
Tre giorni fa, il 1° marzo, la Commissione Europea in una conferenza stampa ha fatto capire che il progetto di estendere il Nutri-Score a livello comunitario è un argomento molto complesso e che, comunque, non è più all’ordine del giorno. Non esiste una dichiarazione ufficiale in cui se ne conferma l’abbandono, ma si lascia intendere che non sarà questa l’etichetta da adottare. In altre parole non sarà reso obbligatorio, e se ci sarà un nuovo sistema di etichettatura, ci vorranno anni per implementarlo, perché si dovranno rifare gli studi di efficacia da capo.
Esultano in Italia le lobby di Coldiretti, il Governo, le aziende come Ferrero e tutte le forze contrarie al progetto, che sono riuscite a convincere la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen a rallentare l’adozione di un’etichetta che, secondo i programmi, sarebbe dovuta entrare in vigore obbligatoriamente prima della fine del 2022. Il ruolo del governo Italiano è stato determinante, tanto che il nostro Paese, per contrastare il Nutri-Score, ha varato un’etichetta alternativa, la NutrInform Battery, talmente complessa da essere bocciata dai nutrizionisti e che praticamente nessuna aziende aziende usa.
Il Nutri-Score in Europa
Ma il fatto che il Nutri-Score non sarà obbligatorio nell’UE non vuol dire che l’etichetta sia scomparsa o non abbia un futuro. I lobbisti italiani fanno finta di non sapere che il sistema a cinque lettere e cinque colori si usa già in 7 Paesi in Europa (Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera) e che altri Paesi stanno pensando di adottarlo (per esempio, la Finlandia).
Un altro concetto deve essere chiaro: in Italia il Nutri Score non è vietato, e prodotti con l’etichetta a semaforo sono in vendita da catene di supermercati come Carrefour ed Esselunga, discount come Aldi e Lidl, e altre catene e negozi specializzati (alcuni esempi in questo articolo). Ci sono poi marchi come Mutti che lo usano all’estero. In Francia 1.450 marchi sono registrati presso l’Agenzia nazionale di salute pubblica (Santé Publique France) come utilizzatrici del Nutri-Score: vuol dire che oltre il 60% dei prodotti alimentari in commercio oltralpe riporta il semaforo in etichetta.

Abbiamo chiesto a Serge Hercberg professore dell’Università di Parigi 13 e padre del Nutri-Score cosa è successo alla Commissione Europea.
Il progetto di adottare il Nutri-Score a livello europeo è destinato ad essere abbandonato ufficialmente dall’UE?
Per ora, ciò che si può dire è che la Commissione Europea non ha mantenuto gli impegni presi nel 2020 nell’ambito della strategia Farm to Fork, di implementare obbligatoriamente nei 27 Paesi europei un logo nutrizionale basato sulla scienza (che corrisponde bene al Nutri-Score). Questo logo nutrizionale obbligatorio sarebbe dovuto entrare in vigore prima della fine del 2022. Ciò non è stato fatto ed è stato posticipato al 2023, poi al 2024 e ancora oggi il progetto non è stato realizzato.
Tuttavia, sono state soddisfatte le diverse premesse stabilite dall’amministrazione europea, ovvero 1) un parere dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che fornisce gli elementi nutrizionali da prendere in considerazione nel contesto di un logo nutrizionale (corrispondono a quelli disponibili nella tabella nutrizionale presa in considerazione nel calcolo del Nutri-Score) 2) un parere del Centro Comune di Ricerca (JRC) dell’Unione Europea, il cui esaustivo rapporto scientifico (pubblicato nel 2022) sui loghi nutrizionali conclude sull’efficacia e la superiorità dei sistemi interpretativi a colori (come il Nutri-Score, che soddisfa tutti i requisiti) 3) la consultazione pubblica avviata dalla Commissione tra dicembre 2021 e marzo 2022, volta a raccogliere i pareri dei cittadini dell’UE (e dei Paesi terzi), nonché delle parti interessate, professionali e non professionali, sulle iniziative volte a rivedere la legislazione dell’UE in materia di informazioni alimentari ai consumatori, compresa l’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione.

Da questa consultazione è emerso che le associazioni dei consumatori, i cittadini, le ONG, le strutture di ricerca e le autorità pubbliche hanno sostenuto o addirittura approvato un logo progressivo che fornisca informazioni globali (che corrispondano totalmente ed esclusivamente alle caratteristiche del Nutri-Score). Non sorprende che gli attori economici abbiano preferito altre opzioni…
Quando sono cambiati i programmi?
Il 19 febbraio 2024, il Commissario europeo per l’Agricoltura Christophe Hansen, nella sua dichiarazione che presenta la visione dell’UE per l’agricoltura e l’alimentazione del futuro, non menziona più alcune delle misure di interesse per la salute dei consumatori proposte nel 2020 nell’ambito della strategia Farm to Fork. In particolare la misura relativa al logo nutrizionale obbligatorio (nonostante l’esistenza di più di 150 studi scientifici che dimostrano l’interesse e l’efficacia del Nutri-Score) e i risultati della tabella di marcia che la Commissione UE si era prefissata (relazione EFSA, relazione JRC, consultazione pubblica) favorevoli al Nutri-Score.
Qual è stato il ruolo delle lobby?
L’inchiesta realizzata dell’unità investigativa di Radio France ha evidenziato le pressioni sotterranee esercitate dalle forze politiche (e in particolare dal governo italiano) e il fatto che tali pressioni siano riusciti a bloccare l’attuazione del provvedimento (senza che questo venga ufficialmente abbandonato).
Quindi, nel complesso, non esiste alcuna dichiarazione ufficiale da parte della Commissione che affermi che sia stata abbandonata l’adozione di un logo nutrizionale obbligatorio per l’Europa e in particolare del Nutri-Score. Ma non ha più questa misura all’ordine del giorno e continua a sostenere che sta lavorando “su un argomento complesso”.
Conferenza stampa della Commissione dal minuto 4 iniziano le dichiarazioni sul Nutri Score |
Brussels: European Commission press briefing covering key topics, including Nutri-Score, the Tempi train crash, Ukraine peace talks, Georgia, DRC-Rwanda relations, US-UK trade, steel… pic.twitter.com/YCQDwENr1X
— Amaravati Today (@amaravati_today) March 1, 2025
Quindi Nutri-Score addio?
Il Nutri-Score ha perso una battaglia, ma non ha perso la guerra. Il Nutri-Score continua a essere utilizzato nei 7 Paesi che lo hanno adottato, anche se resta un’opzione volontaria per le aziende. Anche altri Paesi adotteranno il logo. Il Nutri-Score si avvale del supporto della comunità scientifica e degli operatori sanitari europei, delle associazioni di consumatori e pazienti, delle ONG, ecc. che esigono trasparenza sulla qualità nutrizionale degli alimenti. È questa richiesta della società che in ultima analisi permetterà di contrastare l’azione dannosa delle lobby. Non ci arrendiamo! Lottiamo, basandoci sulla scienza e sulla salute pubblica per il bene pubblico, contro tutti coloro che, per i loro interessi puramente economici, impediscono l’attuazione di misure utili alla salute dei consumatori.
La Commissione punta a una nuova etichetta?
Sì, è totalmente assurdo. Ciò non ha senso, e corrisponde alle strategie solitamente utilizzate dalle lobby: bloccare e ritardare l’attuazione della misura che le infastidisce… Esiste un logo (Nutri-Score) che ha alle spalle più di 150 studi scientifici che convalidano sia il suo algoritmo di calcolo sia il suo formato grafico. E vorremmo ricominciare il processo da zero! Ci vorrebbero almeno altri 10 anni per arrivare a qualcosa che sia molto vicino o identico al Nutri-Score.
Non ci sono prove scientifiche per abbandonare il Nutri-Score, e la Commissione Europea non ne ha presentate, l’unica motivazione addotta è di natura politica, considerando che il Nutri-Score è troppo ‘polarizzante’, il che di fatto significa che non piace al governo italiano e ad alcune potenti lobby economiche (tra cui Ferrero, Lactalis, Coca-Cola, Mars, Mondelēz e COPA COGECA).
© Riproduzione riservata Foto: France Assos Santé, Il Fatto Alimentare, Depositphotos
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Il problema per il nostro paese è stato che il progetto scalfiva l’immagine di alcune nostre eccellenze…e chi si permette di andare contro le eccellenze prima poi viene punito duramente.