Qualche giorno fa abbiamo ricevuto la mail da una lettrice che ci segnalava un fatto molto strano che le è capitato aprendo un barattolo di funghi. La storia ci è sembrata interessante per questo vi proponiamo la lettera (e le immagini) e la risposta dell’azienda produttrice.
Ho acquistato dei funghi sottolio presso un supermercato discount. Aprendoli ho trovato delle scritte cinesi stampate sui funghi. Ho avuto uno scambio di mail con la Neri alimentari (l’azienda che produce i vasetti per la catena di discount). Ho più volte chiesto al produttore di fornirmi l’elenco completo delle marche e dei supermercati per i quali producono, perché non vorrei più comprare altri prodotti della loro azienda provenienti dalla Cina o da chissà dove. Mi hanno risposto che non possono darmi quest’informazione. Ho anche chiesto se l’inchiostro sui funghi fosse di natura alimentare, se si trattasse di qualcosa di pericoloso. Oltre a far finta di non capire la richiesta, il produttore non mi ha fornito nessuna risposta aggirando le domande più volte. Si tratta di un caso isolato o tutto il lotto è interessato da questo problema? L’azienda dopo la mia segnalazione ha richiamato il lotto?
Antonella
Ecco la risposta del produttore Neri Industria Alimentare.
* La consumatrice ci ha avvertito del presunto ritrovamento. Sebbene la segnalazione riguardasse un vasetto già aperto, immediatamente ci siamo attivati con il nostro subfornitore di funghi, che ci ha immediatamente rassicurato fornendo tutti gli elementi richiesti.
* Precisiamo che Neri Industria Alimentare acquista tutte le proprie materie prime esclusivamente da fornitori qualificati e certificati secondo lo standard GSF1.
* In accordo con l’insegna che commercializza il prodotto abbiamo ritirato cautelativamente dalla vendita tutti i vasetti del lotto segnalato ancora presenti presso la rete distributiva e iniziato un iter di analisi supplementari di cui abbiamo già tutti i risultati: il prodotto è conforme per tutti gli aspetti (ispettivi-sensoriali, chimico-fisici e microbiologici).
* A seguito di un esposto fatto direttamente dalla consumatrice agli organi competenti, è stato svolto anche da parte dell’Autorità Pubblica un sopralluogo in un negozio con prelievo di prodotto del medesimo lotto. Sottoposto ad apertura ufficiale, avvenuta in presenza di un nostro perito incaricato, non sono state riscontrate anomalie, dunque il prodotto è risultato conforme dal primo punto di vista micologico.
* L’Autorità pubblica è in procinto di emettere un rapporto ufficiale completo di tutte le analisi svolte a conclusione dell’approfondimento. Dall’anticipazione dell’esito si conferma la piena conformità dei vasetti, ma per tempi tecnici occorre ancora attendere alcuni giorni.
Stefano Baronti, Neri Corporate.
Resta quindi sconosciuta l’origine degli ideogrammi che la consumatrice dice di aver trovato sui funghi sottolio. Dalle immagini non si riesce neppure a capire se i caratteri sono stampati direttamente sul fungo o se si tratta di un pezzo di carta, per esempio di un quotidiano, forse usato nella fase di raccolta. C’è da dire che, anche se in pochi lo sanno, si tratta di funghi importati dalla Cina e lavorati in Italia. La stessa Neri ci ha confermato di importare in particolare 4 specie di miceti dal Paese asiatico.
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Perche ci sono quadrattini pixellati sulla parte verde del vaso nella foto? E’ stata ritoccata? Se e’ stata toccata per nascondere la marca, Il Fatto Alimentare ha ricevuto la foto integra?
Piu’ info, perfavore!!
L’esito delle analisi fatte dalle Autorità sanitarie non hanno portato a nessun risultato negativo per cui abbiamo voluto segnalare l’episodio e la risposta dell’azienda.
La foto è stata “pixellata” per nascondere il marchio del distributore…
Se non volete i funghi cinesi avete solo che da andare al mercato e comprare dei porcini freschi, o dei gallinacci, ecc. accertandosi anche lì che non vengano dalla Romania ma dall’Italia (non tanto per il luogo, la Romania ha un sacco di boschi incontaminati e sicuramente ottimi funghi, ma perchè viaggiando da là a qui perdono in freschezza).
e come ci si può accertare che provengano dall’Italia?
Più che alla ditta produttrice secondo me il controllo dovrebbe essere fatto ai fornitori. Le certificazioni sono belle e quasi sempre sono sinonimo di qualità ma credo che se uno volesse fare il furbetto lo potrebbe fare senza troppe difficoltà.
Magari i funghi in questione sono stati appoggiati in fase di raccolta su di un giornale cinese, trasferendo quindi l’inchiostro (ipotesi forse non troppo campata in aria). Al che verrebbe da chiedersi da che luogo provenivano quei funghi..
D’accordo, la mera presenza della scritta è preoccupante, indipendentemente dalla lingua. Ma sul fatto che l’origine dei funghi sia cinese, cosa c’è di sensazionale? Se tutto è a posto dal punto di vista normativo e sanitario credo proprio un bel nulla. Se la signora li aggiunge al suo risotto con lo zafferano, ebbene anche il primo può essere cinese mentre il secondo è quasi sicuramente iraniano. Tutto asiatico quindi, e buon appetito, senza alcuna ironia.
Personalmente trovo la risposta dell’azienda ridicola.
Ma cosa pretendiamo? Vogliamo mangiare tutto l’anno cibi di qualsisa stagione e basso costo e quindi? Evviva i discount dove la gente si azzuffa per comprare cibo di pessima qualità sottocosto, non sapendo che fa male a sè stessa e a tutta la filiera produttiva italiana, locale, regionale, ai produttori seri e di qualità.
Perché la qualità si paga!!
Ricordiamoci che dietro un cibo a basso costo ci ha rimesso sempre qualcuno o qualcosa, sia personale mal pagato, terreno sfruttato ed inquinato, animale maltrattato.
I funghi si acquistano italiani freschi e locali quando ci sono (per poi anche metterli sott’olio) o, se si può, si vanno a raccogliere personalmente.
La conservazione sott’olio di qualunque alimento è finalizzata a mangiare un determinato alimento tutto l’anno. Quindi l’argomentazione non è fondata.
Inoltre, ben venga pa globalizzazione, solo in tal senso, perché ci permette di assaggiare cibi nuovi e di non morire di fame, dato che la produzione nazionale non basterebbe a sfamare tutto il Paese. Poi, ci sarebbero mille parole da spendere sull’argomento..
Mi trovi completamente d’accordo Sofia, ancora con questa favola che nei discount ci sono gli stessi prodotti in vendita delle grande marche.
I funghi selvatici (porcini, galletti ecc.) utilizzati per le conserve sono tutti di origine EXTRA COMUNITARIA in particolare CINA ecc. . Arrivano in Italia in fusti in salamoia poi vengono puliti e lavorati dalle industrie conserviere.
Pertanto se volete mangiare funghi italiani due sono le possibilità a raccoglierli nei nostri boschi o acquistarli ma anche li c’è da fare attenzione non vi è obbligo di indicare l’origine come i prodotti ortofrutticoli (talloncino micologico è indicato la specie non l origine) e quindi l’unica soluzione è acquistare i PORCINI IGP di Borgotaro unico prodotto che garantisce la tracciabilità essendo un prodotto IGP.
Micologo Dott Giovanni Rossi
Dr. La Pira mi permetto di far osservare che l’Azienda rende noto che “..il prodotto è risultato conforme dal primo punto di vista micologico..”. Tradotto per i profani significa che genere e specie dei funghi trovati nel vasetto erano conformi a quanto dichiarato in etichetta, non che non presentassero anomalie tali da mettere in discussione la commestibilità e/o la commercializzazione. Attenderei prudentemente il rapporto ufficiale per comprendere cosa sia stato trovato, e soprattutto cosa è stato cercato.
Santo Coppolino, Micologo
Sig. Coppolino, grazie per la sua precisazione, molto interessante.
Qualche mese fa anche io ho trovato un foglietto scritto in cinese nei funghetti, ma non ho intrapreso nessuna rimostranza nei confronti dell’azienda perchè sono certa che non avrebbe portato a nulla.
Magari qualcuno che capisca il cinese e dia un’occhiata agli ideogrammi?
L’azienda risponde “Sebbene la segnalazione riguardasse un vasetto già aperto”, pensa forse che dovremmo guardare il prodotto con la lente di ingrandimento per verificare similari scritte all’interno? Pur comprendendo che anche la farina ed altre materie prime arrivano dalla Cina, trovo non soddisfacente la risposta. Segnalo però un dubbio: non dovrebbe risponderne direttamente il discount se il prodotto è a suo nome?
Ne rispondono sia distributore che produttore
Mi fanno morire quando scrivono “Sebbene la segnalazione riguardasse un vasetto già aperto….”, ma se non lo avesse aperto, la consumatrice non avrebbe potuto riscontrare la non conformità.
Quindi o si apre direttamente alla cassa del supermercato (il dubbio è prima o dopo aver pagato) oppure dovremmo ogni volta cercare con varie peripezzie di girare e rifirare il contenuto dei nostri acquisti…… e per i prodotti che sono confezionati in packaging non trasparente cpme si fa?????
parecchi mesi fa è stato proiettato a FALO’ (un programma della RSI ) un servizio che illustrava come l’80% dei funghi distribuiti in Europa provenisse dalla Cina , molto spesso lavorato e confezionato in pessime condizioni igieniche ( tutto documentato dal filmato ) .
È vero, arrivano così tanti funghi dalla Cina e la gente non lo sa e qualche incidente può accadere. Da qui a criminalizzare l’intera produzione però……. Abbiamo visto anche nel programma le Iene descrizioni terribili sul concentrato di pomodoro cinese che però non corrispondono al vero.