaco non può eliminare il virus influenzale 10 minuti, ed è estremamente pericoloso in quanto induce la persona ammalata a fare vita sociale,contagiando il resto della popolazione Eppure non ho mai visto un vostro articolo che lo contesti. Certamente vi è molta differenza tra attaccare una fabbrica di acqua minerale e schierarsi contro l’intera lobby farmaceutica…ma credo che i lettori si aspettino questo!
Dr. Marco Castelli, Presidente Regionale AISA Sicurezza Ambientale LIGURIA
In questo sito ci occupiamo di cibo alimenti e sicurezza alimentare non di farmaci.
Buongiorno, trovo questo spot al limite della legalità, i Carabinieri sono una istituzione e rappresentano la tutela di tutti, questo spot andrebbe ritirato, io nel mio piccolo non compro l’acqua lete. E per inciso neanche prodotti S. Benedetto. Grazie per il vostro lavoro, Maria
Anche il latte Parmalat (quello con la confezione che esalta la presenza di supplementazione di vitamina D), presenta riferimenti alla campagna contro le truffe ed il riferimento all’arma dei Carabinieri ed al 112.