Il sistema di monitoraggio della listeriosi in Europa va migliorato, perché sono ancora troppi i focolai di infezione segnalati in ritardo, e questo comporta gravi conseguenze, compresa la (evitabile) perdita di vite umane. Il metodo c’è già, ed è basato sull’identificazione genetica dei ceppi che, secondo alcune simulazioni, potrebbe anticipare la segnalazione di circa cinque mesi ed evitare anche il passaggio del batterio da un Paese ad altri (avvenuto, per esempio, nel recente caso delle verdure Greenyard, vendute in 107 Paesi in tutto il mondo), con enormi vantaggi per la salute pubblica.
Sono molto chiare le principali conclusioni del rapporto pubblicato su Eurosurveillance dallo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) relativo al 2015, anno durante il quale i casi di infezione da Listeria monocytogenes, nei 27 paesi aderenti al network europeo, sono stati 2.726, con una mortalità del 18,8%.
Come si legge nei risultati, infatti, circa la metà dei casi erano isolati, ma la restante metà apparteneva a un cluster, cioè a un focolaio che, in un caso su tre, ha interessato più di un Paese, e a volte è rimasto attivo per diversi anni. Eppure, nello stesso periodo, nel 2015 sono stati segnalati solo cinque cluster a livello continentale e nel 2016 solo due: è quindi evidente che molti cluster sono sfuggiti al sistema di controllo.
Osservando la tendenza rispetto agli anni scorsi, inoltre, si vede al momento non sembra esserci un aumento di infezioni (nel 2016 ci sono stati 2.536 casi con 247 decessi).
Quanto all’incidenza, oggi in Europa è attestata su un tasso di 0,5 casi ogni 100.000 abitanti, ma analizzando nel dettaglio i dati dei diversi Paesi emergono differenze anche molto significative. In questo quadro l’Italia non è, tra i paesi più grandi, in una posizione negativa: il suo tasso di incidenza è rimasto 0,2 tra il 2011 e il 2014, salendo poi a 0,3 nel 2015, con un numero di infezioni che ha oscillato tra i circa 120 e i circa 150. Per confronto, nello stesso periodo la Francia è passata da 0,4 a 0,6 (arrivando a superare i 400 casi), la Germania è passata da 0,4 a 0,7 (con punte di oltre 600 casi), la Gran Bretagna è rimasta stabilmente attorno allo 0,3, mentre la Spagna è arrivata addirittura a un tasso doppio di quello continentale (1 su 100.000).
È comunque importante per tutti prendere misure preventive più efficaci, perché la Listeria colpisce (e può uccidere) soprattutto tra le fasce di popolazione più vulnerabili come i bambini, gli anziani e gli immunodepressi: nel 2015, tra i piccoli con meno di un anno così come tra gli over 64 anni i tassi di incidenza sono stati 1,6 su 100.000, cioè circa tripli rispetto alla media generale.
L’infezione, è bene ricordarlo, è particolarmente insidiosa, perché il batterio resiste anche in frigorifero, come conferma il rinvenimento piuttosto frequente in formaggi, surgelati e altri cibi della catena del freddo, e come è successo per i meloni contaminati che negli Stati Uniti nel 2011, che hanno fatto una trentina di vittime, e ha un’incubazione molto variabile, che può arrivare a più di due mesi, rendendo assai complicato risalire alla fonte primaria. Per questo, secondo lo ECDC, che ha pubblicato anche un rapporto solo epidemiologico sul tema e che cura analoghi rapporti su tutte le tossinfezioni alimentari, l’ultimo dei quali aggiornato al 2016 l’analisi genetica del ceppo potrebbe consentire di accelerare molto la tracciatura dell’infezione scoperta, e contenerne la diffusione, e sarebbe quindi da implementare presso tutti i centri nazionali di controllo.
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Giornalista scientifica
Buona parte del problema va fatto risalire alla lentezza degli attuali sistemi di controllo. Individuare la presenza di Listeria Monocytogenes richiede 5 gg. (2-3 gg. con sistemi cosiddetti rapidi, ma soggetti a numerosi errori e meno in uso perche’ molto costosi). Troppo tempo per prodotti con una breve shelf-life… percio’ i prodotti freschi vengono immessi sul mercato senza essere testati.
Pericoloso, ma conseguenza di limiti tecnologici che portano ad un triste dilemma: “o fresco, o sicuro”.
Notare comunque che Yarok, una startup israeliana, ha sviluppato una nuova tecnologia in grado di rilevare in modo molto accurato la Listeria (o la E.coli, la Salmonella, etc.) in meno di un’ora, con un definitivo responso di assenza nel prodotto (quanto richiede la normativa) nel giro di 4.5 – 8 ore, a seconda del batterio.
Sono già in funzione dei “Beta sites” dove la tecnologia, validata, e’ in uso.
Si apre quindi a breve finalmente la possibilita’ effettiva di testare i prodotti freschi prima della vendita (non ci sono piu’ scuse…).
Per quanto riguarda la rilevazione di L.monocytogenes i tempi possono essere anche lunghi, ma nella pratica si fa la ricerca della Listeria species che non identifica quello patogeno ma genericamente la specie, abbassando abbastanza i tempi.
Per chi deve validare un lotto di alimento è sufficiente la presenza generica per tenere il lotto in sospeso, magari in attesa di ulteriori specifiche, dando via libera ai lotti che non presentanpo nessuna specie di listeria.
Ci sono tecniche PCR che permettono di identificare la listeria in base al DNA, ma il DNA viene rilevato anche se il batterio è morto a seguiro di una pastorizzazione, per cui l’ho scartato.
Lo stesso per altre tecniche, occorre distinguere i batteri vivi che quindi possono infettare da quelli morti, credo che la tecnica della coltura non posso essere superata facilmente.
Poi occorre distinguere tar alimenti che favoriscono o meno la crescita della Listeria, sui primi il limte ammesso è inf. a 100 ufc/g per cui il conteggio diventa importante.
P.S. nonostante sia apiù elevato rischio e con la dicitura Crosta non edibile, in Francia è abitudine mangiarla.
quali sono i sintomi di tutte queste infezioni. grazie
Sintomi
La dose infettiva di Listeria è non è certa: il rischio di sviluppare la malattia si ha anche con bassi livelli di carica batterica, anche se la maggior parte dei soggetti adulti in buona salute non presenta alcun sintomo dopo il consumo di alimenti contaminati o può presentare sintomi gastroenterici quando la contaminazione è molto elevata.
La listeriosi può assumere diverse forme cliniche, dalla gastroenterite acuta febbrile più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione (ed è autolimitante nei soggetti sani), a quella invasiva o sistemica.
Le donne in gravidanza di solito manifestano una sindrome simil-influenzale con febbre e altri sintomi non specifici, come la fatica e dolori. Tuttavia, le infezioni contratte in gravidanza possono comportare serie conseguenze sul feto (morte fetale, aborto, parto prematuro, o listeriosi congenita). In adulti immuno-compromesse e anziani, la listeriosi può causare meningiti, encefaliti, gravi setticemie. Queste manifestazioni cliniche sono trattabili con antibiotici, ma la prognosi nei casi più gravi è spesso infausta. L’incubazione media è di 3 settimane (ma può prolungarsi fino a 70 giorni).
fonte http://www.epicentro.iss.it/problemi/listeria/listeria.asp