Nutella biscuits zolletta zucchero

Nutella biscuits zolletta zuccheroL’eccessiva quantità di zucchero presente nei Nutella Biscuits della Ferrero è già stata evidenziata nell’articolo dove proponiamo un confronto diretto con i Baiocchi Mulino Bianco (lo potete trovare qui). Per questo motivo abbiamo voluto   inserire una nuova scheda del biscotto nell’album di prodotti che si caratterizzano per la quantità esagerata di zucchero. Ogni biscotto pesa 13,8 grammi e contiene più o meno l’equivalente di una zolletta di zucchero, cioè 4,8 grammi. Si tratta di un bel record per Nutella Biscuits che, come riportato nella tabella nutrizionale sulla confezione, attribuisce alla presenza di zucchero il 35% del totale!

Certo non si tratta di biscotti pensati per la prima colazione, ma piuttosto per uno spuntino fuori pasto. Anche così, però, facendo due calcoli scopriamo che con un solo biscotto si assume circa il 10% dello zucchero che secondo l’Oms si dovrebbe consumare in un giorno (circa 50 grammi per adulti considerando una dieta da 2.000 kcal). Il problema è che gli affezionati consumatori di Nutella Biscuits difficilmente si limitano a mangiarne uno solo.

Nutri Score Coca-ColaL’etichetta a semaforo francese Nutri-Score attribuisce ai Nutella Biscuits il bollino rosso per l’eccessivo contenuto di zucchero, calorie e grassi saturi. L’elevata presenza di acidi grassi saturi è dovuta all’impiego di olio di palma presente sia nella pasta frolla sia nel ripieno di Nutella.

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Liberte'Egalite'Fraternite'
Liberte'Egalite'Fraternite'
21 Novembre 2019 17:53

Contro i giganti non si può fare niente.Solo i consumatori devono capire e informarsi su quello che comprano e mangiano, sopratutto per i bambini.

Federico
Federico
22 Novembre 2019 07:14

Posso sapere quanto zucchero c’è nella crostata alla marmellata della nonna?

Valentina Bordin
Valentina Bordin
Reply to  Federico
22 Novembre 2019 14:02

nelle crostate che faccio io in casa ve ne è circa il 15%, che posso alzare fino al 20% se voglio una frolla più croccante.
In ogni caso, gli ingredienti di una crostata fatta in casa hanno dei valori nutritivi più elevati rispetto a questi biscotti industriali, dovuti alla presenza della frutta (fibre, vitamine) e dell’elevata presenza di proteine delle uova e del burro, le quali sono totalmente assenti in questi biscotti dato che il palma non contiene nessun nutriente oltre al grasso.

andrea
andrea
Reply to  Federico
22 Novembre 2019 19:12

ottima domanda Federico. Il 20% della crostata della sig.ra Valentina è ovviamewnte molto di più dei biscotti Nutella.
Eppure si condannano i biscotti Nutella.
Chissà come mai.

barbara
barbara
Reply to  Federico
23 Novembre 2019 16:42

@Andrea:
da quando il 20% produce un numero superiore al 35%?
Le sarei grata se me lo spiegasse matematicamente

mario
mario
Reply to  Federico
23 Novembre 2019 16:42

“Egli suggerì anzi che la valutazione dei nuovi prodotti fosse condotta da una prospettiva di tipo sociale e che ci si chiedesse, cioè, se essi dovessero essere venduti” (Lavidge, 40 anni fa, esperto di marketing). Oggi questa politica la si chiama CSR o RSI dell’impresa, mi pare che la Ferrero per rimanere nel focus sia molto poco attenta (qualche incidente con i messaggi pubblicitari all’estero è già successo.
Certamente Ferrero ha investito molto, come si legge in giro, sul welfare aziendale evidentemente per avere un esercito di parte, che è andato in giro per l’Italia ben volentieri a far conoscere il nuovo prodotto. A me ricorda l’atteggiamento dei sindacati a Taranto per l’Ex Ilva. Salvaguardia del posto di lavoro a tutti i costi. Prima delle simpatie per un marchio, analisi oggettive e lasciate perdere la torta della nonna (quello è marketing di altro genere, già ampiamente utilizzato). Rimaniamo nel cuore della questione: alla Ferrero interessa molto la responsabilità dei dividendi e poi poi quella sociale!!! Il settore alimentare (dato 2018) il primo tra i vari settori ad investire in pubblicità, vuol dire pur qualcosa per convincere quelli che non hanno tempo di pensare a non pensare.

federico turilli
federico turilli
Reply to  Federico
25 Novembre 2019 12:51

Spiegazione: nella frolla c’è il 25% di zucchero (500 farina, 250 burro e 250 zucchero) . Facciamo “finta” di non considerare i carboidrati della farina. Nella marmellata gli zuccheri totali sono il 70% ( 50% zucchero e 20% quelli della frutta, sempre zucchero è) . Di solito su un kg di frolla ci vanno 400 gr di marmellata. Totale zuccheri della mia crostata 250+280= 530 gr su 1400…circa il 38%. Sempre senza considerare i carboidrati della farina.

francesca
francesca
Reply to  Federico
9 Dicembre 2019 13:36

nella marmellata le vitamine della frutta ci sono ancora? non sono sensibili al calore? (sia il calore della cottura della marmellata che quello di cottura della crostata)…

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
22 Novembre 2019 16:24

Le proteine nel burro ?? Le proteine le apportano cereali e uova. Il palma ha poi meno grassi saturi del burro. Certo meglio la crostata fatta in casa, ma forse sarebbe il caso di smetterla di fare l’italico trito tiro al piattello autolesionista contro una delle poche industrie italiane ancora forti e competitive nel mondo e quindi fonte di lavoro e benessere diretto e indiretto per tutti. Dopo ILVA, Indesit, Fiat, Whirpool, vogliamo far chiudere anche Ferrero e Barilla? Tutti col reddito di cittadinanza a fare torte della nonna nel (tanto) tempo libero?

Roberto La Pira
Reply to  fabrizio_caiofabricius
23 Novembre 2019 09:18

Come l’industria automobilistica si sta spostando su auto meno inquinanti ed elettriche e non mi sembra ci siano segni di fallimento , così l’industria alimentare potrebbe correggere il tiro correggendo ricette e eliminando certi ingredienti. La storia dell’olio di palma docet

Giampiero
Giampiero
Reply to  fabrizio_caiofabricius
27 Novembre 2019 09:59

mi scusi ma a quale titolo parla? da giornalista o da opinionista? perchè come ribadito i miei messaggi vengono sempre censurati e basta sfogliare le pagine di questo blog, altamente schierato, per capire che andate SEMPRE contro Barilla e Ferrero. nel precedente articolo, NEL TITOLO, avete messo “biscotto o forse meglio pasticcino”, ora discutete dello zucchero di un biscotto da pasticceria? ma sapete quello che scrivete? conoscete il mercato e le varie categorie? sarebbe ora di fare un controllo di siti come questi di divulgazione e manipolazione delle informazioni.
visto che si vuole scendere nelle banalità allora diamo informazioni corrette:
– confettura Rigoni bio alle fragole 36% di zucchero
– Nutella biscuits 34,%
– crostata alla confettura fatta in casa va dai 35% a 45% minimo di zucchero più il burro con grassi saturi e colesterolo.

ribadisco, chi conosce l’argomento sa che parlare di zucchero nella categoria dei biscotti da pasticceria industriale ha poco senso, poi le vorrebbe guidare una rivoluzione nei settori indulgence?

Mauro
Mauro
23 Novembre 2019 10:04

I prodotti Nutella sono da sempre nel mirino pur essendo ottimi prodotti, basti pensare alla insensata campagna anti olio di palma che ora che alle industrie francesi non interessa più è “misteriosamente” sparita dai media.

C’è zucchero nei biscotti? Ma va? Certo che c’è, come c’è nelle marmellate e in tutti i dolci, se ce n’è un po’ di più basta mangiarne meno, del resto i Nutella Biscuits saziano molto di più della tanto esaltata concorrenza.

L’etichetta semaforo poi, del tutto inutile quando poi non è una vera presa in giro che confonde il consumatore, ad esempio dà semaforo rosso all’olio di oliva perché… contiene troppi grassi, ma ci rendiamo conto?

Mauro

Roberto La Pira
Reply to  Mauro
23 Novembre 2019 10:15

Ferrero ha un assortimento di prodotti che sono più zuccherati rispetto agli altri. Dire che l’etichetta a semaforo è inutile non è corretto basta dire che l’Ue sta pensando di adottarla ufficialmente. In ogni caso l’olio di oliva non ha il semaforo rosso e nemmeno arancione, ma giallo.

Marco Prato – il Fummelier®
23 Novembre 2019 13:13

Pensieri sparsi:
– se in una famiglia o in una situazione anche di vita da singolo, non c’è il tempo di farsi un dolce fatto in casa, mi spiace per lei/lui/loro; evidentemente non ci sarà tempo nemmeno per fare nessun altra ricetta “elaborata” che non sia la pasta al pomodoro… ah no, scusate, ci sono i 4 salti in padella per chi non ha tempo nemmeno per farsi un piatto di pasta. Se manca il tempo per svolgere al meglio forse la più importante attività umana – alimentarsi – c’è qualcosa che non va. E mi dispiaccio per voi.
– Il bello del poter scegliere sta anche nella libertà legittima delle persone di mangiare quello che diavolo vogliono; io non obbligo nessuno a non mangiare alimenti super mega trasformati e/o contenenti ingredienti di un certo tipo o in altri che siano in quantità considerate eccessive. Quindi sentitevi liberi di mangiare nutella biscuits, così come hamburger dei fast food, frappuccini dalla quantità di calorie sufficienti ad alimentare un lottatore di sumo per un giorno o a bere vini in cartone…de gustibus non est disputandum, ma…
– …ma proviamo tutti ad andare da un cardiologo e da un dietologo e proviamo a dir loro: “mi scusino, gentili dottori, ho due figli e uno mangia, come me, hamburger da fast food, patatine fritte che comprendono 19 ingredienti (esistono e sapete chi le fa…inizia per Mac e finisce per Donalds), dolci iper trasformati con grassi saturi, oli e grassi di cocco, palma e palmisto, zuccheri e conservanti; l’altro mi fa penare invece, perché mangia pasta fatta espresso (al pomodoro, alla carbonara, al ragù, ai funghi, etc.) e non già pronta in busta solo da riscaldare e pretende che i dolci glieli faccia in casa o comunque – nei negozi – legge le etichette e cerca i prodotti che abbiano la lista ingredienti più corta possibile e senza cose strane o sigle incomprensibili. Preferisce farsi una fetta di pane burro e zucchero, o pane e pomodoro e olio (che sappiamo essere ingredienti dannosissimi) invece di una veloce e gustosa fetta di pane e nutella o una merenda confezionata e piena di conservanti, ma così…comoda! E poi attendiamo la risposta dei medici.
– Ogni tanto a molti di noi viene la voglia di mangiare/bere una “schiffezzuola” (patatine in sacchetto, pop corn, biscotti nutellosi e quant’altro), ma come si legge spesso, è la quantità a fare il danno; e la frequenza. Ma quando vedo i miei amici che non fanno un pasto senza bere almeno un bottiglione da un litro e mezzo di coca cola, o fanno le gare a chi mangia più hamburger e patatine, o “ribs all you can eat” in note catene di fast food, vederli poi a meno di 40 anni che son passati TUTTI ad essere ricoverati in ospedale e a qualcuno di loro veder diagosticato cose non belle…beh, son certo che un nutella biscuit di per sé non sia dannoso, ma se diventa un abitudine e l’abitudine è associata ad una moltitudine di alimenti similari nell’ambito della propria alimentazione, beh…auguri.
– Mi fece molto ridere un vecchio servizio in tv in cui aprirono delle bare dopo i dieci anni previsti dalla legge per trasferire le ossa all’interno di loculi e lasciare lo spazio per poter seppellire altre persone e vedere gli addetti lamentarsi perché, siam talmente pieni di conservanti assimilati dalla “sana alimentazione industriale”, che non potevano svolgere il lavoro perché i morti erano quasi nelle stesse condizioni di quando furono seppelliti 10 anni prima.
– Per concludere: mangiatevi quello che volete e nelle quantità che volete, ma smettetela di paragonare alimenti super trasformati a ciò che si può fare in casa con ingredienti ed alimenti scelti e con il tempo che voi non avete; il fatto che voi non abbiate tempo e voglia di mangiare meglio, non fa si che una ricetta fatta in casa sia uguale o peggiore di un “biscotto” indistriale fatto con 25 ingredienti diversi. E poi spiegatemi…come mai non riesco a trovare in nessun negozio o supermercato, accanto all’olio di oliva o a quelli di semi, le bottiglie di olio di palma? Cavoli… queste aziende brutte e cattive riservano solo a se stesse la possibilità di produrre dolci e ricette “palmettose”. E io che volevo inserire nella mia dieta quotidiana l’olio ed il grasso di palma e palmisto, visto che così tanti ne sono così entusiasti…

Vale
Vale
Reply to  Marco Prato – il Fummelier®
24 Novembre 2019 18:56

Concordo in tutto con il sig.Marco Prato… potete mangiare quello che volete ma non pretendete di etichettare come “sani” tutti i prodotti che vi piacciono ma di sano hanno ben poco.

Lucia Ballarin
Lucia Ballarin
23 Novembre 2019 13:59

Gentile Roberto La Pira e Redazione,

vi ringrazio per gli interessanti articoli che aiutano a scegliere con oculatezza cibi e bevande. Non solo! I vostri utili articoli informano lettori completamente digiuni come me, su decreti-legge, normative, etichette etc.
Penso che ciascuno sia libero di pensarla come meglio gli piace e decidere di nutrirsi come preferisce, ma sarebbe da ricordare sempre che nel mondo occidentale sta aumentando il numero di persone obese, malate di diabete o ipercolesterolemia. Questo indipendentemente che si consumi cibo da supermercato o preparato in casa.
Mia madre ripeteva un vecchio detto: “Si mangia per vivere, non si vive per mangiare”.

Cordiali saluti a voi tutti,
Lucia Ballarin

gianni
gianni
23 Novembre 2019 20:38

https://www.ilgiornaledelcibo.it/dipendenza-da-zucchero-spisni/
(((“Il saccarosio altera la percezione nei bambini ( ma dico io anche in moltissimi adulti), perciò se fin dallo svezzamento o dall’infanzia li si abitua ad alti livelli di dolcezza, poi difficilmente apprezzeranno gli alimenti naturalmente più aciduli o amarognoli”. In questo modo, si avvia una pessima condotta a lungo termine, che non è facile recuperare, perché i bambini cercheranno i prodotti più dolci, e i genitori, per soddisfarli, finiranno per orientarsi sulle merendine e altri dolciumi. Così facendo, la frutta – sempre preferibile rispetto ai cibi zuccherati – rischia di essere trascurata, se non quasi abbandonata.
“fisiologicamente (il sig.saccario) non serve a nulla, e meno ne mangiamo meglio è”. Il saccarosio viene aggiunto agli alimenti industrializzati, compresi i cibi salati e le bibite gassate. Di conseguenza, è facile mangiarne troppo, spesso senza accorgersene, favorendo l’obesità e lo sviluppo di diverse patologie. “Inoltre, sappiamo che il fruttosio di sintesi fa molto male, compreso quello derivato dal saccarosio e usato per dolcificare, perché altera il metabolismo e produce, anche nei bambini, danni al fegato come la steatosi, con effetti che possono portare verso la sindrome metabolica” conclude Spisni.)))

Esiste una mole monumentale di studi sui topi e ratti (animali da cui traiamo spunti attendibili anche se mai decisivi nella ricerca)da cui si evince che lo zucchero su di loro crea una dipendenza addirittura superiore alla cocaina , ma si dice poi che i risultati non danno gli stessi identici risultati sugli umani , che si deve parlare piuttosto di dipendenza da cibo , quindi coinvolgendo anche gli altri complici della banda bassotti come grassi , sale ed altri ancora.
Quindi non si puo’ parlare di dipendenza (?????) come per le droghe anche a causa delle differenti risposte tra individuo e individuo , ma per me secondo il principio della precauzione è indifendibile l’esitazione della scienza ufficiale.
Non nascondiamoci dietro un dito o una parola, il rischio non è solo potenziale ma realissimo, se non ci fossero persone che si ribellano a queste reticenze ed esitazioni i nostri bambini e noi tutti nuoteremmo nei dolcificanti naturali e artificiali anche se non siamo messi comunque bene. Queste stesse persone sono accusate di essere portatori di notizie false , mi viene proprio da piangere.

Enzo
Enzo
24 Novembre 2019 21:25

Quelli che dicono che basta mangiarne meno mentono, sono molto carichi di zucchero e studiati per creare dipendenza, non ti fermi certo ad uno come bisognerebbe fare. La crostata che ha meno zucchero se fatta in casa non crea quella dipendenza da dolce, inoltre gli oli vegetali sia nella nutella che nella frolla peggiorano il tutto. Bisogna essere consapevoli che non sono biscotti normali, poi lo sgarro ci può stare ma una volta ogni tanto.

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
Reply to  Enzo
25 Novembre 2019 20:39

I mariti delle nonne di allora quando si stava meglio (o no?) le hanno presto lasciate sole a fare le torte al burro anche per le conseguenze di eccesso di colesterolo e quindi irreversibili danni coronarici. Oggi che si vive tanto male (o no?) maTANTO PIÙ A lungo forse insieme alla nonna campa a lungo anche il nonno a cui sono stati vietati grassi di origine animale come il burro