REPORT SCANDALO BERVINI

L’inchiesta di Report andata in onda il 23 novembre (ne avevamo parlato in questo articolo) aveva già sollevato un gravissimo allarme sulla sicurezza alimentare, documentando presunte pratiche illecite all’interno del macello Bervini Primo Srl, in provincia di Mantova. La seconda parte di ieri, 30 novembre, se possibile peggiora la situazione. L’accusa centrale riguarda lo scongelamento e la rietichettatura di carne congelata scaduta, venduta con tutta probabilità a ristoranti, supermercati e operatori della ristorazione. La Bervini Primo Srl in una prima fase ha respinto con forza ogni accusa, appellandosi alle normative sul congelamento

I dettagli choc

L’indagine condotta da Giulia Innocenzi ha mostrato, attraverso immagini girate di nascosto, una sorta di meccanismo di “riciclaggio” della carne congelata prossima alla scadenza o già scaduta. Secondo il servizio, il processo si svolgeva in più fasi. Gli operatori prendevano tagli pregiati di carne bovina congelata (importata da Paesi come Uruguay, Nova Zelanda e persino dall’Egitto con etichette che indicavano chiaramente il superamento della data di scadenza di alcuni mesi, ma anche di anni) toglievano gli involucri di plastica e li immergevano in grandi cassoni pieni di acqua per lo scongelamento.

Dopo questa operazione, di solito effettuata di venerdì sera, gli addetti il sabato rimuovevano con un coltello la parte superficiale della carne di colore più scuro e in alcuni casi marrone, eliminando così la parte deteriorata. A questo punto la carne veniva riconfezionata, congelata nuovamente e rietichettata con una nuova data di scadenza. Secondo Report questa operazione, volta a nascondere lo stato del prodotto, costituisce un grave rischio per la salute pubblica. Le immagini e la documentazione raccolta sono state sottoposte all’ATS Valpadana il 15 ottobre, che un mese fa circa ha deciso di bloccare e sequestrare le celle e il tunnel di congelamento con all’interno 180 tonnellate di carne.

Non è scattato invece il sistema di allerta e di richiamo per i lotti distribuiti a ristoranti e operatori del settore perché Bervini non ha fornito le informazioni necessarie. Per rendersi conto di cosa stiamo parlando, si tratta di un’azienda con un fatturato di 200 milioni l’anno e nelle immagini si vedono decine di cassoni pieni di carne da scongelare e rietichettare. Non è ancora chiaro, ma sembra che questo modo di operare vada avanti da anni.

Vasche di carne in scongelamento nello stabilimento Bervini - Report 23.11.2025
L’inchiesta di Report accusa Bervini di scongelare e rietichettare carne congelata scaduta da mesi, in alcuni casi anni

La replica di Bervini

A fronte delle accuse, la Bervini Primo Srl il 13 ottobre ha inviato una nota ufficiale in cui “respinge con fermezza ogni accusa di rivendita di carne scaduta. La carne che commercializziamo non ha mai, in alcun caso, raggiunto la data di scadenza, e tantomeno l’ha superata”. L’azienda sostiene di aver applicato in modo puntuale le normative comunitarie e nazionali che consentono il congelamento della carne fresca refrigerata sottovuoto prima del raggiungimento della data di scadenza assegnata dal produttore.

La società afferma che tutte le operazioni sono svolte “secondo procedure rigidamente controllate, che garantiscono la piena salubrità del prodotto,” citando il Regolamento CE 853/2004, la Legge 25/2022 e la Nota Ministero della Sanità del 4 aprile 2022 a supporto della propria condotta.

In un secondo comunicato diffuso il 26 novembre Bervini precisa che “La merce di cui al servizio è stata lavorata per finalità pet food”. Ma qualcosa non torna perché lo stabilimento dove sono state girate le immagini si trova a Pietole, in provincia di Mantova, e non è abilitato per la lavorazione del pet food, oltre al fatto che il filmato fa vedere carne congelata e scongelata, e non carne fresca. Dopo il servizio di ieri, 30 novembre, Bervini ha declinato la richiesta di un’intervista e questa volta ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

Il lotto magico

La seconda parte dell’inchiesta di Report (“Il lotto magico) amplia il raggio d’azione dell’indagine, non limitandosi più solo al macello di Mantova. La trasmissione ha infatti sollevato nuove inquietanti rivelazioni che, partendo dall’Emilia, arriverebbero fino a Bari e metterebbero in luce possibili legami tra il meccanismo del riciclaggio della carne e l’ombra della criminalità organizzata. L’indagine si concentra ora anche sul perché i controlli non hanno intercettato questa pratica e su chi ci sia dietro la gestione dei lavoratori nello stabilimento, suggerendo una filiera opaca che va ben oltre la semplice frode aziendale.

REPORT SCNDALAO BERVINI
La seconda parte dell’inchiesta mette in luce anche le criticità dei controlli dell’ATS

I controlli di ATS Val Padana

Un interrogativo ora si impone con forza: se queste pratiche avvenivano da tempo, perché gli organi di controllo non le hanno bloccate prima? Alla luce di queste nuove rivelazioni, è urgente che l’ATS Val Padana — e, se del caso, la magistratura — facciano chiarezza su alcuni punti chiave. Da quanto tempo andavano avanti le pratiche di congelamento, rilavorazione e rietichettatura e su quanti lotti? Quali misure sono state adottate — se ce ne sono state — per tutelare consumatori, ristorazione e canali della distribuzione alimentare? Se lo stabilimento non era autorizzato al pet food, chi ha confermato la destinazione a “cibo per animali”? E su quali basi normative?

Durante l’inchiesta, il direttore del dipartimento veterinario e sicurezza alimentare ha lasciato intendere  che l’ATS non effettua controlli di sabato. Nel servizio di Report però un lavoratore sostiene che i controlli avvenivano previo avviso indicando il giorno e l’ora. Se confermate, queste dichiarazioni presentano profili estremamente critici perché descrivono un modello di vigilanza prevedibile e privo di efficacia, che permette all’operatore di adeguare temporaneamente i propri processi per evitare di incappare in violazioni. Avvisare l’azienda prima di un controllo risulta in contrasto con la normativa europea. Il Regolamento (UE) 2017/625 definisce con precisione i criteri di tempestività e imprevedibilità delle verifiche sanitarie. I controlli devono essere effettuati: “a sorpresa e senza preavviso”, “con frequenza e modalità che tengano conto del rischio”, “in qualsiasi momento, anche al di fuori dell’orario d’ufficio”. Ciò significa che l’autorità competente può e deve accedere agli impianti: anche di sera e nei giorni festivi.

Confezioni di carne scongelata su un piano di lavoro nello stabilimento Bervini - Report 23.11.2025
Il direttore del dipartimento veterinario e sicurezza alimentare ha lasciato intendere che l’ATS non effettua controlli di sabato

L’allerta che non c’è

C’è di più. La mancanza di un’allerta da parte di ATS Val Padana dei lotti venduti da Bervini per la scarsa collaborazione dell’azienda, è una giustificazione difficile da sostenere. Il Regolamento 2017/625 conferisce alle autorità sanitarie l’accesso libero e immediato non solo agli ambienti dello stabilimento, ma anche ai registri informatici, ai sistemi di tracciabilità digitale, alle liste dei lotti e ai documenti contabili. In altre parole, se un’azienda non collabora o non fornisce i dati richiesti, l’autorità: “entra legittimamente d’imperio, dispone misure correttive immediate, trasmette la notizia di reato”.

 Il fatto che carne scaduta possa essere stata reimmessa nella filiera alimentare per mesi o anni senza essere bloccata solleva un allarme per la salute pubblica. Abbiamo chiesto delucidazioni all’ATS che  ha riposto dicendo che  “sono tuttora in corso le attività di vigilanza e controllo soggette al segreto d’ufficio.

Non solo Bervini: il caso La Pellegrina

Lo scandalo Bervini arriva a poche settimane di distanza da quello de La Pellegrina, l’allevamento di migliaia di suini fornitori della filiera del Prosciutto di Parma e di San Daniele (ne avevamo parlato in questo articolo). In quel caso l’ATS è intervenuta con una sanzione amministrativa e con il sequestro degli animali solo dopo una segnalazione esterna (Greenpeace), senza però fornire dettagli sui motivi dell’azione essendo in corso indagini.

© Riproduzione riservata Foto: Report Rai 3

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Federico
Federico
3 Dicembre 2025 07:16

C’è un unica soluzione: ritirare TUTTE LE DATE DI SCADENZA. TUTTE.

Assunta
Assunta
3 Dicembre 2025 08:36

Dovrebbero chiudere immediatamente lo stabilimento, pagando lo stipendio ai lavoratori non coinvolti in questa vicenda, ma soprattutto multa a chi avvisava sugli orari dei controlli sanitari. E poi si parla di prevenzione.

Assunta
Assunta
3 Dicembre 2025 08:40

Grazie Ranucci e Giulia Innocenzi dovresre essere premiati x il vostro coraggio dal Presidente Mattarella,da noi italiani onesti lo siete già da sempre

Giuseppe
Giuseppe
3 Dicembre 2025 09:32

Le solite arrampicate sugli specchi, sono curioso di come andrà a finire questa storia! Quante persone, nel frattempo, hanno mangiato carne avariata pagandola magari a caro prezzo? E quanti hamburgher hanno divorato i nostri ragazzi a 3 euro e 90? E poi hanno avuto la faccia tosta di dichiarare che la carne marcia andava a finire nel pet food confermando che i poveri animali mangiano delle schifezze! Bel salto carpiato! E che dire nel “preavviso” di ispezione? Solito garantismo all’italiana: siamo veramente alla frutta, anzi all’ammazza caffè: L’imperativo è sempre e comunque garantire i furbi a scapito dei fessi…. Per fortuna sono vegetariano.

federico
federico
Reply to  Giuseppe
3 Dicembre 2025 10:10

e quanti poi sono andati all’ospedale? fino ad ora ZERO.

Massimo
Massimo
Reply to  federico
4 Dicembre 2025 14:39

e tu che ne sai ? allora va bene cosi? siccome nessuno, secondo te, è finito in ospedale va bene cosi ?

Alfredo De cicco
Reply to  Giuseppe
4 Dicembre 2025 05:24

È sufficiente mangiare carne GRASS FED. Vedi dettagli su internet

cassandra
cassandra
3 Dicembre 2025 11:00

Controlli ATS: se funzinassero sarebbe davvero raro tutto questo.
Ma ho sentito storie sia di ispettori minacciati sia è palese la corruzione troppo spesso ipotizzabile nelle nostre istituzioni di controllo e giustizia, in generale.

E’ il nodo fondamentale per fare funzionare lo Stato.
1° principio ; il controllore non deve essere anche un “controllabile” (vedi controllo riscaldamenti fatto dagli stessi Terzi Responsabili degli impianti!! Non si colpiranno mai l’un l’altro ) .

Sta a noi cittadini, isolare e evidenziare i corrotti, perchè siamo NOI comuni cittadini che viviamo negli “uffici pubblici”, non solo i dirigenti.

Alessandro
Alessandro
3 Dicembre 2025 12:57

Che esistano parassiti è purtroppo un dato di fatto,
è la mancanza di antiparassitari che lascia sgomenti!!!

rocco
rocco
3 Dicembre 2025 16:54

nella puntata di Report su Rai3, l”esperto medico/scientifico parlava anche di possibili danni neurologici, poichè la carne veniva smistata ai ristoranti e forse anche alle mense, ho pensato ai nostri bambini

Nicolò'
Nicolò'
3 Dicembre 2025 17:04

Non servono sanzioni, dovrebbe chiudere questa attività. Dopo la sanzione ricomincia con doppi illeciti questa azienda. Ve lo assicuro

Domenico
Domenico
3 Dicembre 2025 17:29

Pensavo che il giorno dopo la MAGISTRATURA ponesse i sigilli alle aziende.

Santo
Santo
4 Dicembre 2025 06:54

Grazie a Report e ai suoi giornalisti per il servizio offerto, sostituendo spesso le istituzioni che se ne dovrebbero interessare.

Giuseppe
Giuseppe
4 Dicembre 2025 08:29

Se è confermato quanto rilevato dalle autorità competenti(speriamo non chiudano gli occhi ,anche se tardi) questa azienda deve CHIUDERE

SimonBolivar
SimonBolivar
Reply to  Giuseppe
8 Dicembre 2025 09:02

…. controllando che non riaprano con altri marchi….

Alfredo Morville
Alfredo Morville
4 Dicembre 2025 13:19

Un sistema marcio come la carne che ricondizionavano.Lacunose o mancanti le spiegazioni delle ditte coinvolte sostenute da complicità di chi avrebbe dovuto effettuare i controlli.Comportamenti delinquenziali di cui si dovrebbe occupare chi di dovere e intraprendere le opportune azioni legali.La salute pubblica non può essere in vendita

Sergio
Sergio
10 Dicembre 2025 14:19

Ho scritto ad ESSElunga e Conad , chiedendo se BERVINI fosse ancora fornitore e quali azioni avessero intrapreso a seguito della evidente illeicità del comportamento di detta società. Bisogna essere chiari, questa non è frode in commercio, ma attentato alla salute , e per questo non si deve andare leggeri. Essere beccati in flagranza e giustificarsi citando norme non è sufficiente. Quello stabilimento va chiuso senza se e senza ma. al limite sequestrato. i danni che può ancora fare sono immensi, vista la probabile collusione. E al primo posto va messa la salute pubblica , al di sopra di qualunque interesse economico.

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