In questi giorni, la pubblicità del nuovo panettone Motta firmato dallo chef Bruno Barbieri è ovunque. Un lettore, però, ci scrive con alcuni dubbi sulle indicazioni presenti sull’etichetta del dolce natalizio. Di seguito la lettera arrivata in redazione, la risposta di Bauli (gruppo di cui fa parte Motta) e il parere di Roberto Pinton, esperto di produzioni alimentari.
La lettera sul panettone Motta
Buongiorno, scrivo per segnale un errore grave nella confezione di panettone Motta firmato da Bruno Barbieri. Su più parti del prodotto è vantata la presenza tra gli altri di “vaniglia bourbon del Madagascar”. Cerco quindi nella dichiarazione ingredienti quanto c’è di questo ingrediente nobile e la sorpresa è che oltre a non esserci il quid, non viene proprio citata. Inoltre un grosso marchio come Motta non dovrebbe sbagliare l’indicazione kg usando la lettera maiuscola Kg. Come è spiegabile l’assenza della percentuale della vaniglia?
Saluti, Pasquale
La risposta di Bauli
La dichiarazione riportata fa parte di una prassi consueta per le frasi di marketing che riportano un’origine geografica specifica. Tale valutazione non implica un obbligo di indicazione in etichetta né la specifica del ‘quid’, ma assicura che l’origine geografica dichiarata sia effettivamente garantita, attraverso l’adozione di specifiche tecniche e capitolati di fornitura adeguati.
Per quanto riguarda gli ingredienti come gli aromi, la normativa esclude l’obbligo di indicare la percentuale quando questi sono presenti in dosi minime e hanno la funzione di aromatizzare il prodotto.
In merito alla dicitura ‘Kg’, si tratta di un errore di stampa che verrà corretto alla prima ristampa utile. Riteniamo tuttavia che tale incongruenza non comprometta la comprensibilità e la chiarezza delle informazioni fornite al consumatore. Ringraziamo il consumatore per l’attenzione e per gli spunti di miglioramento che abbiamo preso in considerazione
Il parere di Roberto Pinton
Oltre ad ‘aromi’ (sostanze chimiche definite con proprietà aromatizzanti) il prodotto contiene ‘aromi naturali’, il cui componente aromatizzante è ottenuto da alimenti o da materiale di origine vegetale, animale o microbiologica. In base al regolamento UE n.1169/2011 non è necessario dettagliare in elenco ingredienti i diversi aromi (naturali o meno che siano): un operatore che utilizzi più aromi (o più aromi naturali) può comprenderli tutti sotto l’unica voce ‘aromi’ (o ‘aromi naturali’).
A differenza che per gli altri ingredienti caratterizzanti (quelli figuranti in denominazione o su cui si sia richiamata l’attenzione dei consumatori con testo e/o immagini, o quelli generalmente associati dal consumatore alla denominazione), per i quali è necessario evidenziare il ‘quid’ in elenco ingredienti, per quelli utilizzati in deboli dosi a fini di aromatizzazione è prevista una specifica esenzione (reg. UE 1169/2011, allegato VIII, punto 1). Tutto sommato l’esenzione non è insensata: in una passata di pomodoro al basilico, quel che conta è informare il consumatore che il prodotto sa di basilico, mentre è ininfluente il dettaglio che il basilico rappresenti lo 0,2% o lo 0,3% del totale degli ingredienti.
Nel panettone si potrebbe discutere se burro e uova (per i quali il decreto 22 luglio 2005 del ministero delle Attività Produttive fissa le quantità minime del 16% per il burro e del 4% di tuorlo) costituiscono ingrediente caratterizzante e, pertanto, se ne dovrebbe segnalare il quid (come peraltro l’operatore fa per uvetta e canditi, che rappresentano il 21,2% degli ingredienti, contro il minimo del 20% richiesto dal decreto), ma direi che per quanto riguarda la mancata esplicita menzione in elenco ingredienti e l’omissione del quid dell’aroma di vaniglia l’etichetta sia da ritenersi conforme, fermo restando, ovviamente, l’obbligo per l’operatore di dimostrare a richiesta degli organi di vigilanza l’uso effettivo di vaniglia Bourbon del Madagascar.
© Riproduzione riservata Foto: inviate dal lettore, Motta
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Sarà… poi tutti dicono che non è certo una squisitezza questo panettone…
Classifica di Altroconsumo e di assaggiatori professionisti.
insomma, hanno fatto fare il panettone Barbieri quando il panettone lo ha inventato ANGELO MOTTA. QUAALE MIGLIORE TESTIMONE!!!!!!.
C’è tutta una linea firmata da Barbieri.
Uno chef in crisi dopo un buon inizio di carriera, ha chiuso uno dopo l’altro i suoi ristoranti poi si e’ dato alla televisione e si e arricchito. Basta leggere la storia dei suoi ristoranti a partire da Londra….
Il panettone di Barbieri che si crede un grande chef stellato ti sembra pane dolce. Potrebbe fare un giro in Romania a provare il panettone più buono del mondo
In famiglia il panettone Motta è una tradizione e sinceramente questo di Barbieri, costo elevatissimo, è solo la brutta copia di quello tradizionale non più in commercio ed accessibile alla maggior parte. Avreste potuto farli tutti e due…che delusione!!!
Anche perché il costo di questo panettone blu è di gran lunga superiore al panettone motta NON di Bruno Barbieri, quindi la vaniglia potrebbe esserci in quantità non limitatissime
Diciamo che è un riposizionamento del prodotto non proprio riuscito e con un prezzo non giustificato dalla qualità del prodotto stante ai test di Altroconsuno e altri
In alcuni panettoni c’è dell’alcol dentro io almeno lo sento. Ma nel elenco dei ingredienti non c’è. Non so cosa pensare.
Sì è vero, in alcuni panettoni appena li apri senti un forte odore di alcol
Ma se c’è perchè non viene elencato negli ingredienti? Ci possono essere persone intelleranti che possono anche rischiare la vita. Si tratta di irresponsabilità. Grazie di avermi risposto.
l’alcol (in una piccola ed impercettibile dose alla maggioranza dei consumatori) solitamente spuzzato prima di chiudere la confezione, viene usato con azione conservante (come prassi in tanti prodotti panificati). Non viene dichiarato perché la quantità non raggiunge la dose minima (10 ppm) per essere indicato come allergene (solfiti) come previsto dalla legge.
nei biscotti Krumiri con gocce di cioccolato, della stessa linea firmata Barbieri, si sente odore e sapore di cannella, non presente nella lista ingredienti. Può piacere o meno ma esistono anche rari casi di persone allergiche…
Nei biscotti Krumiri si usa anche olio di palma un ingrediente importante che però ha poco da spartìre con la ricetta tradizionale
Prima di tutto se le persone non stessero dietro a tutte le modine e furbizie di marketing… Per quanto mi riguarda ogni prodotto di questo genere lo lascio senza rimpianti sugli scaffali. Tanto più che il soggetto non mi sta simpatico…
Nel merito, abbiamo letto che è tutto a norma. Si, ma come consumatore se proprio volessi pagare quell’importo in più (quanto costa? Non ne ho idea) dovuto a quella particolare vaniglia, vorrei sapere “quanta” ce n’è.. Mi aspetterei che la ditta stessa lo indicasse. Se non lo mette, immagino sia “tracce”… Diciamo che il messaggio è chiarissimo: tanta pubblicità, no quantità, uguale ce n’è poco poco poco…
Assomiglia ai prodotti valorizzati e prezzati dal tartufo: basta ce ne sia un po’ di profumo… e la magia è fatta. Poi si va a vedere la scritta e ce n’è 0,1…
Anch’io l’ho provato e ha deluso me e le persone a cui l’ho regalato pensando di fare cosa gradita. Da tener conto anche che in questo panettone, oltre all’aroma, naturale perchè a base di vaniglia, ci sono anche altri aromi sintetici di cui non si specifica quanti e quali sono (purtroppo la legge lascia facolta ai produttori di specificare o meno informazioni di questo tipo). Nel panettone ci sono anche gli emulsionanti (mono e digliceridi degli acidi grassi) onnipresenti nei panettoni industrial. Da un panettone che costa circa 15 euro mi sarei aspettato qualcosa di più. Per la verità ho provato anche il panettone spagnolo del pasticciere messicano che è stato eletto quest’anno il migliore panettone del mondo. Ho pagato qui a Barcelona sui 40 euro: ingredienti ottimi, il sapore buono, ma ,a mio avviso, gli mancava qualcosa per dare l’autentico sapore del panettone. Mi chiedo se esiste ancora l’autentico “panetun de Milan” e quanto potrà costare.
Io da quest’anno ho decido di comprare solo roba senza additivi e quindi mi sono trovato un panettone da 30 euro al chilo di nota pasticceria della grande distribuzione. Prodotto ottimo e senza monodigliceridi degli acidi grassi. Francamente stare a discutere di percentuali minime di aromi mi fa sorridere. Si tratta di un panettone industriale che solo perché riporta il nome di un personaggio noto vorrebbe differenziarsi.
buonasera, innanzitutto pensavo che Motta fosse un marchio di una multinazionale d’oltralpe (ho bandito personalmente anche la pronuncia di tale marchio) e comunque sono d’accordo sulla disquisizione/precisazione numerica del collega lettore perchè troppe volte i produttori si trincerano su controlli o permessi legislativi forse un pò troppo “larghi” o non richiesti.
cordiali saluti.