
Almeno per quanto riguarda il rischio oncologico associato a qualunque bevanda contenga alcol in qualsiasi quantità, definito come dimostrato dall’International Agency for Research on Cancer di Lione (AIRC) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità già nel 1988, non ci sarebbero differenze tra vino bianco e vino rosso. Nonostante si pensi spesso che quest’ultimo possa esercitare un effetto protettivo, soprattutto grazie all’antiossidante resveratrolo, i numeri non lo confermano affatto. Crolla così uno dei tanti miti associati al vino.
La metanalisi
L’impossibilità di stabilire un’azione protettiva del resveratrolo o comunque del vino rosso rispetto al rischio di sviluppare un tumore è emersa da una metanalisi appena pubblicata su Nutrients. In essa, i ricercatori della Brown University di Providence e del Brigham and Women’s Hospital di Boston hanno preso in esame 42 ricerche condotte negli ultimi anni su un totale di circa 96.000 persone; in venti casi si trattava di indagini di coorte, cioè su una popolazione specifica analizzata per certe caratteristiche, e in 22 di studi caso-controllo, nei quali, cioè, per ogni persona studiata c’era anche una persona appunto di controllo, per un confronto più specifico.
Vino bianco o vino rosso?
In generale, osservando le persone che consumavano le quantità maggiori, e raffrontando il loro rischio con quello di chi beveva le quantità più basse, non sono emerse differenze nel rischio di avere un qualunque tipo di tumore, così come non se ne sono viste tra vino bianco e vino rosso.
L’unica differenza tra i due tipi di vino si è vista per il bianco, associato a un incremento del rischio del 26%, per tutti i tipi di tumore, ma solo tra le donne. E, secondo gli autori, i motivi di questa vulnerabilità tutta al femminile sono tutt’altro che chiari.

Andando poi a cercare eventuali dati specifici su singole tipologie di tumori, si è vista un’ulteriore anomalia statistica, sempre a carico delle donne: quella relativa ai tumori della pelle, che risulterebbero aumentati del 22%. In questo caso, una delle spiegazioni potrebbe essere che chi beve regolarmente quantità discrete o elevate di vino bianco forse ha uno stile di vita meno attento alla prevenzione. E, così come tende a esagerare con l’alcol, potrebbe essere meno attenta alla protezione nei confronti dei danni del sole, ed esporsi ai raggi con meno prudenza, oppure sottoporsi a lampade e lettini. Tuttavia, si tratta di una mera speculazione, e il vero motivo merita approfondimenti.
Donne e alcol
Anche se da questi dati non sembra emergere un effetto molto rilevante del vino sul rischio oncologico, visto che non ci sono differenze tra i quantitativi (ma manca il confronto con chi non beve neppure un goccio di vino), secondo gli autori, i numeri, a livello internazionale, sono inequivocabili. Nel 2020, in tutto il mondo l’alcol ha causato 740.000 casi di tumore, pari al 4,1% del totale delle nuove diagnosi. In altre parole, quelle persone non si sarebbero ammalate se non avessero bevuto. Resta da chiarire perché le donne siano più esposte, e da che cosa sia causato l’incremento specifico osservato per i tumori cutanei.
Tuttavia, almeno per quanto riguarda il resveratrolo, non sembrano restare molti argomenti a favore di una sua azione protettiva.
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Giornalista scientifica