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La fertilità maschile è in calo in tutto il mondo, per motivi noti solo in parte. Le cause considerate più probabili sono associate, direttamente o indirettamente, a ciò che si mangia. Vi rientrano infatti i pesticidi, i metalli pesanti e i interferenti endocrini, tutte categorie di composti chimici presenti in agricoltura, o usati nelle lavorazioni e negli imballaggi. A questi potrebbe aggiungersi ora un’altra causa simile, per i suoi rapporti con il cibo: la contaminazione da microplastiche. Uno studio appena uscito mostra che esse si accumulano anche nei testicoli, e non solo in quelli umani, mentre un’altra ricerca, uscita in contemporanea, aggrava le accuse a carico della più famosa (e famigerata) classe dei interferenti endocrini: quella delle sostanze perfluoroalchiliche o PFAS.

Le microplastiche nei testicoli

Le microplastiche, particelle delle più varie conformazioni ma dal diametro medio massimo di dieci micrometri (millesimi di millimetro), sono state trovate nel tessuto dei testicoli di alcuni uomini e di alcuni cani dai ricercatori dell’università del New Mexico, che in febbraio avevano già identificato gli stessi materiali in 62 campioni di placenta umana. In questo caso, gli autori hanno analizzato i due tipi di tessuto. Per gli uomini, si sono avvalsi di quelli ottenuti da 23 autopsie, che erano stati esplicitamente donati per scopi di ricerca, mentre per i cani hanno utilizzato quelli provenienti da 47 interventi di castrazione, forniti dai veterinari dopo che i proprietari avevano dato il consenso. Come riferito poi ancora su Toxicological Sciences, il risultato è stato preoccupante: nei cani c’erano 122,63 microgrammi di microplastiche per grammo di tessuti (µg/g), e negli esseri umani tre volte tanto: 328,44 µg/g.

I due polimeri più rappresentati erano il PE (polietilene), il PET (polietilene tereftalato) e il PVC (polivinilcloruro), tutti estremamente comuni.

Fertilità maschile e microplastiche

A quel punto, i ricercatori hanno utilizzato i cani per un’analisi della spermatogenesi, e hanno trovato una relazione diretta con il PVC e il PET. Più la concentrazione dei polimeri nei tessuti era alta, più la conta spermatica era bassa e il peso dei testicoli ridotto. Per gli uomini, trattandosi di tessuti autoptici, non è stato possibile approfondire, ma presto saranno condotte ulteriori ricerche su persone in vita, finalizzate innanzitutto a capire in che modo le microplastiche possano danneggiare la formazione di sperma.

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Anche gli uomini dovrebbero essere informati del fatto che il loro stile di vita, a cominciare da ciò che mangiano, ha influenza sulla prole

Il parallelo con i cani è comunque molto significativo, e non solo perché i cani hanno una spermatogenesi simile a quella dell’uomo (molto più simile rispetto a quella, per esempio, dei topi) e anch’essa da anni in forte declino, senza che se ne conoscano le cause. I cani condividono lo stile di vita dei proprietari, sono portati fuori in ambienti in cui le microplastiche sono ovunque e mangiano alimenti confezionati da involucri che contengono plastiche. La loro esposizione è quindi paragonabile a quella degli umani.

Gli PFAS: veleni da una generazione all’altra

Il secondo studio, condotto su modelli animali dai ricercatori della Wayne State University di Detroit, e pubblicato su Environment International , mette invece in evidenza, forse per la prima volta, l’effetto degli PFAS sui figli dei maschi che ne assorbono in quantità. Gli autori hanno infatti esposto gli animali, per 18 settimane, ad acqua senza aggiunte, oppure con una miscela di diversi PFAS tra i più comuni (PFOS, PFOA, PFNA, PFHxS, Genx, alla concentrazione di 20 µg/L), e poi hanno verificato che cosa era accaduto al DNA della prole concepita con femmine mai esposte a nessun tipo di PFAS. Il risultato è stato che sia i figli maschi che le figlie femmine mostravano evidenti alterazioni epigenetiche, cioè nell’espressione dei geni di alcuni tessuti, tra i quali soprattutto il fegato, i tessuti adiposi e il sangue (sia la parte bianca che quella rossa), con differenze legate al sesso.

Secondo i ricercatori, anche gli uomini dovrebbero essere informati del fatto che il loro stile di vita, a cominciare da ciò che mangiano, ha influenza sulla prole. Questo riscontro, infine, rafforza le iniziative a sostegno di un bando globale degli PFAS da tutto ciò che può entrare nella catena alimentare.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com

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Paoblog
Paoblog
28 Maggio 2024 14:01

Tutto quello che gettiamo in natura, torna al mittente.

Tu chiamalo Homo Sapiens….

Alberto Mantovani
Alberto Mantovani
15 Giugno 2024 10:21

Concordo pienamente con l’allerta. Ma vorrei venisse valorizzata la ricerca Europea (oramai nettamente migliore di quella USA in campo tossicologico) e soprattutto italiana:
alcuni sulle microplastiche (Montano et al., Raman Microspectroscopy evidence of microplastics in human semen. Sci Total Environ. 2023;) e sui PFAS (Pavan et al., n vitro binding analysis of legacy-linear and new generation-cyclic perfluoro-alkyl substances on sex hormone binding globulin and albumin, suggests low impact on serum hormone kinetics of testosterone, Toxicology 2023).

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