Mentre l’Italia sta adottando una sugar tax ridicola per quanto riguarda il contributo a favore delle casse dello stato e inutile sul piano nutrizionale perché non migliora la qualità della dieta, l’Unicef colloca i nostri bambini al quarto posto nella classifica europea in quanto a livello di obesità. Secondo gli ultimi dati di Okkio alla Salute, il sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia, i bambini e le bambine di 8-9 anni in sovrappeso sono il 19% e con obesità il 9,8%: poco meno del 30%.
La tassa di 5 centesimi al litro che le aziende produttrici di bibite zuccherate dovranno versare avrà un risultato impercettibile sui consumi dei ragazzi. Se lo scopo della sugar tax è penalizzare i consumi scorretti e orientare le abitudini alimentari, deve essere incisiva e far lievitare sensibilmente il prezzo del prodotto, almeno del 15-20%. Incrementi come quelli decisi dal governo servono solo a fare cassa. In Italia, il problema vero, per quanto riguarda le abitudini alimentari dei giovani, sono le scorrette modalità di consumo, che vedono un preciso riscontro nei dati diffusi dall’Unicef.
Bambini e adolescenti italiani tra i più sovrappeso d’Europa
Secondo il recente rapporto “La condizione dei bambini nell’Unione Europea”, l’incidenza dell’obesità e del sovrappeso è diventata una delle principali preoccupazioni all’interno dell’UE e a livello globale. I tassi stimati di bambini e giovani fino a 18 anni in sovrappeso/obesi nel 2019 variano dal 20-25% in Estonia, Lettonia e Lituania al 40% circa a Cipro, in Grecia e in Portogallo. L’Italia è al 4° posto nell’Unione Europea con una percentuale del 36% per le ragazze e del 43% per i ragazzi. Una dato più alto rispetto a quello dell’ISS, che però si riferisce solo ai bambini di 8-9 anni.
Il documento Unicef diffuso in occasione della Giornata mondiale dell’Obesità, ricorda come “un’alimentazione adeguata sia un diritto umano fondamentale per ogni bambino e un percorso verso un futuro più sano”. In realtà, l’ambiente obesogeno in cui vivono i bambini è una minaccia costante che influisce direttamente sullo stile alimentare. Per questo milioni di bambini italiani mangiano troppo cibo spazzatura e questo contribuisce all’incremento esagerato di peso con gli inevitabili problemi di salute a lungo termine.
Il vademecum dell’Unicef
L’Unicef ha lanciato anche un vademecum destinato ai genitori per educare i bambini ad una sana alimentazione. “Plasmare le abitudini alimentari di tuo figlio può essere divertente e salutare, non solo per lui, ma per tutta la famiglia” ricorda l’organizzazione delle Nazioni Unite.
- Promuovere abitudini positive: scegliere di portare in tavola cibi sani, fare da esempio consumando alimenti salutari e facendo attività fisiche divertenti, e coinvolgere i bambini nella spesa e nella preparazione dei pasti sono strategie per trasmettere abitudini positive.
- Creare una relazione sana con il cibo: per promuovere un approccio positivo all’alimentazione è opportuno evitare di usare il cibo come ricompensa o punizione, non proibire alimenti specifici ma limitare le porzioni e dare indicazioni chiare sulla frequenza di consumo, e spiegare perché alcuni cibi sono da preferire ad altri.
- Basta con “pulisci il tuo piatto”: questo comportamento può portare a un rifiuto per il cibo e creare un’associazione negativa con i pasti; se un bambino non mangiare frutta e verdure, si può provare ad associarle in piccole quantità a qualcosa che ama mangiare, oppure prepararle in modo creativo per renderle più appetibili.
- Il controllo delle porzioni: porzioni eccessive possono portare al sovrappeso, per cui è importante insegnare ai bambini quanto cibo dovrebbero mangiare, utilizzando esempi visivi, come un pugno di pasta, riso o cereali, ecc.
- Inizia la giornata con una colazione salutare: iniziare la giornata con un pasto equilibrato, come yogurt e frutta fresca, può aiutare i bambini ad assumere nutrienti di cui hanno bisogno per crescere e rimanere anche sazi più a lungo.
- Divertirsi attraverso l’attività fisica: i bambini dovrebbero fare almeno un’ora di movimento al giorno, preferibilmente facendo attività familiari che permettano a tutti di muoversi (come una camminata dopo cena), e limitare le attività sedentarie davanti a uno schermo.
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