Persona misura pannicolo adiposo sulla schiena di un bambino sovrappeso; concept: obesità infantile

Il Italia, quasi un terzo dei bambini e delle bambine tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso o in condizione di obesità. Lo rivelano gli ultimi dati, riferiti al 2023 di OKkio alla Salute, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute (CNaPPS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Secondo il monitoraggio, infatti, sono in sovrappeso il 19% dei bambini e delle bambine, mentre il 9,8% è in condizione di obesità. Per commentare gli ultimi dati del programma, abbiamo intervistato Paola Nardone, ricercatrice dell’ISS, epidemiologa e responsabile scientifica di OKkio alla Salute.

“Con la raccolta dati 2023, – spiega Nardone – si confermano i dati del monitoraggio del 2019.” Il sovrappeso, infatti, mostra un andamento in diminuzione statisticamente significativo. L’andamento dell’obesità infantile, invece, dopo una prima fase di calo, è in fase di plateau da qualche anno. Il monitoraggio, come nelle edizioni passate, ha coinvolto oltre 50mila bambine e bambini di tutte le Regioni e Province Autonome.

Italia quarta in Europa per sovrappeso e obesità

“Le bambine e i bambini italiani – continua Nardone – sono al quarto posto nella regione europea dell’OMS per eccesso ponderale. Ce lo rivela il confronto con i dati degli altri 50 Paesi che fanno parte dell’iniziativa della Regione Europea dell’OMS Childhood Obesity Surveillance Initiative (COSI). I primi tre sono Cipro, Grecia e Spagna, mentre Croazia, San Marino e Malta seguono l’Italia: il dato può stupire perché sono tutti Paesi della Dieta Mediterranea.”

Ai tempi della precedente rilevazione, nel 2019, i Paesi dell’area mediterranea avevano già mostrato tassi di sovrappeso e obesità infantile superiori a quelli delle altre aree della regione europea. La non totale aderenza a un modello di alimentazione di tipo mediterraneo non è l’unica ipotesi che può spiegare questa tendenza. “L’eccesso ponderale non è legato solo alla dieta, –spiega Nardone – ma più in generale allo stile di vita nel suo insieme. Nei Paesi del Nord Europa, per esempio, le bambine e i bambini si muovono di più sia per ragioni culturali, che per la presenza di più infrastrutture e anche per un clima più fresco”.

Primo piano della pancia di un bambino in sovrappeso a torso nudo, con metro a nastro avvolto intorno alla vita
Le bambine e i bambini italiani sono al quarto posto per sovrappeso e obesità tra i Paesi della Regione Europea dell’OMS

Il ruolo delle abitudini alimentari e del movimento

Certo è che anche le abitudini alimentari contribuiscono all’eccesso ponderale. Per esempio, il 20% circa dei minori non fa una colazione adeguata al mattino, più della metà mangia una merenda abbondante a metà mattina. Circa un quarto dei bambini e delle bambine beve tutti i giorni bevande gassate, ma consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno. Inoltre, ben il 37% mangia legumi meno di una volta alla settimana e più della metà consuma snack dolci per più di tre giorni alla settimana.

Cosa dovrebbe fare quindi l’Italia per migliorare questi numeri? “Bisogna intervenire a tutto tondo, – spiega Nardone – promuovendo una dieta sana e il movimento, favorendo ad esempio gli spostamenti con mezzi alternativi alle auto e aumentando la diffusione delle piste ciclabili e dei percorsi pedonali.” Secondo il monitoraggio, infatti, solo un quinto dei minori che hanno partecipato allo studio aveva fatto attività fisica il giorno precedente all’intervista e più del 70% non va a scuola a piedi o in bicicletta.

Contro l’obesità serve un approccio a tutto tondo

In questo approccio “a tutto tondo”, come lo ha definito l’esperta, anche regolamentazioni più stringenti della pubblicità di cibi e bevande poco sani rivolta ai bambini e vietare la presenza di personaggi di cartoni animati, film e celebrità sulle confezioni potrebbero avere una certa utilità. Si tratta di misure raccomandate dall’OMS e già adottate da diversi Paesi che hanno un piano nazionale contro l’obesità: in Cile, per esempio, un provvedimento di questo tipo ha ridotto del 73% gli spot di cibo spazzatura rivolti ai più piccoli.

Bambino in bicicletta con zaino in spalla
È necessario favorire gli spostamenti con mezzi alternativi alle auto e aumentando la diffusione delle piste ciclabili e dei percorsi pedonali

E in Italia, cosa stiamo facendo? “Nel nostro Paese sono in corso iniziative a livello regionale e locale, – afferma Nardone – dove principalmente i Servizi di igiene alimentare e nutrizione (SIAN) e i dipartimenti di Prevenzione delle ASL tengono sotto controllo specifiche situazioni locali e lavorano sul territorio con iniziative di promozione della salute. Spesso a mancare sono un coordinamento centrale e una standardizzazione delle iniziative intraprese. Per fare questo, tuttavia, sarà necessario continuare a raccogliere dati, come stiamo facendo da molti anni, per capire quali sono le misure più efficaci.”

Il sovrappeso e l’obesità sono condizioni che richiedono un’attenzione costante: sono fenomeni che mutano lentamente e c’è bisogno di tempo per vedere dei reali cambiamenti. “Le buone abitudini si trasmettono principalmente in famiglia e i bambini imparano osservando, e anche più velocemente degli adulti: per questo è  fondamentale – conclude l’esperta – coinvolgere tutta la famiglia, compresi i bambini e le bambine nelle iniziative di promozione di sani stili di vita.”

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, AdobeStock

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Sandro
Sandro
25 Maggio 2024 11:44

Una qualche forma di impatto in positivo, potrebbe avere il disegno di legge presentato a camera e senato con il divieto ai minori di accedere ai social network, tante campagne di marketing dirette alle fasce di età a rischio, verrebbero meno. Indubbio serva una rigorosa regolamentazione della pubblicità su tutti i media ed una educazione alimentare scolastica e famigliare

Giovanni
Giovanni
11 Giugno 2024 18:54

È indispensabile che questo argomento venga affrontato nella scuola dell’obbligo. I ragazzi riportano a casa quello che hanno imparato a scuola come è successo per la raccolta differenziata dei rifiuti. E così chiederanno ai genitori di preparare dei pasti più appropriati e rifiuteranno di mangiare il classico pacchetto di patatine fritte che viene loro “allungato” per farli stare buoni…..
Grazie

Antonio Sannia
Antonio Sannia
12 Giugno 2024 15:16

Questo studio ci dice, tra le righe, che la dieta mediterranea andrebbe un po’ rivista. Secondo me il consumo esagerato di carboidrati, abbinati a una totale assenza di attività fisica, porta i nostri giovanissimi concittadini ad avere problemi di sovrappeso e obesità. Lo dimostra il fatto che i pari età nati negli anni ’60, pur avendo un’offerta sportiva praticamente inesistente, non soffrivano di simili patologie, se non i rari casi. Oggi le possibilità di praticare sport sono infinite ma i problemi sono proporzionalmente aumentati.

Valeria Nardi
Reply to  Antonio Sannia
12 Giugno 2024 15:40

Gentilissimo, la dieta mediterranea in linea teorica va benissimo, il problema è che quasi nessuno, o solo una piccolissima percentuale di persone, in Italia la segue. C’è un eccessivo consumo di alimenti ultra processati, ricchi di zuccheri, sale e grassi, mentre scarseggiano frutta e verdura in tavola. Certamente poi anche le attività sportive possono essere incrementate. Che nei bambini non vuol dire necessariamente iscriversi al corso di calcio 2 volte a settimana, quanto piuttosto favorire il gioco all’aperto e le attività motorie (proprio come facevano negli anni ’60…). A livello istituzionale andrebbero agevolati gli acquisti di alimenti sani e poco processati, sopratutto frutta e verdura, limitate le pubblicità di cibi spazzatura, incrementata l’educazione alimentare nelle scuole…

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